2 Febbraio 2023

Fedele al Calcio – Tutino e la ricerca della stabilità

Cosa ci stiamo perdendo di un calciatore con le qualità per dominare

GENNARO TUTINO PALERMO – È il 3 dicembre 2011, una fredda giornata di un glaciale inverno per il Napoli Primavera, che non vince da più di un mese e sta abbandonando la propria speranza di risalita a uno spiacevole stato di torpore. La bandiera da issare comincia ad acquisire tratti di bianco, dinamica poco confacente all’ardente fiamma che anima una realtà storicamente avversa al digiuno di emozioni.

L’intenzione è quella di fuggire da questa tormenta, ciò che manca è la persona deputata a trainare: una soluzione che, in quella giornata, viene trovata in un quindicenne prelevato in prestito, con curiosità e una forma di disperazione dettata dal momento, dagli Allievi Nazionali. Quel ragazzo, oggi uomo, era – è – Gennaro Tutino, che segnerà due gol contro il Gubbio (con uno speciale partner d’attacco, in un’atipica mescolanza di generazioni: Giuseppe Mascara, che referterà anch’egli una doppietta).

Girovago (probabilmente) senza desiderarlo

Tutino si è dunque rivelato così alla squadra della sua terra, che percepiva in lui una sensazione di futuro che (situazione ancora immutata) mancava in termini di talenti nel calcio. Le vibrazioni erano decisamente giustificate, perché Gennaro fondeva tecnica, esplosività atletica, personalità, coraggio. Tratti che, accompagnati nel percorso, avrebbero potuto formare un giocatore dominante ai massimi livelli.

Il salto – che spesso è nel vuoto – dal settore giovanile ai professionisti ha portato con sé un immeritato abbattimento della felicità del ragazzo, che per circa due anni – siamo tra il 2014 e il 2016 – non ha praticamente giocato, tormentato da problemi fisici e una forma di conseguente ansia creatasi per ritornare a brillare, così da confermare la lucentezza di un talento – ribadiamo – non comune.

Tutino, tra il 2014 e il 2017 – da Vicenza a Carrara – cambia cinque squadre, gioca complessivamente ventisette partite, segna tre gol, impara a masticare la sofferenza (che ne avrà certamente fortificato il carattere) ma non esplode. Il Napoli non ne accompagna il recupero nella maniera corretta, lo immette in una spirale di continui cambiamenti che a cavallo dei vent’anni generano preoccupazioni e turbolenze poco utili alla crescita calcistica e probabilmente non valorizza un patrimonio perché inconsapevole di averlo in casa.

È in questa fase che prende forma una percezione su Tutino rinvigorita dal passare degli anni: la mancanza di stabilità in una carriera che, finora, non ha rafforzato il talento del calciatore, ottenendo invece l’offerto di frenarne la possibilità di divampare.

Cosa può fare e dove può arrivare Gennaro Tutino

Uomo e calciatore spesso – se non sempre – si mescolano, ma chi scrive può limitarsi a sottolineare i tratti del calciatore, captando eventuali sfumature della persona su cui sarebbe comunque irrispettoso soffermarsi. Ad ogni modo, l’esuberanza tecnica e atletica che è nelle corde del ragazzo viene – a detta del sottoscritto – nettamente limitata da una sorta di mancato rispetto per la sua declinazione di sensibilità.

Tutino è feroce, ha una cattiveria lucida quando gli viene consentito di strappare, desidera trangugiare l’erba del rettangolo verde pur di mostrare la propria presenza. Queste intenzioni sono state tarpate da una continuità calcistica e umana che è mancata, perché Genny sembra aver (legittimamente) bisogno del tempo adatto a inserirsi nel contesto. Quando ciò non gli viene concesso, l’asticella della fiducia cala, la confusione aumenta, il timore prende forma e le prestazioni, inevitabilmente, ne risentono.

Non può essere un caso che la miglior versione del classe ’96 sia finora stata quella di Cosenza, dove il concetto di casa è stato presumibilmente molto vicino a una concretezza che mancava da quella portentosa adolescenza partenopea profumata di futuro.

Un groviglio di catene, dunque, hanno accompagnato il viaggio (comunque frizzante) di Tutino nel mondo del calcio. Consentendo al nostro protagonista (che dovrà ovviamente metterci del suo) di liberarsene, potremmo avere l’opportunità di stimolare i nostri sensi con un giocatore detonante. Il Palermo, compagine che conosce il modus operandi per lanciare e/o rilanciare carriere, può essere la tappa giusta.