27 Agosto 2020

Monza, Antonelli: “Una grande opportunità lavorare per Berlusconi e Galliani. Tutti verrebbero a giocare qui”

ANTONELLI MONZA – Filippo Antonelli, direttore sportivo del Monza, si è raccontato ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport“: “Qui tutto è possibile ma allo stesso tempo aumentano le responsabilità. Lavorare per Berlusconi e Galliani è una grande opportunità umana e professionale. Chiaramente tutti i giocatori vorrebbero venire a giocare qui ed è proprio per […]

ANTONELLI MONZA – Filippo Antonelli, direttore sportivo del Monza, si è raccontato ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport“: “Qui tutto è possibile ma allo stesso tempo aumentano le responsabilità. Lavorare per Berlusconi e Galliani è una grande opportunità umana e professionale. Chiaramente tutti i giocatori vorrebbero venire a giocare qui ed è proprio per questo motivo che dobbiamo essere ancora più preparati per sbagliare il meno possibile. Le scelte si fanno con la testa e sono sempre ponderate con Galliani.

Quanto sono cambiate le cose dal mio arrivo nel 2015? Tutto perché all’epoca qui non c’era nulla. Bisognava ricostruire un pezzo alla volta. Mi ha insegnato molto quell’esperienza. Mi ha insegnato che bisogna sapersi adattare in base alla proprietà e così è con quella attuale. Voglio restare al passo di chi ha fatto la storia del calcio negli ultimi 30 anni. Se mi sento invidiato dai miei colleghi direttori sportivi? Ogni dirigente ha la sua proprietà, non mi piace giudicare gli altri e nemmeno pensare di essere un privilegiato. Ho sempre cercato, e tuttora lo faccio, di ascoltare e imparare da tutti per formarmi il più possibile. Anche perché poi, alla fine, l’esperienza è ciò che ci aiuta.

Cosa pensavo dei direttori sportivi da giocatore? (Sorride, ndr) Ammetto che qualche volta mi è capitato di dare la colpa a loro durante la stagione se le cose non andavano bene. Poi però comprendevo e ho capito che in realtà ero io l’artefice del mio destino. E così vorrei pensassero i calciatori. Ho cambiato quattordici maglie da calciatore? L’ho sempre vissuto come una sofferenza cambiare maglia e città. In realtà con il senno di poi mi sono costruito una serie di rapporti che adesso tornano buoni. Mi sento responsabile verso la proprietà Fininvest, verso Berlusconi, Galliani e tutti i tifosi del Monza. Vorrei per questo sbagliare il meno possibile.

Le mie origini abruzzesi? Pescara soprattutto è un luogo dove si mastica calcio e se provate a passare in rassegna giocatori, allenatori e dirigenti troverete molto del calcio professionistico attuale. Gli acquisti? Dobbiamo pensare alle cessioni che sono altrettanto importanti visto che si tratta di giocatori che hanno contribuito alla causa del Monza. Giovinco? Direi una suggestione. Romulo? Abbiamo fatto una chiacchierata con il suo agente. Tutino? Lo abbiamo seguito, vero, ma in passato“.