29 Settembre 2020

ESCLUSIVA PSB – Mariano Arini: “La priorità è restare in B ma valuterò le proposte. Sulla Cremonese…”

ESCLUSIVA PSB MARIANO ARINI – Sono diversi i giocatori svincolati e appetibili per i club di B e C. Tra questi figura Mariano Arini, con cui la Cremonese ha deciso di non proseguire il rapporto contrattuale, raggiunto in esclusiva dai nostri microfoni. Ecco l’intervista completa. Ciao Mariano, dopo diverse stagioni ad alto livello attualmente sei […]

ESCLUSIVA PSB MARIANO ARINI – Sono diversi i giocatori svincolati e appetibili per i club di B e C. Tra questi figura Mariano Arini, con cui la Cremonese ha deciso di non proseguire il rapporto contrattuale, raggiunto in esclusiva dai nostri microfoni. Ecco l’intervista completa.

Ciao Mariano, dopo diverse stagioni ad alto livello attualmente sei svincolato, ma su di te c’è l’interesse di diversi club, su tutti l’Avellino. Quanto c’è di vero? Saresti disposto a scendere di categoria o metti come priorità assoluta la Serie B?

«Ti dico la verità: la priorità sarebbe riuscire a restare in B. E’ chiaro che a fronte di una proposta concreta e di un progetto importante sarei anche disposto a valutare di scendere di categoria. In merito all’Avellino non c’è stato niente di veramente concreto, un contatto ma nessuna proposta».

La tua ultima recente esperienza è stata alla Cremonese. Come vi siete lasciati e com’era il tuo rapporto con Bisoli?

«E’ stato lui che non mi ha fatto rinnovare il contratto. Non c’è mai stato niente di particolare tra di noi, è stata una scelta tecnica da parte sua. Mi erano state date delle parole dai direttori che ci saremmo seduti per rinnovare il contratto, ma alla fine non è stato così perché non rientravo nel progetto tecnico».

La scorsa stagione la Cremo era data tra le favorite per la promozione e vi siete ritrovati a lottare per la salvezza. Secondo te cosa non ha funzionato?

«Quando fai un campionato del genere sono tante le cose che non sono andate. Sicuramente la squadra è stata costruita un po’ tardi, tanti giocatori sono arrivati a fine mercato negli ultimi giorni. Poi l’allenatore è stato subito mandato via dopo sette partite e chiaramente non ha avuto il tempo di amalgamare il tutto. Quindi i continui cambiamenti, soprattutto in panchina, non ci hanno giovato. Quando ti ritrovi nella parte bassa della classifica, vista la difficoltà del campionato cadetto, poi fai fatica a risalire».

Tra le tue ex squadre c’è la SPAL che è appena retrocessa dalla A, ma è pronta per un campionato di vertice. A tuo avviso dove possono piazzarsi gli uomini di Marino?

«Le retrocesse sulla carta partono sempre un po’ avanti rispetto alle altre, avendo comunque giocatori importanti che restano in squadra. E’ chiaro che poi dopo dalla carta si passa al campo, però la SPAL ha elementi di qualità e se questi riescono a calarsi velocemente nella mentalità della B, la maggiore qualità, appunto, alla fine viene fuori».

Qual è il ricordo più bello che hai di Ferrara?

«Ho tanti ricordi belli. E’ stata un’annata fantastica per quello che si è creato in campo e fuori dal campo. C’era un grande gruppo. Ripenso alla partita di Terni dove abbiamo festeggiato la vittoria del campionato, a quella di Carpi dove abbiamo vinto 4-1. Quindi ho il ricordo di un gruppo di bravi ragazzi che lottava per un unico obiettivo».

In ultimo, se da un lato il calcio pare stia tornando ad un accenno di normalità, visto l’ingresso allo stadio per parte dei tifosi, dall’altro bisogna fare i conti a livello economico e sanitario col Covid-19, ad esempio ieri nel Genoa sono stati riscontrati 14 positivi. Che ne pensi di tutta questa situazione?

«Secondo me è una cosa inevitabile: purtroppo il virus c’è. Quando poi inizi con le partite, si può incorrere in questo problema. Non so che dirti, 14 casi son tanti e chiaramente adesso bisognerà capire quali conseguenze avrà sulle altre squadre, ad esempio sul Napoli che ci ha giocato contro l’altro giorno. Purtroppo il problema c’è e deve essere gestito nel migliore dei modi per garantire e salvaguardare la salute delle persone che è la cosa più importante, al di là del campionato».