21 Aprile 2021

ESCLUSIVA PSB – Nicola Legrottaglie: “Empoli, Monza, Spal e Lecce le favorite per la promozione. A Pescara ci sono problemi che bisogna risolvere per cambiare le cose”

ESCLUSIVA PSB LEGROTTAGLIE – Nicola Legrottaglie, umanamente parlando, è tra le migliori persone che il calcio italiano abbia mai partorito. Professionalmente parlando, invece, non sta a noi giudicare le doti di un calciatore e di un difensore che, in attività, ha vestito su tutte le maglie di Chievo Verona, Juventus, Milan e Catania. Da allenatore, invece, […]

ESCLUSIVA PSB LEGROTTAGLIE – Nicola Legrottaglie, umanamente parlando, è tra le migliori persone che il calcio italiano abbia mai partorito. Professionalmente parlando, invece, non sta a noi giudicare le doti di un calciatore e di un difensore che, in attività, ha vestito su tutte le maglie di Chievo Verona, Juventus, Milan e Catania. Da allenatore, invece, può vantare un percorso completo tra le varie realtà del professionismo, su tutte, però, spiccano anche qui due panchine: quella del Cagliari, dove fece da vice a Rastelli e quella del Pescara, che lo vide primo interprete. Quest’oggi, in esclusiva per Pianeta Serie B, lo abbiamo intervistato per conoscere il suo punto di vista in merito all’attuale campionato di Serie B, soffermandoci in particolar modo sul Pescara. Queste le sue parole:

Mister, non posso che partire con la famigerata domanda: quanto le manca allenare?

Mi manca, mi manca nella misura in cui mi piace questo lavoro, questo mondo. Mi manca tanto. Purtroppo quello dell’allenatore è un mestiere complicato, perché capita che lavori per un certo periodo di tempo e poi le circostanze ti portano a star fermo. E’ un po’ come tarpare le ali. Purtroppo il calcio italiano è saturo. Saturo di gente, di professionisti, c’è poca possibilità di avere un percorso di crescita costante. Le opportunità sono sempre meno e le figure che ambiscono a determinati ruoli sempre più. Bisognerebbe, però, badare maggiormente alla qualità, dettata dal binomio tecnico-tattico, che alla quantità. Ultimamente le scelte sono dettate principalmente da motivi economici e ciò non può far bene al calcio.

Tenendo in considerazione tutte le varianti dettate dalla pandemia, che tipo di campionato ha fin qui visto in Serie B? Quanto importante, visto e considerato che diversi budget son stati drasticamente ridotti, si è rivelato il lavoro di quelle società che, allo sperpero di denaro, hanno preferito puntare su progetti chiari e solidi?

Ho visto un campionato molto interessante. Ci sono diversi allenatori che stanno portando una ventata d’aria fresca, con idee nuove e propositive. Vedo tanto equilibrio, in entrambe le fasce. Quest’anno il Monza poteva essere l’ammazza campionato, ma l’equilibrio non gliel’ha concesso. La fatica, da qui alla fine, potrebbe giocare un ruolo importante. Mancano ancora tante partite al termine e le squadre che ci arriveranno meglio atleticamente avranno la maglio. Purtroppo, poi, quando la condizione atletica cala, lo spettacolo viene meno. Come dicevamo, la pandemia ha senz’altro stravolto i piani del campionato, ma io penso che si possa fare ancora meglio. Per quanto riguarda la progettualità penso invece che si dovrebbe puntare maggiormente su di essa. Farlo non è assolutamente facile, anzi. Però, se si sceglie di dar fiducia ad un tecnico, per portare avanti una certa tipologia di calcio, bisogna farlo fino alla fine, senza ricorrere poi ad esoneri affrettati e poco producenti. Puntare su progetti mirati a far crescere un gruppo, porta inevitabilmente a crescere anche il valore del club. Un tecnico bravo, che non impone la sua idea di gioco, ma mette tutti in condizione di far bene tracciando quelle che, a suo avviso, potrebbero essere le linee guida giuste, porta a casa i risultati e permette ai giocatori di crescere sia sotto il profilo personale che di valore economico. La Serie B dovrebbe essere quella piattaforma in cui formare i nuovi calciatori che si apprestano ad approdare in Serie A. C’è bisogno di un rinnovamento mentale, culturale, tecnico e tattico.

Addentrandoci specificatamente nella classifica, la parte alta vede attualmente 8 squadre racchiuse in 8 punti. Quale schieramento in particolare l’ha più impressionata fin qui? Vede già delle ipotetiche favorite per la promozione e, pensa che da qui alla fine possa saltar fuori una squadra sorpresa?

