18 Novembre 2022

ESCLUSIVA PSB – Calaiò: “Parma migliorato con Pecchia. Palermo? Ha già fatto più di quanto mi aspettassi”

L'ex bomber di Parma e Genoa dice la sua sul campionato di Serie B

Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images - Via One Football

Tra i protagonisti della Serie B del recente passato c’è sicuramente Emanuele Calaiò, attaccante di razza che ha fatto le fortune di diverse squadre del panorama calcistico italiano. Dopo le prolifiche stagioni in Serie A, l’Arciere – soprannominato così per la sua esultanza iconica – è riuscito a rendersi protagonista anche negli ultimi anni della sua carriera conquistando una storica doppia promozione – dalla Lega Pro alla massima serie – con la maglia del Parma, incidendo così il proprio nome su un pezzo di storia del club ducale. L’ex bomber è riuscito a farsi apprezzare anche dai tifosi di un’altra protagonista cadetta quale il Genoa, segnando all’esordio in rossoblù nientemeno che in un sentitissimo derby con la Sampdoria del 2013. L’unico rimpianto? Probabilmente quello di non essere riuscito a vestire la maglia della squadra della sua città natìa, il Palermo. Intervenendo in esclusiva ai nostri microfoni, Calaiò ha espresso la propria opinione su diverse tematiche inerenti al campionato cadetto. In basso l’intervista integrale:

Buongiorno Signor Calaiò, com’è cambiata la sua vita a tre anni di distanza dal ritiro dal calcio professionistico?

“Dopo aver finito la carriera alla Salernitana, il club mi ha dato l’opportunità di proseguire con un ruolo dietro la scrivania. Ho lavorato un anno col settore giovanile amaranto e al termine del contratto ho sfruttato l’anno sabbatico per conseguire la qualifica di direttore sportivo. Allo stato attuale aspetto l’occasione giusta con una società che creda nelle mie capacità a livello dirigenziale. Inoltre, trascorro parte del mio tempo allenando i più giovani nelle scuole calcio”.

Considerando le tantissime esperienze, la sua carriera calcistica è legata saldamente alla Serie B. Oltre alle innumerevoli marcature, il suo “arco” ha scoccato e scritto importanti pagine di storia, come quella della doppia promozione col Parma. Come valuta la prima parte di stagione dei crociati?

Rispetto all’anno scorso c’è stato un netto miglioramento. E’ chiaro che il campionato cadetto sia molto tosto considerata la presenza di tante squadre blasonate. Inoltre, non è facile per una società che negli ultimi anni ha cambiato tanto come il Parma. C’è stata una rifondazione e non è mai semplice vincere nell’immediato. Credo che Pecchia sia una scelta vincente per la panchina, è un profondo conoscitore della Serie B ed è stato bravo a mettere a posto il reparto difensivo. Oltre ad avere qualità tecniche, infatti, i ducali sono un avversario spigoloso da affrontare per tutti. Nell’ultimo periodo sono nate delle difficoltà a causa dei tanti infortuni, ma è chiaro che se vuoi ottenere grandi traguardi devi avere continuità e calciatori che siano in ottime condizioni fisiche, altrimenti i momenti di appannamento potrebbero essere dietro l’angolo. Resto comunque convinto che i crociati abbiano tutte le carte in regola per recitare un ruolo da protagonisti“.

Ha definito vincente la scelta Pecchia. Dal suo punto di vista come ha rivitalizzato la squadra dopo la scorsa annata deludente?

“Le fortune dei calciatori sono gli allenatori e il cambio in panchina apporta sempre uno stimolo in più nella mente di chi è in campo, a partire dalla voglia di dimostrare qualcosa. Può darsi che qualche interprete protagonista in negativo lo scorso anno abbia totalmente cambiato registro con Pecchia. Ogni tecnico gestisce la rosa a proprio piacimento e il calciatore si regola di conseguenza. Penso che l’ex Cremonese abbia inciso non solo a livello fisico e tattico ma anche nella gestione dello spogliatoio. Ci sono tanti calciatori stranieri che parlano lingue diverse ed è chiaro che in questa situazione è difficile formare un gruppo coeso come ai tempi della nostra scalata. In quel frangente eravamo quasi tutti italiani e i problemi venivano prontamente risolti dall’intervento di noi veterani”.

Lei è palermitano di nascita, ma nel corso della sua lunga carriera non è mai riuscito a vestire la maglia del Palermo. Questo può costituire un rimpianto oppure non ne ha mai fatto un problema?

