27 Maggio 2024

Bari, Di Cesare: “Abbiamo avuto tanta paura di retrocedere. Futuro? Decideremo insieme alla società”

Le parole del capitano biancorosso

Il difensore del Bari, Valerio Di Cesare, ha rilasciato un’intervista per La Gazzetta dello Sport in cui ha parlato della stagione dei Galletti e del suo ritiro dal calcio giocato, non ancora deciso definitivamente. Di seguito le sue parole:

IL RITIRO – “Mio figlio Andrea mi chiede ogni giorno di non smettere. Gli ho risposto più volte che sono arrivato a 41 anni, è doveroso fare un esame di coscienza. Mi sento ancora calciatore. Ho tanta rabbia dentro, voglia di raggiungere obiettivi. Intanto è già una grande soddisfazione verificare che in tanti mi stiano chiedendo di non smettere”.

MIRCO ANTENUCCI – “No (sorride), lui no. Mi ha detto che non ce la faccio più…”.

LA DECISIONE DEL RITIRO – “Voglio capire e decidere insieme alla società”.

IL FUTURO NEL CALCIO – “Ho studiato per diventare d.s., quel che vorrei fare un giorno. Mi piacerebbe essere ottimizzato per le mie conoscenze, non fare fare l’uomo immagine”.

I 5 GOL DI QUEST’ANNO – “Non pensavo di farne così belli, mi ha sorpreso soprattutto l’ultimo a Terni. Che numero!”.

L’EMOZIONE PIU’ FORTE – “Il discorso del presidente alla squadra, a tavola, prima degli ultimi 90’. Ha anche ripercorso i miei anni a Bari. E’ stato molto suggestivo”.

LA PAURA DI RETROCEDERE – “Tanta, ma la speranza è sempre stata viva. Bastava giocare altre volte come a Terni”.

LACRIME DAVANTI AI CRONISTI – “Mi è dispiaciuto, ma siamo uomini. Sono crollato in un momento delicato. Bisogna avere anche il coraggio di piangere”.

COSA NON RIVEVREBBE – “Quest’ultima stagione e poi la finale dello scorso 11 giugno con il Cagliari”.

LA STAGIONE – “Rivivrei tutto. Ho sognato di fare il calciatore fin da bambino. Ecco, visti gli infortuni, non avrei mai immaginato di arrivare fino a 41 anni in campo”.

LA SERIE A – “Ognuno ha quel che merita. Sono contento, però, di averla assaggiata con il Torino. E poi, per tanti anni, la Serie B è stata una A2.Ne ho affrontati di attaccanti forti!”.