12 Ottobre 2020

Cremonese, Bisoli: “Dopo le favorite ci siamo noi. Sono convinto che potremo dire la nostra”

  Durante la sosta del campionato, Pierpaolo Bisoli, tecnico della Cremonese , ha parlato alla stampa. Il tecnico grigiorosso si è focalizzato su tre temi principali: la Cremonese, il gruppone delle favorite e la situazione COVID-19. Ecco la sua intervista riportata dalla Gazzetta dello Sport nell’edizione di oggi, lunedì 12 ottobre: “Per noi questo è l’anno zero, quello in cui si deve […]

Bisoli Padova

Pierpaolo Bisoli, allenatore del Padova

 

Durante la sosta del campionato, Pierpaolo Bisoli, tecnico della Cremonese , ha parlato alla stampa.

Il tecnico grigiorosso si è focalizzato su tre temi principali: la Cremonese, il gruppone delle favorite e la situazione COVID-19.

Ecco la sua intervista riportata dalla Gazzetta dello Sport nell’edizione di oggi, lunedì 12 ottobre: “Per noi questo è l’anno zero, quello in cui si deve programmare. Non a caso la società ha ringiovanito la rosa e acquisito giocatori di categoria a titolo definitivo. Abbiamo inserito anche 4-5 ragazzini delle giovanili, perché il gruppo si forma proprio sull’appartenenza e l’orgoglio di sentirsi partecipi di un progetto. Pochi in B hanno un centro sportivo come il nostro con campi, palestre e ogni tipo di servizio. Il mercato? Sono contento, abbiamo raggiunti quasi tutti i nostri obiettivi. Il Monza non si può nascondere, hanno fatto una campagna acquisti stellare e i dirigenti hanno dichiarato sin dal primo giorno di volere la promozione. Non ci sono dubbi sulla forza di questa squadra. Li metto nel gruppone delle favorite con Lecce, Brescia, Empoli e Frosinone. Senza dimenticare il solito Cittadella e le sorprese che ci saranno in campionato. La Cremonese la metto dopo le favorite. Sono convinto che il mese prossimo quando tutti saranno nelle stesse condizioni atletiche potremo dire la nostra. Qualche giorno fa ho definito la Cremonese di novembre una macchina infernale, e sono convinto che sarà così. Me ne accorgo dall’intensità degli allenamenti e dalla competizione che anima i ragazzi. Ogni giorno saltano fuori giocatori o personale dello staff contagiati. Io sono d’accordo con Roberto Mancini: il calcio è un diritto come la scuola, vanno prese precauzioni necessarie e rispettate le direttive. Non si può fermare, perché un altro lockdown sarebbe una botta mortale per questo sport. Facciamo tamponi e controlli di continuo. Questa è stata una delle province più colpite nella prima fase e ha pagato un prezzo altissimo. Il calcio non sconfigge la malattia, ma può essere un raggio di luce in uno dei periodi più bui della storia”.