9 Dicembre 2020

Brescia, periodo complicato ma una nota lieta: Tom van de Looi

VAN DE LOOI BRESCIA – Prima esperienza all’estero, un’età che implica la necessaria attesa per l’ambientamento della persona e, successivamente del calciatore e, come ciliegina poco apprezzata sulla torta, due esoneri vissuti in appena dieci turni di campionato. Condizioni differenti, alcune prevedibili altre inaspettate, hanno sicuramente influito sulle prime tappe del percorso italiano di Tom […]

VAN DE LOOI BRESCIA – Prima esperienza all’estero, un’età che implica la necessaria attesa per l’ambientamento della persona e, successivamente del calciatore e, come ciliegina poco apprezzata sulla torta, due esoneri vissuti in appena dieci turni di campionato. Condizioni differenti, alcune prevedibili altre inaspettate, hanno sicuramente influito sulle prime tappe del percorso italiano di Tom van de Looi. Il 21enne centrocampista olandese, portato in Italia dal Brescia, è emerso, nonostante tutto, come una delle poche note liete di questo travagliato inizio di stagione delle Rondinelle.

Questo nuovo chapter della carriera del ragazzo, probabilmente, rappresenta un checkpoint da lui stesso invocato dopo una parentesi che, nella passata stagione, l’ha portato a battagliare nella seconda divisione olandese, la Keuken Kampioen Divisie, con la maglia del NEC Nijmegen, squadra dov’è approdato dal club che ha segnato la sua formazione, il Groningen. Più di trenta presenze in Eredivisie, il succitato passaggio con il NEC e l’arrivo in Italia. Un’intuizione di Giorgio Perinetti che, ad oggi, sta mostrando le fondamenta delle proprie basi.

Perno centrale del centrocampo dei biancazzurri, van de Looi ha messo al servizio della squadra tecnica e geometrie. Il classe ’99 è un giocatore d’ordine, deputato a creare situazioni ma, anteriormente, valutare la disposizione in fase di non possesso degli avversari e modulare dunque la scelta che può contribuire in maniera più incisiva allo sviluppo della manovra. Non è parso un calciatore mono-tematico, anzi: ha nelle corde il fraseggio corto, l’imbucata o l’apertura in base, come detto, alla circostanza. Questo bagaglio cognitivo è il frutto dei trascorsi olandesi dove, solitamente, era impegnato in un reparto a due, essendo dunque chiamato a responsabilizzarsi continuamente per reggere la zona nevralgica del campo. Responsabilità, termine non introdotto casualmente: Tom è propenso a un rischio ponderato, non improduttivo. Nonostante le variabili citate in apertura, in campo dà la sensazione (sicuramente positiva) di non soffrire simili dinamiche, elemento che lascia intravedere una personalità sicuramente utile per sé e per i compagni.

Partita dopo partita, il ragazzo ha elaborato la consapevolezza di poter incidere nel gioco, dato che ricalca la descritta capacità di sapersi associare in differenti modi. I margini di miglioramento non mancano (diversamente vorrebbe dire non poter crescere ulteriormente): il dinamismo non contraddistingue la sua struttura calcistica, circostanza che, marcandolo a uomo oppure facendo densità nella porzione del campo che occupa, ne limita raggio d’azione e possibilità. Il passo sicuramente ampio ma con basso ritmo, inoltre, genera difficoltà quando gli avversari palesano una rapidità che diventa complicata, per van de Looi, da arginare. Allo stesso tempo, la percezione di vivezza tecnica e la predisposizione al coraggio pocanzi citate sono, saltuariamente, ancora frenate da una sorta di prudenza che rende eccessivamente orizzontali le sue giocate. Questa dinamica, però, è comprensibile dopo appena nove partite giocate, di cui cinque dal primo minuto.

Un calciatore, dunque, che può essere accompagnato dalla tradizionale e intramontabile espressione: “Il ragazzo si farà“. La costruzione è in corso ma il risultato, con ardente voglia di imparare, stabilità (sua e, contestualmente, riguardante la squadra) ed eventi non avversi, potrà regalare gioie.

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