19 Marzo 2024

Parma, l’ex Beretta elogia Pecchia: “I ducali hanno un’identità. Struttura interessante per la Serie A”

Parla l'ex tecnico crociato

Photo by Emmanuele Ciancaglini/Getty Images - Via One Football

Mario Beretta, ex allenatore di Parma, Brescia, Torino e Cesena, è intervenuto durante la trasmissione Bar Sport su 12 Tv Parma in merito dei ducali, in particolare sull’allenatore Fabio Pecchia.

Queste le sue dichiarazioni, riprese da parmalive.com:

Una volta l’allenatore si diceva che contava al 20%, ma secondo me conta molto. Pecchia lo sta dimostrando, il Parma ha un’identità ben precisa, i giocatori sanno quel che devono fare e vuol dire che l’allenatore ha lavorato con un’idea di gioco, partendo tra l’altro dallo scorso anno. Quest’anno ha proseguito il percorso, e ora la squadra ha una sua precisa identità: il merito è dell’allenatore“.

Gli allenamenti che abbiamo visto abbiamo percepito l’organizzazione delle sedute, una buonissima intensità e una certa empatia dell’allenatore che ci è piaciuta molto, nel suo entrare in sintonia con i giocatori. Poi questo va insieme agli aspetti tecnico-tattici che fanno sì che una squadra sia prima in classifica“.

Sull’impiego dei giocatori in più ruoli diversi: “Sicuramente adesso il calcio va più verso queste idee, in cui i calciatori devono saper fare più cose. C’è molta rotazione di ruoli, e il Parma lo dimostra, con Pecchia che fa fare più cose ai giocatori. Ma lo si vede anche nella gestione del gruppo, Pecchia ruota spesso i giocatori e questo per i calciatori è fondamentale. A volte anche i giocatori hanno anche bisogno di tirare un po’ il fiato“.

Su tale approccio offensivo dei ducali anche in Serie A: “Francamente non lo so, ma Pecchia viene da esperienze importanti, anche con Benitez, e questo fa molto la differenza. Facendo i debiti scongiuri, con qualche innesto, secondo me il Parma ha una struttura interessante anche in ottica Serie A. Ha ragazzi giovani e questo è un grande merito, anche per la scelta dell’allenatore“.

Su giocatori del Parma che avrebbe voluto allenare: “Più di uno. Sicuramente prenderei Bonny, ai tempi avevo solo Corradi davanti per cui me ne sarebbe servito un altro. Bernabé anche mi piace molto: lo vidi tre anni fa e si vedeva che aveva talento. Anche Man ha grande qualità, Benedyczak, Mihaila, Circati anche è molto interessante… senza nulla togliere agli altri“.

Su Bernabè: “Io l’ho visto due volte, non lo conosco appieno. Si vede che ha qualità, ma non so che tipologia di giocatore è. Ha un bel calcio e giocatori così rendono bene quando si avvicinano alla porta. Mi sembra però che possa fare più ruoli, e del resto abbiamo visto giocatori in grado di spostarsi di ruolo e rendere al massimo in zona gol anche partendo da più lontano, penso per esempio a Calhanoglu“.