9 Maggio 2022

Pordenone, l’addio al calcio di Bindi: “Retrocessione? Un passo indietro per farne prestissimo due in avanti”

BINDI PORDENONE – Il portiere Giacomo Bindi ha deciso di appendere le scarpe al chiodo in coincidenza con la fine del campionato di Serie B, che ha sancito la retrocessione in Serie C del suo Pordenone. Ai microfoni di “Tuttomercatoweb.com” ha deciso di ripercorrere le tappe più importanti del suo percorso: “Guardandomi indietro, ho visto […]

Foto Pordenone Calcio/Antonio Ros

BINDI PORDENONE – Il portiere Giacomo Bindi ha deciso di appendere le scarpe al chiodo in coincidenza con la fine del campionato di Serie B, che ha sancito la retrocessione in Serie C del suo Pordenone. Ai microfoni di “Tuttomercatoweb.com” ha deciso di ripercorrere le tappe più importanti del suo percorso: “Guardandomi indietro, ho visto di aver costruito una carriera fatta di tanti momenti preziosi, campionati vinti, gare giocate in modo soddisfacente in Serie B, confronto con persone che adesso sono in Serie A: sapevo da subito, però, che tutto questo, per quanto bello e felice, non era eterno, quindi mi sono costruito attraverso gli studi universitari un percorso alternativo. Che reclama adesso il suo momento: è l’ora di lasciare questa prima parte di vita per dedicarmi a qualcosa di diverso. Certo, smettere e riniziare un percorso è una forma di investimento e rischio su sé stessi, serve coraggio, ma sono sereno, anche perché la decisione non è maturata dall’oggi al domani. Erano dei mesi che la stavo valutando. Il confronto con la mia famiglia e le persone a me vicine mi ha aiutato molto. La cosa che però mi ha sorpreso è la manifestazione di affetto ricevuta una volta comunicata questa mia scelta: mi aspettavo qualche pacca sulle spalle, ma non così tante. Questo mi ha gratificato molto, vuol dire che ho fatto bene, sono piaciuto, sono stato utile: ho quindi ancora più serenità nel lasciare il calcio giocato”.

Pordenone, nel corso degli anni, è una piazza che ha vissuto molte gioie, è cresciuta tanto sotto molti aspetti: dall’apparizione di Milano in Coppa Italia con l’Inter si è poi passati alla Serie B, con tanto di Serie A sfiorata… sono davvero molto felice di quanto è stato fatto. La retrocessione è stata un insuccesso, certo, ma credo sia solo un passo indietro per farne prestissimo due in avanti. C’è tutto per ripartire al meglio. Anche le esperienze negative aiutano a crescere. Non ho ragionato sui momenti della squadra e dell’ultimo anno, ho fatto un ragionamento sul mio percorso totale. Sentendomi davvero sereno e soddisfatto ho ritenuto fosse comunque il momento giusto”.

Il momento più bello della mia carriera? E’ difficile sceglierne uno, anche se i campionati vinti sono sicuramente quello che più mi rimane dentro. Il primo a Latina, anche se non da protagonista assoluto, non lo dimenticherò mai, ma anche la B conquistata a Pisa, a fronte di un campionato giocato da protagonista, è qualcosa di magico, un momento indelebile. Cornice di pubblico fantastica, la più bella di sempre, e un mister, Gennaro Gattuso, che è quasi un mito. Un campione del mondo, una persona di carisma e astuzia che ha sempre capito le dinamiche dei vari momenti, ha insegnato tanto a tutti. Indubbiamente Gattuso ha segnato la mia storia sul rettangolo verde, ma in una carriera così lunga e differenziata, vissuta dal profondo Nord al profondo Sud, sono state tante le persone che mi hanno lasciato qualcosa. Un qualcosa che ho poi sempre messo in pratica nelle mie esperienze”.

Mancate riconferme? (Ride, ndr) Effettivamente dopo la promozione non sono mai stato fortunato! A parte gli scherzi, sono state tutte situazioni diverse. A Latina fu un addio doloroso, a Pisa ponderato e più voluto: avevo visto poca chiarezza nel progetto, e, seppur con dispiacere, ho optato per altre soluzioni. Cosa che non avrei invece fatto a Padova: capisco il fare altre scelte, ma dopo due anni che avevo dato il meglio di me non mi è stata data neppure la possibilità di fare il secondo, mi hanno detto che dovevo andar via. Ci son rimasto molto male. Pordenone è invece il club con cui ho avuto il riscontro meritocratico migliore, la società non ha mai messo in discussione la mia titolarità neppure in Serie B, e a proposito di persone che hanno segnato il mio percorso, cito mister Tesser: con loro ho conosciuto dinamiche professionistiche di livello, tra le migliori respirate in questo sport”.

Il mio futuro? Mi piacerebbe rimanere sì nel calcio, ma no da attore protagonista, bensì vedendolo da un’altra prospettiva, per provare a migliorarlo. A settembre inizierò con l’AIC il corso formativo di segretario amministrativo, poi vedremo cosa mi riserverà il futuro”.