23 Aprile 2024

ESCLUSIVA PSB – Marelli: “Perplesso per il rigore non dato allo Spezia: era netto. Gol annullato ok. Bari? Sbaglia il VAR”

La nostra intervista al commentatore arbitrale di DAZN

DAZN

In un calcio in cui gli episodi arbitrali ad alto livello hanno trovato le spiegazioni addirittura in live, grazie soprattutto al lavoro di DAZN, per la Serie B questa non accade (ancora).

Anche nel campionato cadetto, però, ci sono episodi spesso di difficile interpretazione, alcuni di difficile comprensione ed altri ancora che passato inosservati. La 34esima giornata si è caratterizzata non solo per i tanti pareggi ma anche per alcuni casi limite al San Nicola di Bari ed al Picco di La Spezia.

Per commentare quanto accaduto, ma anche per fare una panoramica più generale, abbiamo intervistato in esclusiva Luca Marelli, commentatore arbitrale di DAZN, ex arbitro e massimo esperto su regolamenti e VAR. Di seguito l’intervista completa.

A La Spezia società e tifosi spezzini si sono infuriati per la conduzione arbitrale di Di Bello coadiuvato da Serra al VAR per un rigore non dato ed un gol assegnato. Cosa ne pensa degli episodi?

“Sul gol annullato la decisione è corretta perché c’è un colpo e dall’immagine frontale si vede bene. Non è un braccio appoggiato di Di Serio tra braccio e collo ma c’è proprio un colpo. Per quanto riguarda il rigore sono rimasto anch’io molto perplesso: rigore nettissimo. In campo si può anche perdere perché sui tocchi di mano gli arbitri possono essere sempre presi di sorpresa ma il VAR doveva intervenire perché il braccio era larghissimo. Anche il calciatore della Sampdoria si aspettava un fischio o perlomeno un intervento VAR e dunque il rigore per lo Spezia c’era ed andava assegnato”.

A Bari, invece, il sig.Pezzuto ha assegnato un rigore per fallo di mano di Calabresi e confermato dopo un lungo check. Pareri?

“A Bari c’è stato l’errore del VAR perché non doveva richiamare l’arbitro. Se anche Calabresi avesse toccato il pallone prima con un’altra parte del corpo l’attitudine del calciatore era quella di aumentare il volume corporeo. Il braccio è larghissimo da subito, non si ritrae e resta largo. Pezzuto è stato bravo perché non ha cambiato la decisione corretta. il VAR ha fatto una chiamata non superflua ma sbagliata. Non c’era errore chiaro ed evidente e dunque il rigore è stato giustamente assegnato”.

La Serie A ha, grazie all’accordo AIA-DAZN, spiegazioni quasi live su episodi arbitrali. Secondo lei l’assenza di comunicazione per quanto riguarda la Serie B condiziona i tifosi nel modo di vedere l’operato”.

“Il problema è numerico: l’attenzione maggiore va sulla Serie A perché c’è un ritorno mediatico che è nettamente superiore. Posso capire che ci sia la critica che gli episodi di Serie B non vengano analizzati ma è una questione puramente numerica perché ci vorrebbero troppe risorse. Personalmente seguo la Serie B, sono di Como e nutro simpatia per la squadra della mia città. Gli episodi li vedo perché i telecronisti stessi me li segnalano perché mi chiedono dei pareri ed io provo a dare un ausilio. Tutti vorrebbero i commenti sui propri episodi ma per una questione numerica non è possibile”.

Alcuni arbitri che sbagliano in Serie A vengono fatti ripartire dalla Serie B. Qualche mese fa c’è stata una polemica sulla questione perché questa dinamica è stata vista come una “punizione”. Che ne pensa anche della CAN unificata?

“Io ho fatto tanta Serie B quando c’era Can A e Can B: la Serie B non è un ripiego per gli arbitri che hanno fallito in Serie A ma è anche un modo per permettere all’arbitro che ha sbagliato di stare lontano dalla mediaticità e di poter ricaricare le batterie. Le designazioni in Serie B non vengono fatte a caso: chi ha fallito l’esperienza in Serie A può ripartire in B per poi riprendersi. Prendiamo il caso di Fabbri, internazionale fino a gennaio: quando viene designato in Serie B gli viene scelta una partita che ha valore perché le qualità non si annullano.

Sono sempre stato contrario alla divisione di Can A e Can B proprio perché non c’era questa possibilità. Chi sbagliava in Serie A stava fermo: così facendo chi sbaglia ha la possibilità di riprendere subito e riacquisire fiducia riprendendo a lavorare. Sono sempre stato contrario, dunque, perché impedisce la crescita degli arbitri e se questa viene impedita nessuna ne trae giovamento ma anzi i nomi si congelano. Credo ci sia un problema numerico: ci sono 47 arbitri e sono troppi. Il numero giusto dovrebbe essere 41-42: non ha senso che ogni settimana su 20 partite ci siano 47 arbitri e considerando le dinamiche di turnover poi si perde il ritmo”.