Ascoli, ora hai davvero un’arma in più: l’esplosione di Iliev per spiccare il volo
ILIEV ASCOLI ARMA PIU’ – Il pari sofferto ma, nel complesso, meritato maturato nello scorso weekend contro il Lecce può, con tutta probabilità, far vedere il bicchiere mezzo pieno ad Andrea Sottil e al suo Ascoli. L’infortunio di Felicioli e, soprattutto, le troppo frequenti amnesie difensive, sono temi sicuramente meritevoli di riflessione in casa marchigiana […]
ILIEV ASCOLI ARMA PIU’ – Il pari sofferto ma, nel complesso, meritato maturato nello scorso weekend contro il Lecce può, con tutta probabilità, far vedere il bicchiere mezzo pieno ad Andrea Sottil e al suo Ascoli. L’infortunio di Felicioli e, soprattutto, le troppo frequenti amnesie difensive, sono temi sicuramente meritevoli di riflessione in casa marchigiana ma, al contempo, sono anche diverse le note liete che il Picchio ha ricavato dal pomeriggio del “Del Duca” al cospetto dei salentini.
In primis, la capacità di Dionisi e compagni, dopo un primo tempo decisamente bruttino, di saper soffrire al cospetto di una big, tra l’altro lanciatissima in termini di fiducia e risultati, rientrando in campo nella ripresa con la cattiveria, l’intensità e la determinazione giusta nel voler riprendere la partita, dopo l’iniziale svantaggio targato Strefezza. Aver evitato la terza sconfitta consecutiva tra le mura amiche, dopo quelle nei (seppur difficili) match contro Benevento e Brescia, rappresenta un’iniezione di fiducia e consapevolezza non indifferente in vista del prosieguo del torneo, soprattutto al fine di evitare che la sfortuna fino a quel momento riscontrata contro le corazzate del campionato potesse finire con il diventare una vera e propria maledizione, fino a sfociare in una sorta di timore reverenziale che, per una compagine sulla carta ambiziosa come quella bianconera, avrebbe potuto produrre degli effetti potenzialmente deleteri che in alcune annate non è sempre facile assorbire per poter puntare in alto. Una prova, per certi versi, anche di maturità sul piano caratteriale quella fornita dal gruppo, dimostratosi abile nel sapersi isolare dalle vicende extra-campo che avevano caratterizzato la settimana dopo le tumultuose dimissioni dell’oramai ex direttore sportivo Fabio Lupo, e nel pensare solo al rettangolo verde.
Passando alle questioni di campo, invece, una doppia gioia proviene da due elementi tanto attesi. La prima, ha il volto di Abdelhamid Sabiri: il rientro del talento tedesco, entrato in campo al 58′, ha letteralmente cambiato la partita, con il talento ex Paderborn che ha preso spesso il sopravvento sugli equilibri del match creando scompiglio nella retroguardia giallorossa e aumentando esponenzialmente la qualità e pericolosità delle folate offensive bianconere, fino a quel momento abbastanza lente, confuse e poco incisive. La convinzione è che l’undici marchigiano non possa prescindere dall’estro del suo numero 21 per compiere il decisivo salto di qualità, appurato poi quanto non sia facile sia per Fabbrini che per Maistro, per quanto elementi di indubbio valore per la categoria, non far rimpiangere un calciatore che lo scorso anno si è rivelato un vero top per la categoria.
Se il talento e la capacità di incidere di Sabiri era cosa ben nota da tempo e si attendeva solo il momento giusto per riapprezzarlo, qualcosa di simile, almeno in termini di incisività, i supporters dell’Ascoli se lo aspettavano anche da Atanas Iliev, gigante bulgaro giunto in città nelle battute finali dell’ultimo mercato estivo, che ha da subito suscitato grande curiosità, poi rafforzata dalla rete dell’1-1 realizzata con la propria Nazionale contro l’Italia a Firenze, nel match valido per le qualificazioni ai Mondiali in Qatar del 2022. Muove i suoi primi passi in patria tra giovanili e prima squadra di Dobrudza e Cerno More Varda, per poi disputare ben cinque stagioni al Montana, condite da oltre 50 goal in poco più del doppio delle presenze. Poi il Botev Plovdiv dove le 16 reti in 28 partite della stagione 2020/2021 gli consentono di attirare le sirene dell’Ascoli, a caccia di una punta vera da affidare a Sottil.
Normale rodaggio nelle prime apparizioni contro Benevento, Alessandria, Brescia e Crotone, prima dell’impatto devastante avuto proprio nella gara contro il Lecce: entrato al 71′, il classe 94′ ha impiegato appena tre minuti per raccogliere il delizioso invito di capitan Dionisi e freddare Gabriel con un tanto potente, quanto chirurgico, sinistro ad incrociare.
Goal a parte, i 189 centimetri e le caratteristiche del centravanti di Dobric appaiono funzionali, e necessarie, a quello che è il sistema tattico adottato dai suoi, in relazione anche agli altri diversi profili di attaccanti presenti nell’organico bianconero. Specie in gare chiuse o difficili, come lo era stata quella contro i giallorossi di Baroni, la fisicità di Iliev potrebbe rappresentare una preziosa risorsa per fungere da punto di riferimento per i compagni, portarsi via uno o più avversari e cercare di aprire varchi alla spalla di reparto, al trequartista o agli inserimenti dei centrocampisti laddove gli spazi, i bianconeri, potrebbero fare fatica a trovarli. Presto affermarlo dopo appena cinque spezzoni di gara ed una sola rete all’attivo ma, inoltre, la sintonia con Dionisi, bravo quanto pochi in cadetteria nell’associarsi con la squadra, sembra non solo già buona ma anche essere destinata a crescere partita dopo partita.
Difficile per l’Ascoli, dopo un avvio tanto positivo di campionato, pensare di rinunciare a Bidaoui. Impensabile fare un ragionamento del genere con Dionisi, faro e leader del team marchigiano sotto tutti i punti di vista. Certo è, però, che Iliev punta ora a scalare le gerarchie: difficile fare previsioni ma se il momento della partita dovesse richiedere caratteristiche differenti, o complementari, a quelle dei due pilastri sopracitati, avere un ventaglio di soluzioni più ampio, contenente una pedina del livello del bulgaro, non può che essere un’ottima notizia nella Città delle Cento Torri. Il tutto, anche per quanto dimostrato dopo appena 180′ secondi dal suo ingresso contro il Lecce, a prescindere dal minutaggio.
Un “dolce” dubbio in più che Sottil sarà, di sicuro, felicissimo di dover risolvere con il passare delle settimane.