2 Ottobre 2023

I top e flop di PSB – L’anima del Cosenza e l’abbraccio a Lucarelli. Il Pisa ed il rosso: è imbarazzante. Bari, non va

I top e flop dell'ottava giornata

Photo by Giuseppe Cottini/Getty Images - Via One Football

In archivio anche l’ottava giornata di Serie B che nel primo scorcio di campionato ha già consegnato tra le mani di tifosi ed addetti ai lavori una classifica molto interessante con diversi spunti di riflessione. Stessi spunti che ha lasciato con sé l’ultimo turno di campionato e che nei consueti top e flop andiamo a sciorinare.

TOP

Cambia la filosofia ma non l’anima: il Cosenza non muore mai – Il Cosenza ha cambiato filosofia rispetto agli altri anni. Con Caserta e con una rosa messa a disposizione dagli sforzi di Guarascio e dal grandissimo lavoro di Gemmi, i Lupi ora sono propositivi, offensivi e con un’identità tecnica molto chiara improntata su principi di gioco tendenzialmente offensivi. Il vestito del Cosenza è cambiato ma l’anima resta la stessa: per i Lupi un cuore enorme dimostrato anche a Pisa con la rete al 98′, così come contro il Sudtirol, dopo aver preso il gol del pareggio di Masucci a tempo scaduto. Il cuore enorme del Cosenza è un fattore non studiabile: c’è da sempre e ci sarà ancora, a prescindere da calciatori ed allenatori.

L’abbraccio a Lucarelli – Sin dalla fine della scorsa stagione la Ternana vive un momento delicato. Prestazioni e risultati che non arrivavano, cambi di allenatori e proprietà ed un mercato partito in ultra ritardo a causa della cessione del club. Per Lucarelli una situazione non facilissima a cui ha risposto con l’unica arma conosciuta dal livornese: il lavoro, duro ed incessante. Lavoro sui suoi ragazzi, sulla testa e sulla tattica e con la Reggiana una vittoria liberatoria la cui fotografia è l’abbraccio di Celli, e di tutta la squadra, al proprio allenatore. Condottiero che nel corso della sua carriera ha dimostrato di saper navigare in mari estremamente calmi ed in altri eccessivamente mossi.

FLOP

Pisa colore rosso: qualcosa non va – Quattro espulsioni in sette partite. Il dato è allarmante, a tratti inquietante, di certo non bello per Alberto Aquilani ed a tratti anche imbarazzante, nel senso che crea imbarazzo a tifosi e giocatori che, dopo l’espulsione di Barbieri, erano palesemente increduli. Espulsioni di diversa natura, spesso ingenue, altre volte necessarie ma che, nei fatti, hanno pesantemente condizionato il cammino nerazzurro sin qui. Prepararsi in 11 per poi giocare spesso e volentieri in 10 non permette alla squadra di poter esprimere quelle idee che si sono intraviste ma che ciclicamente vengono stravolte. La casualità ha lasciato spazio alla ciclicità ed ora va messa una pezza.

Bari – Un ambiente (eccessivamente) polemico nei confronti di una società ed una squadra che deve ancora amalgamarsi, soprattutto in avanti, dopo i tantissimi cambi che il mercato ha portato. L’unica certezza di questa squadra è Michele Mignani, lavoratore umile e capace che sta provando quanto prima a trovare la quadra più giusta. Nella gara interna col Como, però, un’occasione sprecata enorme con i lariani in 10 ed i biancorossi che son caduti nello stesso errore commesso col Catanzaro una settimana prima: così non va.