22 Febbraio 2024

ESCLUSIVA PSB – Antonini raccontato da un suo ex mister. Commisso: “Mi ha colpito subito quando l’ho visto, gli dicevo di non fare il brasiliano”

Le parole dell'ex allenatore del nuovo difensore giallorosso

Casatese

Nella finestra di calciomercato invernale, il Catanzaro ha scelto di rinforzare il proprio reparto difensivo con Matias Antonini, che si è presentato mettendo a referto 2 gol in 4 partite e garantendo affidabilità dietro. Il centrale brasiliano è arrivato dal Taranto, club di Serie C con cui si è messo in luce nelle scorse stagioni, ma il classe 1998 ha calcato anche i campi di Serie D inizialmente.

Un suo ex allenatore in Serie D, Giuseppe Commisso, è intervenuto ai nostri microfoni per parlare di Antonini e del suo processo di crescita. L’attuale allenatore della Casatese si è anche soffermato su Rachid Kouda, altro giocatore allenato da lui e che ora gioca allo Spezia. Di seguito le sue parole.

Lei è stato uno dei primi allenatori della carriera di Matias Antonini tra i professionisti, allenandolo al NibionnOggiono in Serie D. Cosa si ricorda di lui? Quali sono i suoi punti di forza?

La carriera e l’approdo al NibionnOggiono: “Matias si è presentato al campo con il suo procuratore verso fine agosto 2020, quando noi avevamo già iniziato la preparazione da circa un mese ed era un ragazzo un po’ scottato. Dopo un percorso importante nel settore giovanile di Inter e Cagliari, si è affacciato alla prima squadra del Cagliari, con cui ha esordito in Coppa Italia, ma poi è stato messo fuori rosa. È tornato in Brasile al Gremio, ma non si trovava bene, e poi tornato in Italia ad Arezzo in Serie C. Per sua sfortuna è arrivato il COVID: non ha potuto giocare e non gli hanno rinnovato il contratto”.

Le caratteristiche tecniche: “In estate viene il primo giorno al campo ed era un pochino fuori condizione, ma si vedevano le sue qualità. Per essere un difensore era bravo tecnicamente e poi era forte fisicamente. Ho chiesto di farlo firmare subito, perché mi ha colpito all’istante. Mi hanno colpito le capacità tecniche, da buon brasiliano si vedeva che sapeva trattare il pallone. Avevamo un’amichevole a San Colombano e gli ho fatto fare 90 minuti anche se non era in condizioni: era uno di quei leader tecnici troppo più bravi e con la sua padronanza tecnica metteva tranquillità. Si vedeva che era un difensore con anche il senso del gol, perché di testa era forte e aveva tempismo. Il dubbio poteva essere che a 2 non fosse un difensore velocissimo, sicuramente centrale dei 3 era il suo ruolo naturale. Anche a 2 però ci poteva giocare tranquillamente”.

Ci racconta un aneddoto su Antonini?

“All’inizio gli rompevo tanto le scatole perché appariva lezioso e da ex difensore di Serie D e C ho insistito tanto su di lui affinché diventasse più pratico: magari un po’ meno bello, senza l’uso del tocco di classe come l’esterno, ma più cattivo. Gli dicevo di non fare troppo il brasiliano. Ci sentiamo tutt’ora, infatti abbiamo mantenuto un ottimo rapporto. Mi ha ringraziato ed è stato molto gratificante avere un riconoscimento tale”.

Per arrivare in Serie B, Antonini ha fatto un grande percorso in categorie inferiori. In cosa è migliorato? Ha ancora tanto margine di crescita?

“Io l’anno successivo l’ho seguito a Ravenna, dove ha fatto un ottimo campionato. Un difensore che fa parecchi gol ha molto risalto, anche se poi va valutato per la fase difensiva. Per le doti tecniche e la padronanza può essere un regista difensivo, e questa caratteristica è importante per una squadra, siccome molti partono dal basso al giorno d’oggi. Le sue caratteristiche fisiche sicuramente lo aiutano sia in fase offensiva per fare gol che in fase difensiva, infatti è bravo nel gioco aereo. Non avevo dubbi che il salto tra D e Lega Pro lo reggesse: fisicamente era già pronto, si allenava ogni mattina anche in palestra e si vedeva che era predisposto per reggere. È stato bravo a fare il salto a Taranto, una piazza calda in cui se le cose vanno bene ti metti in risalto, ma se vanno male devi avere la personalità e il carattere per reagire. L’anno e mezzo a Taranto lo ha fatto maturare per essere pronto per la Serie B”.

