29 Aprile 2022

Vicenza, Rosso: “Finché c’é speranza bisogna crederci. I tifosi hanno risposto alla grande, tocca ai giocatori mostrare qualcosa”

ROSSO VICENZA – Stefano Rosso, presidente del Vicenza, ha rilasciato alcune dichiarazioni in vista del match fondamentale che vedrà la sua squadra ospitare il Lecce, una partita da dentro o fuori che sancirà dopo i 90 minuti se per le Lane sarà retrocessione aritmetica in Serie C o se ci sarà ancora uno piccolo spiraglio […]

ROSSO VICENZA – Stefano Rosso, presidente del Vicenza, ha rilasciato alcune dichiarazioni in vista del match fondamentale che vedrà la sua squadra ospitare il Lecce, una partita da dentro o fuori che sancirà dopo i 90 minuti se per le Lane sarà retrocessione aritmetica in Serie C o se ci sarà ancora uno piccolo spiraglio di luce per giocarsi i playout.

Di seguito le sue parole riportate dal “Giornale di Vicenza”:

Presidente, ultima di campionato con uno stadio tutto esaurito che crede ancora nella salvezza.

È fondamentale che ci crediamo tutti, sapendo peraltro che non dipende tutto da noi, bisogna crederci finché c’è ancora qualche speranza e un po’ di ossigeno. Del resto non abbiamo più niente da perdere e i giocatori possono lasciare l’ancora della paura. La società ha abbassato i prezzi, i tifosi hanno risposto alla grande, adesso tocca alla squadra.

Ci vorrebbe un giorno intero per spiegarlo, ma cosa non ha funzionato quest’anno?

È complicato spiegarlo perché ci sono almeno due fasi da analizzare. L’inizio di campionato fino al mercato di gennaio e poi il girone di ritorno. Sicuramente partire male ha condizionato la stagione e poi è mancata la componente umana, caratteriale del gruppo squadra. E poi gli episodi… A dicembre abbiamo sempre fatto grandi prestazioni e non abbiamo raccolto nulla. Ma lo ripeto, con una partenza diversa avremmo gestito le difficoltà con più calma. È andata così, guardiamo avanti.

La famiglia Rosso si impegnerà anche se il Vicenza retrocedesse?

Dopo la sconfitta in casa con il Perugia proprietà e soci si sono confrontati e ci siamo interrogati sul futuro, avevamo bisogno di guardarci negli occhi e capire cosa fare. E la cosa bella è che ho visto un gruppo solido e coraggioso, deciso ad andare avanti. Sarebbe un peccato buttare via tutto dopo quattro anni di lavoro, non dobbiamo mai dimenticare che quando siamo arrivati qui non c’era niente. Abbiamo rifondato tutto, messo insieme un’azienda che è composta da tante cose. C’è la squadra certo, ma anche persone che ci lavorano, strutture, un settore giovanile importante. L’azienda è cresciuta, non abbiamo problemi di bilancio, non si può buttare via tutto per un’annata storta. Ripartiremo più decisi di prima.

Da agosto a marzo, la società ha cambiato tre allenatori e due diesse. Lo rifarebbe?

Quando le cose vanno male è l’unica cosa che può fare una società per provare a scuotere l’ambiente e modificare l’andamento. E i cambi qualche risultato l’hanno portato, alla fine del girone di andata avevamo 7 punti e siamo ancora qui a giocarcela, anche se ovviamente non abbiamo fatto abbastanza. Se tornassi indietro le scelte le avrei fatte a luglio a cominciare da alcuni giocatori che hanno reso sotto gli standard. Non siamo una società mangia-allenatori, preferisco dare continuità, ma dovevamo intervenire.

IL rapporto con i tifosi nell’ultima parte della stagione si è complicato, anche a causa di alcuni episodi che hanno coinvolto suo padre. Come si ricuce adesso? 

L’unica strada da perseguire è quella del dialogo, confrontandosi con i tifosi, sarà opportuno farlo al più presto. Non adesso però, gli animi sono ancora accesi, per la stagione e per i fatti che hanno coinvolto mio padre, ci sarà modo affinché le parti si chiariscano. Un tifoso mi ha chiesto: “quanti presidenti hanno fatto il gesto del dito medio?”. Nessuno – ho risposto – ma quanti Renzo Rosso ci sono nel mondo? Mio padre è un istintivo, quel gesto è figlio della passione che ha per il suo lavoro e del fatto che si è sentito punto sulla sua creatività, non è indicativo sull’impegno e sulla passione che ha per il suo lavoro e del fatto che si è sentito punto sulla sua creatività, non è indicativo sull’impegno e sulla passione che ci mette per il Lane, lui vive intensamente la squadra e ha vissuto male l’andamento di questa stagione. Noi siamo nulla senza i tifosi, loro sono fondamentali, come lo è però anche la serietà della società e solo insieme possiamo essere più forti.

Ma come si fa a ricompattare l’ambiente?

Non è facile, ci sono molte componenti: soci, tifosi, media e la parte tecnica. Serviranno risultati sportivi e momenti di condivisione dove far capire qual è la nostra mentalità, cosa vogliamo fare e recepire anche il pensiero della nostra gente. Il Covid ha bloccato tutto questo, pensiamo solo al fatto di non aver festeggiato con i tifosi la promozione in Serie B. Oppure stare uniti nel dolore per la perdita di Paolo Rossi. La pandemia ha ostacolato il rapporto con la gente, non siamo riusciti a stare assieme alla città. Dobbiamo ripartire da questo. Ma per farlo c’è bisogno di maggior serenità, altrimenti le crepe diventano voragini.

Avete definito gli investimenti per il prossimo campionato, che sia B o Lega Pro?

Il piano per la B è allineato a quello già presentato ai soci in passato, ma potrebbe cambiare. Quest’anno ad esempio il monte ingaggi delle squadre di B è salito del 30% e questo ci ha sorpreso, perché nonostante a inizio stagione avessimo speso una cifra che ritenevamo adeguata, alla fine ci siamo resi conto che avevamo investito una cifra non adeguata al livello del nuovo campionato. Quindi il budget previsto per la B può essere rivisto. Serie C? Ci ragioneremo eventualmente dopo.

Cosa l’ha più delusa dal punto di vista umano e sportivo in questa stagione?
È stato un anno difficile, ogni sconfitta era come un pugno nello stomaco. Le critiche costruttive o le contestazioni sono legittime ma quello che più mi ha ferito sono state le offese gratuite, gli attacchi personali.

Credo che il mondo del calcio, in generale, si debba dare una regolata.

Certo, abbiamo sbagliato anche noi, in alcuni casi abbiamo parlato troppo o troppo poco ma adesso dobbiamo ricompattarci. Basta con la rabbia, andiamo avanti insieme, in fondo siamo tutti sulla stessa barca e vogliamo il meglio per questi colori. Sempre forza Lane