16 Aprile 2022

Monza, Campolonghi: “Con il Brescia vedo un sostanziale equilibrio”

CAMPOLONGHI MONZA SERIE B – Marcello Campolonghi, collaboratore del settore giovanile del Monza ed ex calciatore del Brescia, ha parlato del suo passato e del match che vedrà affrontarsi rondinelle e brianzoli. Queste le sue dichiarazioni, riportate da Bresciaingol.com: “Brescia? Forse i due anni più belli, insieme a pochi altri, della mia carriera. I miei ricordi sono soprattutto legati alla vittoria del Torneo […]

CAMPOLONGHI MONZA SERIE B – Marcello Campolonghi, collaboratore del settore giovanile del Monza ed ex calciatore del Brescia, ha parlato del suo passato e del match che vedrà affrontarsi rondinelle brianzoli.

Queste le sue dichiarazioni, riportate da Bresciaingol.com:

“Brescia? Forse i due anni più belli, insieme a pochi altri, della mia carriera. I miei ricordi sono soprattutto legati alla vittoria del Torneo di Viareggio, alla salvezza all’ultima giornata del mio primo anno di B, stagione sicuramente travagliata, ma con il mio primo gol in B, contro il Genoa e l’esordio a Lucca; poi l’anno dopo la vittoria del campionato, con un gruppo di compagni e uno staff tecnico a cui sono rimasto legato ancora adesso e con cui mi sento a distanza di quasi trent’anni. A Brescia ho lasciato tanti amici, tante amiche, mi piace molto l’ambiente bresciano. Arrivavo dalla C2. Avevo fatto prima un anno di serie D a Fidenza, in cui avevo giocato bene e poi un anno a Macerata dove già a gennaio avevo totalizzato otto reti. Dopodiché mi era venuta la pubalgia e ho dovuto giocare un po’ a singhiozzo: ho firmato cinque anni per il Brescia con il grande Gino Corioni, che per me è stato un grandissimo presidente che ha fatto vivere alla città gli anni più belli della sua storia con campioni come Hagi, Guardiola, Baggio, anni non dico irripetibili ma bisognerebbe trovare chi a Brescia abbia questa visione, anche sui giovani, perché il suo occhio sui ragazzi era incredibile. In quegli anni hanno esordito Volpi, i gemelli Filippini, Pirlo, Baronio, Bonazzoli, Bonera, Diana. Generazione forse irripetibile. Ho fatto due anni in una città strepitosa, poi a conclusione di quel secondo anno sono stato convocato con l’Under 23 di Tardelli e ho vinto l’oro con la nazionale ai giochi del Mediterraneo. Poi sono andato al Milan. Al dottor Galliani ho stretto la mano solo una volta, poi sono stato sempre in prestito, prima Monza poi Lecce, Cesena infine andando autonomamente avanti con la mia carriera. L’anno scorso sono poi tornato a lavorare con il Monza e posso solo dire che ho trovato un ambiente super professionale, fantastico, in cui non ti fanno mancare nulla. Ho avuto la fortuna di poter giocare con dei campioni, perché in quel Monza c’erano Oddo, Abbiati, Galtier che arrivava da Marsiglia, Francioso, tutti dei signori giocatori. Detto questo è chiaro che fosse un calcio diverso: penso che la squadra che avevamo a Brescia, quella con cui abbiamo vinto il campionato, avremmo potuto fare un’ottima serie A attuale. Erano altri giocatori: Moreo quest’anno ha fatto nove gol, quando noi abbiamo vinto il campionato c’era Maurizio Neri che ne aveva fatti sedici, Bizzarri undici, io quattro, Doni un’altra decina. Adesso il calcio è molto più livellato verso il basso, secondo me. Io ricordo che ai miei tempi, quando arrivavano squadre come il Brescia o il Torino che dovevano vincere il campionato speravi di riuscire a pareggiare, ma molto spesso perdevi. Adesso il Cosenza, in difficoltà, può vincere con il Benevento senza molta sorpresa. Ai miei tempi succedeva un ribaltone ogni tanto per la classica giornata storta che può sempre capitare. Il match? Vedo un sostanziale equilibrio, perché sono due squadre, sia il Monza che il Brescia, che ho sempre seguito e che conosco. Credo che per il Brescia potrà essere decisivo Moreo perché il Brescia con lui o senza di lui non è la stessa cosa. Non vince chiaramente da solo, ma conferisce un peso specifico all’attacco non indifferente. Dopodiché ho visto un Brescia molto compatto, sia con Inzaghi sia con Corini. Il Monza è una mina vagante, può perdere o vincere 3-0. Dipenderà molto dai giocatori che avremo davanti: Valoti, Dany Mota e Ciurria, con quest’ultimo che può fornire lo strappo giusto, ma se devo indicare un uomo chiave dico Valoti. Spero nel ritorno di Mancuso, che a noi servirebbe tanto. Decisiva? Si perchè secondo me, se una delle due squadre vincerà, prenderà un buon vantaggio. È chiaro che poi bisognerà vedere anche le altre partite, noi avremo il Brescia, il Benevento, la trasferta a Perugia; un calendario non semplice. Detto questo, se meriti veramente di andare su, queste partite le devi vincere. Il Monza purtroppo ha perso tanti scontri diretti. Il Brescia invece avrà tre partite da vincere, se vuole andare in A. Adesso siamo arrivati agli sgoccioli, chi veramente ha ambizione di andar su diretto deve vincerle tutte. È banale dirlo, però un pareggio non basta più, perché le altre macinano. Dal sesto al secondo posto ci sono tre punti, se pareggi una partita sei rovinato, perché le altre vincono. Devi fare il calcolo su te stesso, non devi nemmeno guardare le altre. Il Brescia ha un centrocampo che abbina qualità e muscoli. E’ tosto. Noi invece siamo molto più leggeri e geometrici. Non so se giocherà Machin, centrocampista di temperamento, forza e corsa che a me piace molto. Spero possa giocare, c’ha qualche gol in canna. Speriamo alla fine di trovarci in serie A, noi abbiamo questa ambizione da un paio d’anni e vogliamo concretizzarla”.