25 Marzo 2021

Vicenza, Cappelletti: “Lavoriamo per diventare una big. Playoff? Sognare non costa nulla”

CAPPELLETTI VICENZA – Daniel Cappelletti, difensore del Vicenza, è intervenuto quest’oggi in conferenza stampa: “Rispetto alla Serie C il livello delle squadre è più alto e questo è stimolante, perché si può vincere o perdere contro chiunque, dalla prima all’ultima in classifica. Rispetto all’anno scorso, dove avevamo qualità superiori alla media delle altre compagini, quest’anno, […]

CAPPELLETTI VICENZA – Daniel Cappelletti, difensore del Vicenza, è intervenuto quest’oggi in conferenza stampa: “Rispetto alla Serie C il livello delle squadre è più alto e questo è stimolante, perché si può vincere o perdere contro chiunque, dalla prima all’ultima in classifica. Rispetto all’anno scorso, dove avevamo qualità superiori alla media delle altre compagini, quest’anno, nonostante abbiamo sempre dimostrato di giocare alla pari con tutti, per vincere magari non basta la giocata del singolo come poteva bastare nella stagione passata. Bisogna stare in partita, concentrati, senza commettere errori, perché al minimo sbaglio si paga dazio.

Siamo in crescita, stiamo bene, è da un po’ di tempo che abbiamo acquisito una consapevolezza diversa di quelle che sono le nostre qualità e di come dobbiamo giocare le partite per avere maggiore probabilità di vincere. Abbiamo capito che giocando palla a terra, a due tocchi e senza forzare la giocata, siamo veramente forti, difatti qualsiasi avversario fa fatica a star dietro ai nostri ritmi. Ci alleniamo sempre ad altissima intensità, che credo sia una delle nostre qualità migliori. Spero che riusciremo a migliorarci ancora.

I tifosi possono sognare qualcosa in più della salvezza? Penso che sognare non costi nulla e ti dia quel pizzico in più di passione, che aiuta a far meglio le cose. Forse prima che i tifosi dobbiamo essere noi a sognare qualcosa in più della semplice salvezza, ora possiamo stare abbastanza tranquilli vista la situazione in classifica, magari lo step superiore alla salvezza è lì, è visibile ma bisognerà fare un grande finale di stagione e sperare che qualcuno davanti inciampi. Sogniamo, cercando di non esagerare perché le insidie sono dietro l’angolo.

La posizione che sento più mia? Non saprei rispondere, fino all’anno scorso ho sempre preferito fare ruoli sempre un po’ più dinamici, ergo non il difensore centrale, invece qui ho trovato equilibrio, mi sentivo più utile giocando da centrale invece che da terzino, probabilmente inciderà anche la maturità, sono un giocatore diverso.

Togliendo alcune partite a inizio stagione, quando giocavano 4-4-2 e magari soffrivamo in mezzo al campo perché tanti avversari hanno la mediana a tre e il trequartista, da quando siamo passati a tre, dal punto di vista analitico e tattico siamo straordinari, nello spogliatoio c’è grandissimo confronto, ognuno sa cosa fare per mettersi a disposizione del collettivo. Abbiamo capito che, con qualsiasi modulo, con una certa mentalità le giocate vengono perché siamo bravi e abbiamo consapevolezza, come dicevo. Siamo un grande gruppo e lavoriamo per diventare una grande squadra.

Mi manca segnare gol, è da un po’ che non lo faccio e, in vista della prossima partita, la legge dell’ex alle volte si fa sentire. Cittadella? Ho un ricordo abbastanza positivo, dico abbastanza perché il primo anno siamo retrocessi per poi risalire. Mi aspettavo di rimanere lì dopo aver riconquistato la categoria, invece le strade si sono divise e sono ripartito dalla Serie C. Avevo il desiderio di poter continuare, mi toccherà vendicarmi con un gol dell’ex (ride, ndr). 

La sfida contro l’Empoli? Sono rimasto a casa per 21 giorni senza potermi allenare, nonostante gli spazi presenti in casa, questo ha cambiato la mia capacità di approcciare alla partita. Se sono riuscito a farmi trovare pronto dopo il COVID e la quarantena, forse la condizione fisica serve fino a un certo punto, perché se la testa ti supporta puoi arrivare ad obiettivi più grandi. La sosta probabilmente ora fa bene, perché quest’annata è stata abbastanza stressante dal punto di vista mentale, soprattutto per il nostro calendario. Stiamo dimostrando di essere in forma, ma ritengo che sia il momento di ricaricare le pile.

Il valore aggiunto del Cittadella? La gara d’andata è finita con un passivo a mio avviso eccessivamente pesante per noi, ma la loro forza è che tutti gli anni dimostrano di dare filo da torcere a chiunque, anche se magari non ci sono giocatori di un certo blasone o curriculum. Cittadella è una realtà unica rispetto alle altre, l’atmosfera è familiare, si vive con entusiasmo, non ci sono tantissime pressioni e l’allenatore è molto bravo, la sua mano si vede perché riesci a farsi seguire nonostante i tanti cambiamenti ogni anno. Il tutto con il supporto del direttore Marchetti“.