25 Dicembre 2020

Non chiamiamola più sorpresa: il Cittadella ha legittimato il proprio status di big della Serie B

“Quando parliamo di zona play-off o promozione ormai dobbiamo fare costantemente i conti con il Cittadella, lo dimentichiamo sempre ma questa squadra è sempre lì.” Con questa frase incontrovertibile pronunciata lunedì sera nel corso dell’intervento  alla nostra trasmissione B-Analizziamo, Alessandro Iori, telecronista e host di DAZN, ha inserito la compagine di Roberto Venturato all’interno della cornice […]

Cittadella

Scudetto del Cittadella

“Quando parliamo di zona play-off o promozione ormai dobbiamo fare costantemente i conti con il Cittadella, lo dimentichiamo sempre ma questa squadra è sempre lì.” Con questa frase incontrovertibile pronunciata lunedì sera nel corso dell’intervento  alla nostra trasmissione B-Analizziamo, Alessandro Iori, telecronista e host di DAZN, ha inserito la compagine di Roberto Venturato all’interno della cornice dell’alta classifica. La formazione granata ha confermato il pensiero della nota voce della serie cadetta appena 24 ore dopo vincendo, nonostante 9 indisponibili poiché positivi al Covid-19, per 1-0 contro una candidata alla Serie A come il Frosinone.

Reduce da quattro partecipazioni ai play-off consecutive, nonostante le consuete cessioni significative (l’addio di Paleari Diaw forse la combo più pesante di sempre) e il canonico mercato in entrata fatto di scommesse affatto note provenienti dalle serie minori, dopo 14 giornate i veneti sono terzi in classifica con una gara da recuperare e virtualmente primi in caso di vittoria nella suddetta sfida. Se si analizza questo sport basandosi sulla carta, quello che il Citta riesce concretamente a compiere non è mai pronosticabile ai nastri di partenza.

Bisogna invece ammettere che anche nel calcio il totale è molto di più della somma delle singole parti. Il tecnico Venturato e il direttore generale Stefano Marchetti conferiscono al club una dimensione nettamente superiore rispetto a quella che sarebbe intuibile dallo studio del curriculum di tutti i calciatori presenti in rosa. La sinergia perfetta della coppia permette allo storico dg granata di non temere il budget decisamente inferiore rispetto a quasi tutte le concorrenti in sede di calciomercato. Andare a scovare profili da aggiungere alla rosa nei campionati minori per quasi tutti significa puntare su giovani di qualità che si sono messi particolarmente in mostra e credere nelle loro chance di ambientarsi e crescere in contesti più elevati. Il Cittadella, invece, ragiona diversamente.

Chi arriva in Veneto non è un elemento da formare, ma un ragazzo spesso neppure giovanissimo con caratteristiche, conoscenze e principi che si sposano con le idee di Venturato. Daniele Donnarumma Mario Gargiulo, due dei meno quotati e più performanti in questa fase della stagione, non hanno cambiato nulla del loro modo di giocare facendo il salto di categoria ma hanno semplicemente potuto mettere i propri punti di forza al servizio di un collettivo in grado sia di valorizzarne l’importanza che di oscurare quelli che possono essere gli aspetti maggiormente fragili del loro calcio. L’oculatezza della famiglia Gabrielli sarebbe un’arma spuntata senza l’impalcatura edificata dall’allenatore e la scaltrezza e le abilità di lettura del DG. Solo la compresenza e la compatibilità dei tre protagonisti del miracolo sportivo ha reso una realtà di provincia l’isola più felice del calcio italiano.

Anche noi addetti ai lavori fatichiamo ad adattarci a una logica che è davvero desueta nel sistema in cui ci troviamo e la permanenza prolungata di Venturato Marchetti nonostante gli straordinari risultati da loro raggiunti palesa la difficoltà dell’intero movimento di immaginare un meccanismo così oliato riprodotto lontano da Cittadella. Quel che è certo è che prima o poi l’eccezionalità dei traguardi che stanno conquistando spingerà club più facoltosi a tentare, anche da un punto di vista economico, un duo che ama così tanto ciò che realizza da proseguire da anni il progetto senza particolari titubanze.

Ora che il processo è giunto a uno stadio tanto avanzato è inevitabile considerare il Citta una big della Serie B, in grado di confermare stagione dopo stagione i progressi compiuti aumentando la propria consapevolezza e consolidando le certezze di un gioco talmente efficace e intenso da non risultare prevedibile e arginabile neppure ora che gli avversari hanno a disposizione un intero lustro di partite disputate per comprenderlo. Il 4-3-1-2 di Venturato adesso propone diverse varianti contenute in un’ossatura immutabile: l’utilizzo di D’UrsoVita Rosafio dietro le punte può cambiare l’approccio alle gare di tutto l’undici senza che i compiti dei singoli risultino più di tanto modificati. L’exploit di Pavan ha reso Iori una risorsa preziosa a partita in corso (interessante la sua compatibilità con l’ex Renate che fornisce anche l’opzione del doppio play per congelare il risultato col palleggio) e non più un faro insostituibile. La responsabilizzazione di Perticone, ora leader carismatico in grado di guidare i compagni della retroguardia, ha garantito un’alternativa all’asse Frare-Adorni al centro della difesa. Sull’out mancino la crescita esponenziale di Donnarumma genera un meraviglioso problema di abbondanza, data la presenza nello stesso ruolo di uno dei calciatori più decisivi della categoria: Amedeo Benedetti.

La palla, adesso, passa alla società. La squadra dimostra di essere matura, più propensa ad aprire un ciclo che a chiuderlo. Richieste per i due artefici del miracolo ne giungeranno sempre di più. La forza economica della proprietà per assorbire una promozione è nota e l’esempio dello Spezia sta dimostrando che, in una Serie A tatticamente e tecnicamente più evoluta, le idee contino maggiormente rispetto ai nomi e al budget e che quindi possibilità di ottenere la salvezza non sono precluse a nessuno. Ci sono tutte le condizioni per scrivere un ulteriore clamoroso capitolo di una storia fantastica, ma per semplificare l’obiettivo in un campionato davvero competitivo come quello di quest’anno a gennaio qualcosa di importante servirà. Per quanto l’organico sia complessivamente pronto, a Venturato farebbero comodo due pedine che già conoscono alla perfezione il suo calcio e che al tempo stesso hanno frequentato anche un palcoscenico più prestigioso oltre che sviluppato un rapporto approfondito con la promozione. Due nomi, senza giri di parole: Paolo Bartolomei Gabriele Moncini. Il primo costituirebbe il jolly di centrocampo che al momento manca. Permetterebbe una manovra più orizzontale quando necessario ma non priverebbe la squadra di dinamismo o di verticalità. Il secondo, che in granata ha vissuto i sei mesi migliori della sua carriera, sarebbe un autentico problem-solver per la compagine che arriva più facilmente negli ultimi 16 metri di campo. Gli attaccanti a disposizione del club veneto fanno tanto lavoro sporco, hanno tante abilità sia tecniche che atletiche che fisiche ma difettano di killer instinct: chi meglio della punta del Benevento potrebbe risolvere il problema?

Due ex, due calciatori che in massima serie pur non demeritando si stanno ritagliando meno spazio di quanto desiderassero, due profili che potrebbero partire in prestito se le società che ne detengono il cartellino decidessero di operare con decisione sul mercato in entrata. Il Cittadella versione 2020/21 sembra già il più forte di sempre, perché non osare e renderlo potenzialmente davvero vincente? Tutto il movimento ha bisogno di favole, ci sono già molti presupposti affinché questa diventi talmente unica e bella da essere narrata in eterno.