25 Marzo 2021

Salernitana, Di Tacchio: “Il nostro percorso di crescita è cominciato già lo scorso anno. Daremo del filo da torcere a tutti perché vogliamo la Serie A”

DI TACCHIO SALERNITANA – Francesco Di Tacchio, capitano della Salernitana, ha rilasciato una lunga intervista a “Le Cronache”. Ecco le sue dichiarazioni: “Terzo posto a -1 dalla promozione diretta? Sicuramente bello, abbiamo lavorato duramente per essere nelle zone alte ma il dispiacere più grande in questo momento è non avere accanto a noi i nostri […]

DI TACCHIO SALERNITANA – Francesco Di Tacchio, capitano della Salernitana, ha rilasciato una lunga intervista a “Le Cronache”. Ecco le sue dichiarazioni:

Terzo posto a -1 dalla promozione diretta? Sicuramente bello, abbiamo lavorato duramente per essere nelle zone alte ma il dispiacere più grande in questo momento è non avere accanto a noi i nostri tifosi. In questa fase importantissima la tifoseria avrebbe potuto darci una spinta in più, finora siamo stati bravi a mantenere un ottimo rendimento in casa, ma se ci metti la spinta dell’Arechi in più, insomma quando diventa una bolgia, avremmo avuto un indubbio vantaggio. L’ho sempre detto che, quando giochi a Salerno da avversario, avverti qualcosa di diverso e sarebbe potuto essere così anche in questo rush finale. Quello di lottare per la promozione non è un obiettivo maturato di recente. Siamo partiti a metà agosto ed abbiamo lavorato solo ed esclusivamente per raggiungere questo traguardo e per scrivere una pagina importante per Salerno. Il campionato di B è difficile, ci sono molti alti e bassi, ma noi siamo stati bravi a rimanere costanti e continui. Ormai le gare sono sempre più poche ma siamo lì ad un punto dal secondo posto e dobbiamo lottare fino alla fine. Ci sono ancora 24 punti in palio, abbiamo quattro scontri diretti in casa e daremo filo da torcere a tutti perché vogliamo andare in serie A, sia economicamente che per la visibilità che quel palcoscenico può dare a tutti noi. Per quanto mi riguarda ho 31 anni e l’unico modo per arrivare a giocare in serie A è farlo raggiungendola con la Salernitana”.

Cos’è cambiato rispetto alle scorse stagioni? Il nostro percorso di crescita è cominciato già lo scorso anno. Abbiamo costruito tanto con Ventura, innanzitutto sotto il profilo della mentalità. Il mister cercava di trasmetterci una mentalità vincente nonostante gran parte della squadra fosse reduce da una salvezza ai play out e fossero arrivati molti calciatori reduci da retrocessioni o da annate deludenti. Nonostante questo abbiamo sfiorato i play off in un campionato difficile con tutte le problematiche che ci sono state a causa del blocco per la pandemia, con le partite poi giocate in estate ed a distanza ravvicinata. Quest’anno siamo ripartiti con maggiore consapevolezza, con un allenatore dalla filosofia diversa ed alcuni nuovi giocatori, ma sempre con lo stesso obiettivo. Nel mio primo anno qui abbiamo cambiato tre allenatori, partendo con un obiettivo ambizioso per poi ritrovarci in fondo alla classifica, facendo solo 4 punti nelle ultime nove partite ed entrando in vortice negativo da cui è stata dura venirne fuori. Per fortuna ci siamo salvati, ma quell’esperienza ci ha segnato tanto, il gruppo ha capito che nei momenti di difficoltà doveva reagire, lottare e rialzarsi. Ed è quello che stiamo facendo oggi”.

Differenze Ventura-Castori? Mister Ventura amava partire dal basso, costruendo il proprio gioco con i difensori e spesso con il portiere. Mi sono adattato in un ruolo che non avevo mai fatto in carriera e posso dire che grazie a lui sono migliorato tantissimo. Ho lavorato molto per fare al meglio quello che mi chiedeva e devo dire che mi sento cresciuto come calciatore. Sono fautori di due filosofie calcistiche diverse. Mister Castori fa un altro calcio, spesso devo buttarmi sulla linea dei difensori per creare la superiorità numerica nella nostra area di rigore. E’ molto più simile a Gattuso, altro allenatore che mi ha dato tanto nella mia esperienza a Pisa. Anche lui costruì una squadra basata sulle ripartenze in velocità e sulla impenetrabilità difensiva ed alla fine battemmo il Foggia di De Zerbi, una squadra fortissima, sulla carta molto più di noi. Nel calcio, però, non sempre i più forti vincono”.

Rinnovo? In questo momento non voglio neanche pensarci, c’è qualcosa di più grande in ballo. Aspetto con serenità  la chiamata della società, ma non c’è alcun tipo di problema, sono a disposizione. D’altronde l’ho detto anche prima, il mio sogno più grande è giocare in serie A con la Salernitana. Quasi 100 presenze in granata. Dal Venezia al Venezia, sembra quasi fatto apposta e spero sia di buon auspicio per me e per la Salernitana. Devo dire che quel rigore segnato al Penzo ha segnato la mia carriera, è stata la gara che ha dato davvero inizio alla mia esperienza alla Salernitana. Solo in quel momento, quando la palla è entrata in rete e ci siamo salvati, ho capito cosa significasse vestire questa maglia. Spero di fare queste quattro partite e se giocherò la centesima da capitano contro il Venezia, per me sarà un traguardo importante ma non quello più importante. Penso non ci sia cosa più bella, infatti, che regalare la serie A alla città di Salerno”.