Liverani si racconta: “A Lecce e a Terni sono entrato subito nella testa dei calciatori, vincere aiuta”
LIVERANI LECCE TERNI – L’allenatore del Lecce Fabio Liverani ha concesso una lunga e interessante intervista alla rivista B Magazine. L’ex regista di Lazio e Palermo ha ripercorso e commentato le principali tappe della sua carriera da tecnico. “Tornassi indietro, accetterei comunque l’offerta irrinunciabile del Genoa. Ovviamente cambierei alcune cose, ma questo lo si capisce solo in virtù dell’esperienza che si acquisisce col passare […]
LIVERANI LECCE TERNI – L’allenatore del Lecce Fabio Liverani ha concesso una lunga e interessante intervista alla rivista B Magazine. L’ex regista di Lazio e Palermo ha ripercorso e commentato le principali tappe della sua carriera da tecnico.
“Tornassi indietro, accetterei comunque l’offerta irrinunciabile del Genoa. Ovviamente cambierei alcune cose, ma questo lo si capisce solo in virtù dell’esperienza che si acquisisce col passare degli anni. Coi giocatori avevo un gran rapporto, ma quando siedi in panchina devi mantenere un certo distacco. Dopo l’esonero seguii molto il lavoro di Sousa alla Fiorentina, Giampaolo a Empoli e Delio Rossi a Bologna. Se si va allo stadio ci si può concentrare sui movimenti di un singolo calciatore oppure studiare lo sviluppo d’azione provato dai due mister e la fase difensiva. Da casa, invece, ho l’abitudine di guardare il match con biro e foglio di carta e appuntare i pensieri più interessanti a riguardo. Al mio approdo alla Ternana la squadra era ultima, ma centrammo 26 punti in 13 partite e ci salvammo senza passare dai play-out: i ragazzi furono fantastici. All’inizio vissi l’avventura con grande serenità, ma la tensione saliva man mano che la salvezza si avvicinava: era un lavoro che non poteva esser lasciato a metà. Per ottenere tutto ciò, toccai la squadra nell’orgoglio e i molti calciatori di valore riuscirono a dimostrare il loro potenziale. Entrai subito in sintonia con loro, perché quando subentri non hai tempo: devi concentrarti sulla testa dei calciatori e lavorare sui problemi presenti lì. Anche a Lecce sono riuscito a convincere i ragazzi delle mie idee e l’arrivo dei risultati, come sempre, ha reso tutto più facile. Vorrei che la squadra giocasse palla a terra senza buttarla mai, ma più in verticale e meno in orizzontale. Abbiamo deciso di cambiare molto rispetto alla C perché non disponevamo di un’ammazzacampionato e gli elementi nuovi hanno dimostrato la bontà di questa scelta, ma c’è ancora molto da lavorare. Tachtsidis ha visione di gioco, forza fisica e altezza, può garantire anche i gol. Io, però, lo vorrei più determinato. I sei mesi senza giocare all’inizio si sono sentiti, ma sta lavorando per essere un giocatore importante. La personalità è una dote naturale, ma si può far crescere l’autostima dei calciatori, responsabilizzandoli e vedendo come reagiscono. In questi casa l’allenatore deve supportare moltissimo il ragazzo in questione e parlargli di frequente. Il ruolo di play è cruciale per la squadra, decide quando far alzare o abbassare il ritmo ai compagni. Alla classifica è meglio non pensarci, continuiamo ad allenarci bene come fatto finora e poi si vedrà.”