12 Settembre 2022

Frosinone-Palermo, l’ex presidente Giammarva: “I palloni in campo li videro tutti. I loro tifosi mi diedero del mafioso”

GIAMMARVA FROSINONE PALERMO – Intervenuto sulle colonne de Il Giornale di Sicilia, Giovanni Giammarva, ex presidente del Palermo, è tornato a parlare della tanto discussa finale playoff vinta dal Frosinone contro i rosanero nel 2018 e delle accesissime polemiche scaturenti dai presunti palloni lanciati in campo dai ciociari. Queste – riprese da ForzaPalermo.it – le […]

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GIAMMARVA FROSINONE PALERMO – Intervenuto sulle colonne de Il Giornale di Sicilia, Giovanni Giammarva, ex presidente del Palermo, è tornato a parlare della tanto discussa finale playoff vinta dal Frosinone contro i rosanero nel 2018 e delle accesissime polemiche scaturenti dai presunti palloni lanciati in campo dai ciociari. Queste – riprese da ForzaPalermo.it – le parole dell’ex numero uno dei siciliani:

“Non si è mai capito perché siano nati i problemi del Palermo. E’ stato tirato fuori un problema di deficit patrimoniale, puntando il dito sulla cessione di Mepal, quando diverse società anche ai massimi livelli hanno compiuto operazioni di cessione del marchio. In quel periodo il Palermo non è fallito e durante la mia gestione sono rientrati circa 20 milioni sui 40 attesi da Alyssa, come previsto quando questa operazione fu fatta. Se il Palermo fosse andato in A sarebbe cambiato anche il futuro, con introiti televisivi tra i 60 e i 90 milioni. Il disastro, poi, si sarebbe potuto evitare anche in B, con la situazione che si stava evolvendo positivamente”.

Sui famosi palloni in campo

“La cosa più brutta è che è passato il messaggio che si possano adoperare scorciatoie per arrivare al successo. Un bruttissimo esempio per tutti. L’unico verdetto della giustizia sportiva in cui si riconosceva l’antisportività non portò a nulla per la questione della cristallizzazione. La finale? Il Frosinone vinse con tutta una serie di escamotage di basso profilo, i palloni in campo li videro tutti così come il rigore prima fischiato e poi trasformato in punizione. Ricordo pure l’accoglienza, diciamo così, del pubblico quando salutai i nostri tifosi: tutti a darmi del mafioso senza sapere nemmeno chi fossi. L’unico signore è stato Stirpe”.