🔍 Palermo, la proiezione punti non basta per la promozione diretta: il dato
Il dato riguardante i rosanero
Federico Serra / IPA Sport / IPA
Comunque la si giri, i numeri non fanno sconti. Se il Palermo chiudesse il girone d’andata con due vittorie, arriverebbe a 36 punti in 19 partite, media 1,89 a gara. Una base importante, certo, ma non ancora da promozione diretta “sicura” se confrontata con gli ultimi campionati di Serie B.
Con 1,89 punti a partita confermati anche nel girone di ritorno, il Palermo chiuderebbe il campionato a 72 punti. Guardando agli ultimi cinque tornei di B, questa quota avrebbe garantito la promozione diretta solo 2 volte su 5, come riporta tifosipalermo.it:
- 2020/21: seconda promossa diretta a 69 punti
- 2021/22: seconda a 69
- 2022/23: seconda a 74
- 2023/24: seconda a 73
- 2024/25: seconda a 76
Tradotto: 72 punti ti portano spesso in zona altissima, ma non sempre ti mettono automaticamente sul volo per la Serie A.
Neppure una crescita netta nel ritorno cambierebbe radicalmente il quadro. Se il Palermo riuscisse a tenere una media “da grande”, 2 punti a partita nella seconda metà di stagione, chiuderebbe a 74 punti totali. Basterebbero? Solo in 3 casi su 5 negli ultimi campionati.
La concorrenza corre: l’esempio Monza
C’è poi l’incognita avversari. Se il Monza dovesse vincere le prossime due partite (Modena ed Entella), la proiezione lo porterebbe in zona 80 punti finali: una quota che negli ultimi anni ha significato, di fatto, dominio e promozione diretta senza troppi patemi.
In questo scenario, il Palermo non solo dovrebbe tenere la sua proiezione migliore, ma alzare ulteriormente l’asticella, sperando magari in qualche rallentamento di chi lo precede.
Cosa serve per trasformare la proiezione in promozione
Per arrivare a 74–76 punti (la fascia in cui, storicamente, si decide la promozione diretta) il Palermo dovrà:
Alzare la media nel ritorno: non basta replicare l’andata: servirebbe stare stabilmente tra 2 e 2,1 punti a partita, quindi vincere la maggioranza degli scontri diretti e ridurre al minimo pareggi e scivoloni contro le medio-piccole.
Fare il salto mentale: le ultime stagioni insegnano che il problema non è l’organico, ma la tenuta alla distanza. La squadra di Inzaghi dovrà imparare a gestire i momenti di difficoltà senza crollare, portando a casa punti anche quando la prestazione non è brillante.
Sfruttare il mercato di gennaio: il ds Osti lavora su poche mosse mirate: sistemare l’attacco se Brunori dovesse partire, inserire almeno un elemento di qualità tra le linee e – se possibile – aggiungere un difensore affidabile (che potrebbe coincidere con il rientro di Magnani). Anche un solo colpo azzeccato può spostare un paio di partite e quindi diversi punti a fine anno.