Palermo, la conferenza dei giocatori: le parole dei protagonisti
CONFERENZA STAMPA PALERMO – Un lungo incontro con la stampa per metterci la faccia, dire la propria opinione e sperare nella possibilità di poter disputare i playoff. Con questo intento una delegazione del Palermo parla in conferenza, chiaro l’intento di far trasparire all’esterno lo stato d’incertezza che attanaglia giocatori e non. A prendere la parola […]
CONFERENZA STAMPA PALERMO – Un lungo incontro con la stampa per metterci la faccia, dire la propria opinione e sperare nella possibilità di poter disputare i playoff. Con questo intento una delegazione del Palermo parla in conferenza, chiaro l’intento di far trasparire all’esterno lo stato d’incertezza che attanaglia giocatori e non. A prendere la parola sono stati Alberto Pomini, Antonio Mazzotta, Ilija Nestorovski e Andrea Rispoli. Queste le loro parole:
Il primo è l’attaccante macedone che apre la discussione: “Per la prima volta noi giocatori siamo qui tutti a parlare con i giornalisti perché questi sono giorni fondamentali per il futuro della squadra e della città. Posso dire che tutti i noi giocatori siamo dispiaciuti. Abbiamo passato un anno difficile, abbiamo lavorato per portare il Palermo in Serie A diretta ma ci siamo fermati al terzo posto. Adesso che ce l’hanno rubato non ci danno l’occasione per poterci giocare l’approdo in massima serie“.
Da qui in poi ha inizio la lunga discussione di Alberto Pomini: “La nostra presenza qua non è per criticare il lavoro della Procura Federale. Noi siamo qui e non ci vogliamo nemmeno nascondere e considerare questa un alibi per non essere andati in Serie A. Ci siamo presi le nostre responsabilità. Sappiamo che anche noi durante l’annata abbiamo commesso degli errori ma ciò non toglie che il diritto di disputare i playoff ce lo siamo guadagnato sul campo. E’ stato deciso da parte di persone che, credo anche la FIGC si sia mossa, non avevano il potere di fare questo dopo il primo grado di giudizio. L’anno scorso noi abbiamo aspettato dieci giorni perché tutti ritenevano che il Bari avrebbe potuto difendersi. Noi siamo qui per dimostrare il nostro disappunto, tutto qui. Non vogliamo nasconderci questa cosa per non prenderci le nostre responsabilità. L’AIC ci sta dando una mano ad affrontare la situazione e capire cosa possiamo fare. C’è stata, secondo noi, una forzatura che non ha precedenti nel senso che il consiglio della Lega B ha deciso una cosa che non aveva senso. Anche perché si è messo un moto un meccanismo in cui alcune squadre hanno avuto dei benefici, altre no. I colleghi del Foggia non potrebbero disputare i playout, sebbene ne avrebbero diritto. Il Perugia, invece, ne ha tratto beneficio. Siamo anche noi un po’ spiazzati, è una cosa mai successa prima.
Tra noi calciatori cerchiamo di confrontarci, quello è normale. E’ difficile sentirsi chiamati in causa quando le cose sono esterne. Chi è coinvolto si sente più penalizzato, però alla fine facciamo parte del movimento. Siamo quelli che diamo gioie e dolori alla gente: è giusto anche farsi sentire in certi momenti e questo lo è. Nel rispetto del lavoro della Procura e delle istituzioni, mi sembra giusto unirsi a quello che sta vivendo la città. Anche gli organi della Federazione hanno espresso qualche gruppo sulla regolarità di quanto sta accadendo. Noi siamo giocatori e facciamo i giocatori, quindi noi della documentazione non ne siamo a conoscenza così come non lo siamo delle carte della Procura Federale. Stiamo solo dicendo che è palese vi sia un conflitto d’interessi, non si può negare che lo sia. L’anno scorso abbiamo dovuto attendere che ci fosse una sentenza di secondo grado perché ognuno ha il diritto di difendersi e a noi non lo stanno concedendo. Ci siamo giocati il terzo posto che poteva permetterci di arrivare in Serie A con quattro pareggi, ma non possiamo perché hanno deciso che non si aspetta il secondo grado di giudizio. Nessuno fa l’avvocato, non sappiamo cosa stia accadendo. Se tra dieci giorni il secondo grado confermerà la pena allora dovremmo alzare le mani perché qui ci sono degli organi atti a decidere cose che per noi sono superiori.