C’è tanto equilibrio. L’Empoli sta facendo benissimo, è una corazzata e tutti ci aspettavamo questo percorso. Il Monza sta facendo altrettanto bene ed effettivamente si posiziona attualmente dietro l’Empoli. La Spal è un’altra squadra molto solida, che vedo tra le pretendenti alla promozione; e poi non posso che non apprezzare il percorso del Lecce che, dopo qualche difficoltà strutturale, sta ritrovando la quadra grazie alla bravura del suo tecnico. Penso che queste 4 squadre lotteranno per la promozione. Un percorso buono lo sta compiendo anche il Venezia, grazie a cambiamenti importanti della società, altra squadra che potrebbe far bene poiché propone una buona idea di calcio. Non credo ci saranno sorprese alla fine dei conti. Penso che anche la Salernitana, grazie ad un tecnico esperto, dirà la sua, ma non vedo spazio per eventuali sorprese visto l’elevato livello di queste squadre.

Nella zona bassa della classifica la situazione, seppur leggermente più definita, è potenzialmente ancor più imprevedibile. Lei crede che sulla carta ci sia qualche squadra con meno possibilità di sopravvivenza rispetto ad altre e, al contempo, una che fin qui ha maggiormente deluso?

Io penso che momentaneamente tutte le squadre coinvolte nella corsa alla salvezza sono a rischio. Quando entri in quel calderone lì, anche mentalmente, tutto si complica. Se non fai 4-5 risultati utili consecutivi non ne esci. Personalmente non penso ci siano squadre materasso. Squadre come Entella, Pescara, Ascoli, Cosenza non stanno bene, ma anche squadre di metà classifica potrebbero imbrigliarsi nella zona play out. Il Pescara, nonostante la buona squadra, si trova in una situazione critica in classifica, dispiace vederli lì perché potrebbero far meglio.

Il Pescara, appunto, ambiente che lei conosce molto bene. Che cosa non sta funzionando? Anche lì questo continuo cambio di allenatori non può che destabilizzare un ambiente già non molto stabile di per sé. Quante responsabilità ha la dirigenza in questo percorso fin qui al di sotto di ogni aspettativa?

Tutti hanno una parte di responsabilità quando le cose non funzionano. In primis le responsabilità sono di chi prende le scelte, questo è fuori discussione, ma anche chi lavora per il bene di quelle decisioni ha responsabilità. Spesso i giocatori non mettono la squadra al primo posto, purtroppo oggi chi ha paura di rischiare e di fare scelte impopolari, pensando solo ai beni materiali, non fa il bene del gruppo. A Pescara, purtroppo, i problemi non ci sono solo quest’anno, ma già da un po’ regna questa situazione. Purtroppo quando c’è qualcosa che non va, e non riesci a risolverla, continuerai a portartela dietro per sempre. Io ho visto in prima persona, essendo stato lì, la voglia di rimettere in ordine le cose. Il presidente, che nutre grande amore per questo club, ci ha provato e continua a provarci. Saprà sicuramente lui, essendo una persona esperta, come uscire da questa situazione. A me dispiace molto vederli in basso in classifica.

Pensa che il nuovo tecnico Grassadonia possa guidare alla svolta tanto attesa? Quale ruolo potrà giocare la prossima gara di campionato che li vedrà impegnati contro il rivitalizzato Lecce?

Grassadonia è un ragazzo che conosco molto bene, con il quale ho anche giocato insieme. E’ un ragazzo con valori importanti, una persona per bene, con idee chiare. Può riportare serenità nell’ambiente con l’aiuto soprattutto di quei giocatori che hanno a cuore quella maglia. Spero con tutto me stesso che possa far bene, sia per lui che per la squadra. Ci vorrà senz’altro tempo e pazienza. Dalla gara contro il Lecce mi aspetto una partita dura, intensa. Il Lecce, essendo in ripresa, andrà a Pescara con la voglia di vincere. Ma il Pescara proverà senz’altro a portare a casa la partita. Mi aspetto un Lecce che metterà in campo tutta la sua tecnica, la sua bravura, la sua voglia di far gioco e di tenere la palla ed un Pescara che proverà a difendersi e a ripartire in contropiede. Il Lecce è la squadra favorita, ma il delfino può ripartire da un ipotetico risultato utile.

Tornando invece sul personale, le chiedo: nel suo futuro prossimo quali sono le sue ambizioni e quale pensa che possa essere il suo punto di ripartenza?

Questo è un grande punto di domanda anche per me. Il calcio ci ha abituato a situazioni imprevedibili, dunque è difficile fare previsioni. Io sono pronto a tornare in campo, sono pronto ad ascoltare qualunque tipo di proposta. Qualora ci fosse un progetto serio prenderei in considerazione diverse ipotesi, anche dall’estero, dove magari mi potrei confrontare con una cultura nuova. Penso che la Serie B, però, possa fare maggiormente al caso mio.

Professionalmente parlando, dove sogna di arrivare?

Mi piacerebbe costruire un team serio, organizzato, in costante crescita. Indipendentemente dalla categoria. Vorrei costruire qualcosa di serio. La Serie A però, per una persona ambiziosa come me, non può che essere il sogno massimo.