22 Settembre 2022

Palermo, Mirri dal ritiro di Manchester: “Trovarci qui è un salto nel futuro”

Il presidente parla dal ritiro in programma a Manchester

Photo by Tullio M. Puglia/Getty Images - Via One Football

Dario Mirri, presidente del Palermo, è intervenuto direttamente dal ritiro rosanero in corso di svolgimento a Manchester per fare il punto su questa importante avventura che vede protagonista la truppa siciliana. Queste – riprese da StadioNews.it – le sue dichiarazioni:

“Trovarci qui è un salto nel futuro, questo è il nostro futuro e presente. Noi siamo questo, quello che stiamo vedendo in questi giorni. È una grande responsabilità e ci dobbiamo meritare tutto questo. Dobbiamo meritarci questo salto nel futuro”.

“Dobbiamo calare l’esperienza di questi giorni per il nostro centro sportivo. A Palermo dobbiamo realizzare qualcosa di analogo. Faremo un centro sportivo adatto al Palermo. Si parte molto indietro ma la struttura del centro sportivo a Torretta sarà funzionale e nel tempo la miglioreremo. L’integrazione col City Group richiede tanto lavoro e responsabilità. Abbiamo tutto per poter andare avanti. Noi vogliamo arrivare in Serie A, è un sogno e un obiettivo ma non abbiamo una tempistica certa. Il campionato di Serie B è difficilissimo: in A possono andare tante squadre, in C faccio fatica a trovarne quattro che possono retrocedere”.

“Non voglio prendere in giro i tifosi, non so quanto tempo ci vorrà per andare in Serie A. Oggi abbiamo responsabilità maggiori rispetto a prima, dipende da tutto il club. Dobbiamo fare squadra e raggiungere risultati. Siamo partiti da Marsala, col San Tommaso la prima partita in casa; ricordo tutto di questi tre anni, è stato un percorso faticosissimo. Chi ci ha creduto ha una soddisfazione in più rispetto a chi cercava di demolire. In tre anni due promozioni, un percorso sportivo straordinario. Il Palermo in B non riusciva a fare duemila abbonati, ora è cambiato tutto. Il percorso inizia e non si conclude, il mio sogno è che l’anno prossimo ci siano più abbonati di questa stagione”.

“Soriano è un uomo del Mediterraneo, è passionale come noi. È venuto a Palermo anche in vacanza, lui è stata la persona che ha voluto fortemente che il Palermo facesse parte del City Group. Noi siamo il primo club accolto qui a Manchester, nessuno ha potuto sfruttare le camere dove dormono i giocatori o i campi. Questo dimostra la partecipazione che il City Group ci ha dimostrato sin da marzo e aprile, quando abbiamo iniziato”.

“Ora basta parlare del passato remoto e di questi tre anni, è già storia. La grande sfida è oggi, dobbiamo fare diventare il Palermo una stella della nostra città. Il gioco della squadra? Cerco di non fare invasioni di campo ma è chiaro che vogliamo vincere tutte le partite, noi ma anche Corini. Tra il volere e il risultato finale ci sono tante variabile. Stiamo lavorando, ci sono tanti ragazzi nuovi ma il tempo non c’è, vogliamo di più, giocare meglio e vincere”.

“Il gioco viene dopo il risultato, che è la cosa più importante. Non sono un’esteta, punto al risultato finale. Stadio? La priorità è il centro sportivo. Lo stadio è un progetto più ambizioso e complesso, che riguarda investimenti importanti. Lo stadio del futuro del Palermo è il “Barbera”, ha anche una posizione invidiabile. È insostituibile per noi tifosi, non vedo il Palermo giocare da un’altra parte”.

“Per me chiunque mette la maglia del Palermo è meglio degli altri. Brunori, per me, è molto meglio di Haaland (ride, ndr.), non mi tiro indietro sul discorso di Saraniti meglio di Cristiano Ronaldo. Strategia del calciomercato? Il City Group vuole prima costruire: perché non prendiamo Ilicic? Prima servivano le fondamentale della squadra. Abbiamo preso giocatori né troppo giovani, né troppo anziani; è stata una scelta, avere ragazzi che hanno prospettiva. Palermo non è un punto di passaggio”.

“I risultati aiutano ad avere più tifosi. Ci sono più abbonati probabilmente perché abbiamo vinto i playoff. Stiamo ‘aggredendo’ il mercato internazionale, il Palermo non l’ha sviluppato come potrebbe. Dopo il passaggio al City Group ho sentito tanti presidenti che erano molto contenti, non so se realmente (ride, ndr.)”.