3 Febbraio 2021

Vicenza, Jacopo Da Riva e il percorso verso la totalità

DA RIVA VICENZA – Tredici presenze in stagione, di cui dodici in campionato (condite da tre gol) e una in Coppa Italia. Poche per etichettare, abbastanza per elogiare un talento già noto ma in costante ricerca di conferme e affermazione. Jacopo Da Riva è senza dubbio uno dei migliori nuovi volti che la Serie B […]

DA RIVA VICENZA – Tredici presenze in stagione, di cui dodici in campionato (condite da tre gol) e una in Coppa Italia. Poche per etichettare, abbastanza per elogiare un talento già noto ma in costante ricerca di conferme e affermazione. Jacopo Da Riva è senza dubbio uno dei migliori nuovi volti che la Serie B sta mettendo in mostra in questa stagione, e le motivazioni sono diverse e piacevolmente articolate.

VICENZA, L’ANALISI DEL GIOVANE DA RIVA

A vent’anni hai tanto da dimostrare ma, in alcuni casi, qualcosa da poter far già notare. Il classe 2000 rientra in questa fattispecie. Gli appassionati (per passione e/o professione) di calcio giovanile hanno imparato a conoscere e apprezzare questo talento con la Primavera dell’Atalanta (compagine proprietaria del cartellino), punta di quel notevole iceberg che è il settore giovanile della Dea, capace di segnare e insegnare. Il Da Riva che stiamo apprezzando quest’anno è, considerazione lapalissiana ma ora approfondita, il risultato della crescita di cui ha beneficiato nei cinque anni in quel di Zingonia (è arrivato dal Pordenone). La scuola bergamasca gli ha permesso di crescere seguendo l’albero maestro presente da quelle parti ed eretto su vari principi calcistici: tecnica, interpretazione, duttilità. 

Caratteristiche, quelle appena sciorinate, che oggi rivediamo in Da Riva: un centrocampista che dà del tu al pallone, camaleontico per le richieste di mister Di Carlo e, passo dopo passo, propenso al rischio calcolato che i calciatori di livello sono chiamati ad assumere. L’elasticità tecnico-tattica richiesta a Da Riva è il prodotto, per tornare su un punto poc’anzi toccato, di un lavoro che, in Primavera, ha portato alla creazione di un ottimo amalgama con un altro elemento dalla struttura tecnica edificata sulla qualità: Simone Panada. I due reggevano un reparto nevralgico per una squadra costruita per dominare. Queste radici non sono state abbandonate da Jacopo nel corso di questa prima parte di esperienza a pieno titolo tra i grandi (specificazione derivante dall’impossibilità di non sottolineare l’esordio sia in Serie A che in Champions League del ragazzo).

DA RIVA, CENTROCAMPISTA SENZA CATENE

La richiesta in cadetteria è sicuramente più complessa rispetto al periodo nella cantera: tecnica e tattica individuale devono essere affiancate da un’accelerazione del pensiero in campo e tanta personalità, dato che il peso della scelta e dei conseguenti benefici o errori è sicuramente diverso. Da Riva (attualmente fuori per una contrattura all’adduttore) sta dimostrando, partita dopo partita, di essere in grado di assorbire questo precetto: ciò si nota dalla capacità di inserimento, dall’attenzione dimostrata e, infine, dal diniego di qualsiasi imbracatura limitante: Jacopo costruisce, invade, intercetta. Ha tante possibilità, ovviamente saltuariamente pecca di incertezza e lettura, ma sarebbe anormale il contrario dopo dodici turni di Serie B. Il lavoro dovrà continuare a essere l’unico credo cui fare affidamento, anche perché un allenatore meticoloso come Di Carlo non conosce altre vie per sé e i propri ragazzi.

Un percorso, quello di Jacopo Da Riva, che con le giuste tappe, vissute con passione, professionalità e spirito, potrà regalare alla Serie B prima, e al calcio italiano poi, un calciatore in grado di sorprendere.