Quando entri in campo quello che è fuori alla fine lo dimentichi. La passione e la voglia di giocare ti spingono oltre tutto. Anche oggi abbiamo voglia di allenarci, nonostante siamo toccati a livello mentale dalla vicenda. Accanimento nei nostri confronti? Secondo me no. Credo ci sia stata solo una forzatura che in questo momento non c’entrava nulla. Ti porta solo a pensar male. Non credo che ci sia un disegno diabolico contro di noi, ma siamo quelli più penalizzati insieme al Foggia. Vogliamo solo che ci vengono dette e spiegate le motivazioni della scelta. Noi giocatori siamo una componente di questa Lega B, mi sembra assurdo che ne facciano parti dirigenti e istituzioni e non noi. La vicinanza che i tifosi hanno avuto nei nostri confronti è solo da elogiare, ci sono stati sempre vicino anche nei momenti in cui la gente si aspettava di più. Ci abbiamo messo la faccia per cercare di fare un fronte comune. Sarebbe stato assurdo se noi giocatori fossimo rimasti in silenzio. C’è un ricorso che speriamo possa andare a buon fine, noi intanto ci prepariamo nella speranza che si possiamo disputare i playoff. Se gli organi competenti diranno il contrario, poi dopo spetterà agli avvocati. Quello che possiamo condividere con voi è il nostro stato d’animo. Anche noi calciatori siamo persone e perciò possiamo essere condizionate dai fattori esterni. Nonostante la mancata promozione diretta avevamo tutte le carte in regola per giocarci la Serie A in quest’ultimo mese. E’ una cosa che ci è stata tolta per… non si sa. E’ anche inutile continuare a parlane, ci sono mille voci. Spero abbiate capito le nostre intenzioni“.
Questo il pensiero di Rispoli: “Abbiamo parlato con Foschi che ci ha spiegato le difficoltà. Nemmeno lui si aspettava queste cose. Tuttolomondo ci ha rassicurato, ha dimostrato di non mollare e speriamo possa mantenere la parola data. Cosa ci ha detto l’allenatore? Che bisogna pensare al campo, il nostro dovere è far bene lì. Dobbiamo aspettare la situazione legale. Se ci verranno dati i playoff la nostra priorità è disputarli al meglio“.
Le dichiarazioni del palermitano Mazzotta: “Come ci sentiamo? Come i tifosi. Siamo senza parole. Abbiamo conquistato il terzo posto sul campo. È da luglio de corriamo. Non ci danno la possibilità di giocarci una Serie A che meritiamo. Ci sentiamo impotenti di fronte questa cosa“.
In chiusura le parole di Nestorovski che chiudono difatti la conferenza stampa: “L’anno scorso i playoff sono stati spostati di dieci giorni perché si aspettava il secondo grado della sentenza per il Bari. Ora parlano che a giugno ci saranno i problemi con le Nazionali, ma anche l’anno scorso abbiamo giocato tutto l’anno senza sette/otto giocatori perché quest’anno queste regole? E’ passato un anno difficile come tutti sappiamo, ma sempre siamo riusciti a uscire dai problemi a testa alta. Abbiamo chiuso al terzo posto e vogliamo disputare i playoff: vogliamo questo. Contratti? Ancora troppo presto. Abbiamo stipendi troppo grandi per giocare in Serie C. Ci sono giocatori che hanno contratti dai due ai quattro anni, noi siamo sempre di proprietà del Palermo. Non decidiamo noi. Speriamo di giocare i playoff, abbiamo fiducia nella nostra società e negli avvocati. La città merita di giocare in Serie A”.