Un piccolo rimpianto c’è sicuramente, ma il mancato approdo in rosanero non è dipeso da me. In particolare, ci sono state due opportunità: la prima quando lasciai Pescara per approdare al Napoli. Nell’ultimo giorno di mercato il mio procuratore mi disse che c’era Zamparini al telefono, ma da buon siciliano decisi di mantenere la parola data ai partenopei. Ricordo benissimo anche la seconda volta, in panchina c’era Bruno Tedino che mi stimava e in quell’occasione stavo per firmare un contratto triennale. Poi il Parma non riuscì ad ingaggiare un’alternativa in attacco e la mia avventura in Emilia proseguì con un campionato che valse la promozione in Serie A. So quanto è difficile per un palermitano vestire la maglia del Palermo, è sempre stato un mio pallino ma probabilmente il destino ha voluto così. In seguito, qualche tifoso palermitano ha deciso di legarsi al dito la mia esperienza al Catania mostrando un po’ di astio, ma è chiaro che quando sei un calciatore professionista non pensi alla rivalità che c’è fra le tifoserie”.

Soffermandoci proprio sul Palermo, crede che la prima parte di stagione dei rosanero sia in linea con le aspettative oppure che ci si potesse aspettare di più?

No, tutt’altro. Secondo la mia opinione il Palermo ha già fatto tanto rispetto alle aspettative. Nella passata stagione in Serie C nessuno si sarebbe mai aspettato che i rosa avessero ottenuto la promozione in B. La squadra fu costruita con pochissime risorse, a due lire, poi c’era tanta incertezza sul fronte societario. Si parlava di cambiamento e non si capiva se la società dovesse essere ceduta. Tuttavia, il direttore Sagramola ha fatto un ottimo lavoro e i calciatori si sono rivelati funzionali allo scacchiere di Baldini mostrando grinta e fame. E’ chiaro che i playoff siano un terno al lotto e il Palermo in quell’occasione ha sfoderato un ottimo stato di forma. Quest’anno con la nuova proprietà sono arrivati dei calciatori di qualità ma non è facile imporsi in Serie B. Il punto di forza dei siciliani è avere dalla propria parte una tifoseria passionale e spettacolare, per il resto la stagione potrebbe continuare a nascondere delle insidie”.

Anche a Genova sponda rossoblù è riuscito a lasciare dei buoni ricordi. Nonostante i favori del pronostico, la squadra di Blessin manca l’appuntamento col successo da quasi un mese. Si tratta di un momento negativo o c’è qualcosa di più?

Sono convinto che non sia soltanto un periodo no, è semplicemente la testimonianza della difficoltà della Serie B. Non è detto, infatti, che se retrocedi dalla A poi riesci nell’intento di tornarci immediatamente. Nel campionato cadetto confluiscono calciatori che arrivano dalla C e che spesso hanno più fame degli altri. Anche se hai profili in grado di fare la differenza non è detto che vinci, anzi è più difficile quando hai tante “prime donne”: hai la consapevolezza di essere una squadra forte, ti senti appagato e manca un po’ di grinta. Il Genoa dovrebbe voltare pagina da questo punto di vista“.

Il gol si è rivelato fondamentale per la sua carriera. Quali sono i suoi attaccanti preferiti e chi non ha ancora espresso a pieno le proprie potenzialità in Serie B?

Mi aspetto molto da Inglese, ho avuto la fortuna di giocare con lui e pensavo che in B facesse realmente la differenza. E’ molto forte e a causa dei vari infortuni non è riuscito ad alzare l’asticella a Parma, ma sono sicuro che Pecchia riuscirà a metterlo nelle migliori condizioni possibili. Tra quelli che mi esaltano come non citare Massimo Coda, un attaccante fortissimo che può spostare gli equilibri anche se al Genoa non sta segnando come nelle passate stagioni. Poi penso anche a La Gumina e Moncini. Brunori mi ha impressionato perché è arrivato tardi nel calcio che conta ma sta dimostrando di essere forte e in grado di fare la differenza anche in cadetteria”.

In conclusione, qual è la squadra che è riuscita a sorprenderla in questo primo scorcio di stagione e da chi si aspetta molto di più nel prosieguo?

Sicuramente non mi aspettavo il Frosinone in cima alla classifica, ma sta dimostrando di meritare il primo posto. Nonostante il grande cambiamento nella rosa, invece, ero convinto che la Reggina potesse recitare un ruolo da protagonista. Non hanno la rosa più forte, ma con Inzaghi i calciatori danno sempre il 100% di se stessi. Mi aspetto molto di più dal Genoa, dal Parma e dal Benevento che è riuscito a centrare i tre punti a Ferrara dopo una lunga astinenza di vittorie”.