2 Dicembre 2022

ESCLUSIVA PSB – Spinelli: “Assurdo l’esonero di Lucarelli, Bandecchi doveva contare fino a cento. Genoa, i giocatori si impegnino di più”

Lo storico ex numero uno di Genoa e Livorno in esclusiva ai nostri microfoni

Gabriele Maltinti/Getty Images - Via One Footbal

Ex patron del Genoa dal 1985 al 1997, e del Livorno dal 1999 al 2020, nonché tra i più iconici numeri uno del panorama calcistico italiano degli ultimi venticinque anni, Aldo Spinelli è stato raggiunto in esclusiva dai nostri microfoni al fine di analizzare due dei temi più caldi che hanno caratterizzato le ultime settimane di Serie B, su tutti: l’esonero del “suo” Cristiano Lucarelli a Terni, avuto sia come calciatore che come allenatore durante la lunga esperienza al timone del club labronico, e la crisi del Genoa, apparentemente a un passo dalla separazione con Alexander Blessin, prima dell’improvviso dietrofront del sodalizio ligure che ha inaspettatamente confermato la fiducia al trainer di Stoccarda.

Presidente, la sconfitta di Pisa ha portato all’inaspettato esonero di Cristiano Lucarelli, artefice del ritorno in Serie B delle Fere. Nonostante un periodo poco felice in termini di risultati, l’allontanamento dell’ex attaccante ha lasciato di sasso larga parte degli addetti ai lavori e dei tifosi rossoverdi per il comunque importante percorso che lo stesso era stato in grado di porre in essere negli ultimi due anni e mezzo in Umbria. Qual è la sua idea a riguardo?

“Lucarelli è uno dei migliori allenatori che abbia visto negli ultimi anni in Serie B, e lo dico sinceramente. Io lo seguivo alla Ternana perché è stato prima mio giocatore e poi allenatore a Livorno, e devo dire che questo esonero lo reputo a dir poco inspiegabile. Ultimamente stava mancando sicuramente qualcosina alla squadra in termini di risultati, ma la compagine umbra è comunque nelle prime posizioni: ripeto, questa scelta del presidente Bandecchi mi sembra assurda“.

Notiamo, quindi, come Lucarelli sia riuscito a conquistare la sua stima anche nella nuova veste da allenatore, nonostante le difficoltà inizialmente riscontrate dallo stesso proprio negli ultimissimi anni della gestione Spinelli a Livorno, in una delle sue primissime esperienze post-calcio giocato.

“Io a Livorno forse sbagliai a mandarlo via, ma in quel periodo era ancora un principiante. Oggi, invece, l’ho visto molto maturato anche in questa nuova veste e la Ternana stava giocando davvero molto bene al calcio, nonostante in termini di organico ci siano sulla carta diverse squadre più attrezzate delle Fere. Oggi la Serie B rappresenta un torneo ancora più complicato della Serie A, considerando tutti questi mecenati che hanno deciso di investire in cadetteria: dal Como, che è la proprietà più ricca del calcio italiano, passando per Vigorito a Benevento fino alle stesse Ascoli e Pisa, che alle spalle hanno una società solidissima. Tutte queste, ad oggi, sono dietro ai rossoverdi in classifica. Da quello che ho visto, posso garantire che Lucarelli sia migliorato tantissimo. Chiaro che alla rosa manchi qualcosa ma, proprio in virtù del fatto che siamo dinanzi al campionato cadetto più difficile di sempre, il lavoro di Cristiano assume connotati ancora maggiori“.

In tutto questo, Lei ha avuto modo di conoscere anche Bandecchi, visto che qualche anno fa l’imprenditore livornese era interessato a rilevare la società labronica, club della sua città. Crede che, forse, la sua smisurata ambizione lo abbia portato a compiere una scelta non sufficientemente ponderata?

“Bandecchi è un presidente senza alcun dubbio vulcanico, ma ritengo che avrebbe dovuto contare fino a cento prima di esonerare Lucarelli. Ribadisco, stava facendo bene. E’ chiaro che ci siano alcune partite che nascono male e si concludono peggio durante l’anno: una di queste è stata la trasferta di Pisa, che lo stesso numero uno rossoverde, di certo, ci teneva particolarmente a vincere da livornese vero che l’amaranto ce l’ha nel sangue. Capisco che questa sconfitta sia stata molto dura da digerire per lui, ma a volte può succedere che dopo un KO pesante un presidente si rechi negli spogliatoi un po’ troppo fuori di sé, compiendo scelte rivedibili“.

Non se la passa benissimo, poi, l’altro club al quale ha legato indissolubilmente il suo nome: il Genoa. Nonostante la zona promozione sia ancora ampiamente alla portata, la prima parte di stagione del Grifone, considerato il fortissimo organico di cui dispongono i liguri, non può certamente essere considerato soddisfacente. Quali sono, a suo avviso, le motivazioni dell’inizio a rilento dei rossoblù?

“Io credo che, nonostante anche qui manchi qualcosina, il Genoa abbia tutto ciò che serve per andare in Serie A. Per quanto riguarda Blessin, nelle prossime due deve fare sei punti. C’è poco altro da fare o dire: ha due gare in casa, e l’imperativo deve essere questo. Anche i giocatori, però, devono, impegnarsi di più. Si tende sempre a dare la colpa agli allenatori quando le cose vanno male, ma in questo caso chiamerei in causa anche chi scende in campo: devono tutti dare di più! L’organico del Genoa è uno dei più attrezzati e profondi del campionato ma, se non si dà il massimo, questo serve a poco“.

Quando dice che a una squadra sulla carta fuori categoria come il Genoa manchi ancora qualcosa, a cosa si riferisce nello specifico?

“Beh, direi che a sinistra qualcosina da correggere ci sia, così come a centrocampo. Davanti, poi, servirebbe qualcuno che affianchi Coda. Nell’ultima gara persa contro il Perugia, poi, i cambi non hanno migliorato la squadra. Anzi, sotto certi punti di vista l’hanno peggiorata. Gliel’ho detto, quest’anno è un campionato difficile. C’è anche il Brescia, dove sembrerebbe essere tornato Cellino dopo le ultime settimane roventi, e tantissime squadre attrezzate anche nelle retrovie che potrebbero risalire. La distanza lassù è di 2-3 punti tra una posizione e l’altra e in Serie B ci vuole davvero poco a ritrovarsi dall’inferno al paradiso, e viceversa. La B la vinci a marzo-aprile”.

Della gestione un po’ confusa dell’esonero – poi non concretizzatosi – di Blessin, invece, cosa pensa?

“Il Genoa è terzo in classifica, il discorso è simile a quello fatto poc’anzi per la Ternana con Lucarelli. Sicuramente i rossoblù non possono stare fuori dalle prime due posizioni, è altrettanto vero che ci sarà qualcosa da correggere a gennaio, ma ancora il cammino è lungo. Io le posso dire che il Grifone è super attrezzato e che la società penso sia già al lavoro per far funzionare ciò che finora non è andato per il verso giusto. Ritengo il Genoa la compagine più forte tecnicamente e maggiormente organizzata a livello societario, ma il calcio è sempre imprevedibile e anche il Mondiale ce lo sta dimostrando, con il Giappone agli ottavi e la Germania a casa“.