17 Settembre 2021

Toni incorona Lucca: “Ci somigliamo, ma il difficile per lui viene ora”

LUCA TONI LORENZO LUCCA – Un accostamento, quello tra Luca Toni e Lorenzo Lucca, che va avanti dalla scora stagione, quando l’attaccante classe 2000 è stato protagonista con la maglia del Palermo a suon di gol e ottime sensazioni. La struttura fisica e determinate caratteristiche tecniche gli sono valse il paragone con il forte ex […]

LUCA TONI LORENZO LUCCA – Un accostamento, quello tra Luca Toni e Lorenzo Lucca, che va avanti dalla scora stagione, quando l’attaccante classe 2000 è stato protagonista con la maglia del Palermo a suon di gol e ottime sensazioni. La struttura fisica e determinate caratteristiche tecniche gli sono valse il paragone con il forte ex centravanti della Nazionale che, raggiunto dal quotidiano “La Nazione“, ha così commentato il percorso del ragazzo ora passato al Pisa: “Il paragone con Lucca? Hanno cominciato lo scorso hanno al Palermo, dove l’attaccante nerazzurro ha fatto benissimo, e visto l’ottimo inizio di stagione in B, non mi stupisce che se ne parli ancora.

Lucca è ancora all’inizio del suo percorso nel calcio, ma può starci sicuramente: siamo due centravanti molto forti fisicamente e siamo accomunati dalle esperienze di Brescia, Vicenza e soprattutto Palermo, che per me sono state molto importanti, ma credo valga lo stesso pure per lui. Ha qualità importanti: le aveva già fatte vedere un anno fa in categoria inferiore e sono felice per lui che le stia dimostrando anche in B.

Non lo conosco personalmente, ma dalle scelte che ha fatto mi sembra un ragazzo intelligente e con la testa sulle spalle: però, se posso dargli un piccolo consiglio, mi sentirei di dirgli di restare concentrato sul campo perché il difficile viene ora. Adesso non è più una sorpresa: sempre di più gli avversari lo studieranno e prepareranno le contromisure. Per la mia esperienza, è proprio questo il momento in cui si è chiamati a compiere un ulteriore salto di qualità, quello per intendersi che può fare di un talento indiscutibile, quale è Lucca, un giocatore davvero importante.

Cosa cambierà per lui da ora in poi? Degli avversari le ho detto: lo aspetteranno al varco. In più, inevitabilmente, aumenteranno le aspettative e un pochino anche le pressioni: da chi è bravo ci si attende molto e lui ha fatto capire di esserlo, anche se ancora deve dimostrare quanto. La carriera di un calciatore, infatti, si misura anche in lunghezza: per diventare davvero forti bisogna rimanere ad alti livelli per diverso tempo. Vuol dire che si è stati capaci di adattarsi alle trappole delle difese avversarie e anche di reggere alle pressioni.

Poteva andare in A ma ha scelto la B? È proprio a questo che mi riferivo quando ho detto che mi sembra un ragazzo intelligente: quando hai venti anni, la massima serie è inevitabilmente una grande lusinga soprattutto se, come lui o anche il sottoscritto, si arriva dalle categorie inferiori. Ma a volte bisogna sapere resistere a certe tentazioni e procedere con gradualità. Lui lo ha fatto e questo va indubbiamente a suo merito. Se è pronto per la A? Lo dirà il campo. Sostengo, invece, che a venti anni, se si vuol crescere e dimostrare il proprio valore, bisogna andare dove ci sono maggiori possibilità di giocare. Al di là dei luoghi comuni, la maglia da titolare non la regalano in nessuna categoria e anche a Pisa dovrà sudarsela, ma è innegabile che in nerazzurro abbia molte più opportunità di mettersi in mostra che non in A. Se si confermerà a questi livelli, il resto verrà di conseguenza.

Cosa intendo con ‘il resto’? La serie A e gli auguro anche di più. Ma deve arrivarci dopo aver dimostrato di essere il più bravo della cadetteria in modo da conquistarsela da protagonista. E lui può riuscirci. La mia gavetta? Vero, abbiamo pure questo in comune. Gli auguro, comunque, di fare prima del sottoscritto (sorride ndr). Comunque per me misurarmi con le categorie inferiori, o giocare in squadre che lottano per la salvezza, è stato un passaggio fondamentale della mia crescita: mi ha aiutato tantissimo probabilmente perché, da giovanissimo, non era ancora pronto per giocare ai livelli a cui, poi, sono arrivato successivamente. E chissà se sarebbe andata allo stesso modo se non avessi la possibilità di fare un bel po’ di gavetta“.