🎙️ Padova, Bortolussi: “Berti e Shpendi si vedeva che erano diversi. Serie B? Lavoro per segnare, mi aspettavo un approccio più difficile”
Le considerazioni di Bortolussi
Gioele Mason / IPA Sport / IPA
Mattia Bortolussi, subito protagonista in Serie B con la maglia del Padova, ha offerto il suo punto di vista in merito alla prossima sfida contro il Cesena. Riprendiamo le sue parole da Il Corriere di Romagna:
Cesena – “Un bellissimo effetto, perché questo campionato e un’altra cosa e sono contento di giocare la mia prima gara da ex, Coppa esclusa, in questo palcoscenico“.
Approdo in Serie B – “No, non ci ho mai pensato. Parliamo di calcio, la paura deve stare fuori dal campo e deve far parte eventualmente di altri contesti ben diversi. Per me aver raggiunto la B sul campo ha avuto ancora più peso e ora mi godo il momento e basta. So quanto ho dato per riuscire a tagliare questo traguardo, che ho guadagnato senza aver ricevuto alcun regalo, se non dal miei genitori, che mi hanno sempre sostenuto. Poi noi un anno fa il campionato lo abbiamo vinto due volte: a gennaio, quando avevamo 10 punti di vantaggio, e in volata, dopo che il Vicenza ci aveva superato e la promozione sembrava esserci sfuggita sul più bello“.
Ricordi al Cesena – “Tre immagini non possono bastare. Andiamo con ordine: innanzitutto scelgo il giorno del mio arrivo dopo la lunghissima trattativa con il Novara. Sono arrivato negli ultimi giorni voluto fortmenete da Moreno Zebi, al quale devo tantissimo. Seconda immagine: il gol di testa al debutto sul campo della Virtus Verona. Poi ne scelgo altri due: quello a fine stagione in casa con l’Arezzo. che mi ha permesso di vincere la classifica marcatori al primo colpo, e quello contro il Pontedera nel campionato successivo, con la maglia azzurra dedicata alla curva Mare, che era finalmente piena: ogni tanto riguardo ancora quel video e mi emoziono. Poi ci sono stati anche momenti meno belli, tipo le due eliminazioni ai play-off. Vincere sarebbe stato difficile, ma non meritavamo di uscire in quel modo così beffardo e doloroso contro Matelica e Monopoli“.
Matelica e Monopoli – “Dolore? Si, soprattutto la prima sconfitta. La società era una famiglia, ci hanno messo a disposizione tutto quello che potevano e anche di più in un momento molto particolare a causa della pandemia. l’altro grande rimpianto è proprio di natura ambientale: aver vissuto a Cesena gli anni del Covid, a livello calcistico, è stato un peccato perché un tifo del genere mi sarebbe piaciuto viverlo diversamente. Tanto che ne parlo ancora con il mio amico Giulio Favale ed entrambi pensiamo a quanto sarebbe stato bello, soprattutto il primo anno, giocare in un Manuzzi pieno“.
Ciofi, Berti, Francesconi e Shpendi – “Si, per un motivo molto semplice: sono tutti figli di Cesena o del settore giovanile del Cesena. E Cesena è un posto dove i giovani sentono qualcosa di differente, vengono valorizzati e giocano. Dovrebbe essere cosi dappertutto. lo ricordo ancora il primo giorno di Berti: era la prima volta che si allenava e si vedeva che aveva qualcosa di diverso e di particolare. E lo stesso discorso vale anche per Shpendi: sia Cristian che Stiven sentivano già la porta“.
Subito determinante in B – “Faccio fatica a rispondere. Posso dire che io lavoro per segnare e che mi aspettavo un approccio più difficile e più duro. 16 gol mi soddisfano, ma sto lavorando per migliorare ancora. La C è stata la mia categoria per anni, ora vorrei che lo diventasse la B“.