Dove deve migliorare: “Potrebbe essere che debba migliorare sul lato dell’esplosività e la velocità, queste però sono anche caratteristiche che devi già avere. Deve essere bravo a restare con i piedi per terra ed essere umile. Deve confermarsi anche in cadetteria e non avere fretta. Penso che stia dimostrando con i fatti il giocatore che è”.

L’augurio: “Mi auguro con tutto il cuore che possa coronare il sogno di arrivare in Serie A quanto prima. Sono contento per il suo percorso, ci ha sempre creduto e non ha mai mollato. Ha avuto delle delusioni grosse, ma lui voleva fare il professionista e ci credeva. L’hanno dopo cercava una piazza di calcio ed è andato a Ravenna. È stato bravo a sfruttare l’opportunità di Taranto, che è stato il suo trampolino di lancio”.

L’impatto con la Serie B è stato incredibile: 2 gol in 4 partite e buonissime prestazioni. Cosa si aspetta d dalla sua esperienza in cadetteria? Può ambire a palcoscenici sempre più grandi?

“Catanzaro era una grande squadra l’anno scorso in Lega Pro e anche quest’anno sta facendo bene. Antonini ha trovato subito il posto da titolare, ma deve continuare a lavorare, senza pensare di non essere arrivato. Deve confermarsi dove è adesso. Se poi continua così e segna altri gol diventa un giocatore appetibile anche per altre squadre”.

Nella sua esperienza alla Folgore Caratese ha allenato Rachid Kouda, attualmente allo Spezia: Cosa ci può dire di lui? Che tipo di giocatore é?

Il cambio di ruolo: “Purtroppo l’ho allenato poco, ma ho già visto le qualità del ragazzo l’anno precedente da avversario, nonostante fosse giovanissimo. Rientrava dall’esperienza con la primavera del Cagliari ed era sia con il Covid che pubalgico. Il primo mese infatti non l’ho quasi mai avuto a disposizione. È un ragazzo che però aveva una grande voglia di giocare a calcio e lui, nonostante avesse la pubalgia, voleva giocare sempre. Io l’ho reso un pochino più offensivo, perché lui è arrivato come mezz’ala, ma in quell’anno iniziammo a giocare con il 4-2-3-1 e io lo feci giocare esterno a sinistra, sotto-punta e talvolta anche punta. Lui trovò gol e continuità alto a sinistra e anche oggi nello Spezia è uno dei 3 giocatori offensivi”.

Le caratteristiche del giocatore: “Lui ha grandi qualità nel saltare l’uomo, ha calcio e ha senso del gol. Era bravo anche come mezz’ala, ma mi sembrava uno da sfruttare di più negli ultimi 20 metri. Ho bei ricordi, essendo un calciatore giovanissimo e che aveva la cultura dell’allenamento. Era un bravo ragazzo dentro e fuori dal campo e un ottimo lavoratore. Quando alleni talenti così puri, te ne accorgi subito di avere a che fare con un grande giocatore”.

Prima di arrivare in cadetteria, Matias Antonini e Rachid Kouda sono passati dalla Serie C e dalla D. Quanto un giocatore viene formato da questa gavetta? Che sensazioni e che emozioni prova a vederli in Serie B?

Le emozioni: “Mi fa molto piacere quando i ragazzi che alleni vanno su e in questi miei 5 anni di D e 2 di Eccellenza mi sono sempre prefissato di crescere e formare ragazzi, oltre che chiaramente ottenere i migliori risultati. Mi piace costruire squadre giovani e questi giocatori cerchi di prepararli per la stagione, ma anche per il proprio percorso futuro in una categoria superiore. Questa è anche una mia sfida personale. Quando li vedi andare sopra e fare bene, è un immenso piacere”.

La gavetta in categorie minori: “La Serie D è un campionato molto formativo, infatti certi ragazzi vengono a giocare in Serie D per crescere, piuttosto che stare in Primavera e poi soffrire l’impatto con il campionato dei grandi. Molti ragazzi scendono in D e in C per continuare il processo di crescita anche dopo la Primavera. Io sono uno favorevole sul fatto che i giovani comincino a giocare con i grandi il prima possibile. Le Under 23 sono un’idea giusta, forse in Italia siamo un attimo in ritardo. I numeri parlano chiaro: i giocatori delle Primavere che si stabilizzano in grandi squadre sono pochi. Si vedono più ragazzi che crescono in Serie D e/o Lega Pro e poi arrivano nella categorie superiori”.