6 Dicembre 2023

ESCLUSIVA PSB – Ricky Buscaglia: “Al Palermo serve una scintilla, il Lecco deve puntare sulla forza delle idee. Parma e Venezia? Attenzione alle regole non scritte della Serie B”

Abbiamo intervistato Ricky Buscaglia, giornalista e telecronista di DAZN: ecco il suo punto di vista sulla Serie B.

Archiviata la 15ª giornata, per le venti squadre iscritte alla Serie B è tempo di pensare ai prossimi impegni in calendario. È un turno cruciale, in cui si disputeranno partite-chiave per i primi posti della classifica e per i piazzamenti inferiori. In vista del prossimo turno è intervenuto ai nostri microfoni Ricky Buscaglia. Giornalista e telecronista DAZN, Buscaglia commenta sia la Serie A che il campionato cadetto. Di seguito l’intervista completa.

Parma e Venezia hanno marcato una distanza significativa rispetto alle inseguitrici: pensi che possano tenere questi ritmi fino alla fine del campionato?

“Siamo in una zona di campionato in cui i valori di classifica sono credibili. È inequivocabile che Parma e Venezia abbiano i numeri per andare in Serie A. Sono le due squadre più continue e forti. Però alle loro spalle ci sono squadre strutturate, quindi attenzione alle leggi non scritte della Serie B. Il girone d’andata è una cosa, quello di ritorno è un’altra. Soprattutto con il mercato di gennaio, che può consentire svolte clamorose alla categoria, vedasi il Venezia della scorsa stagione. La B è uno dei tornei più imprevedibili d’Italia. Parma e Venezia hanno un progetto che parte da lontano. Il segreto del Venezia si chiama Vanoli, poi aver trattenuto Pohjanpalo è stato fondamentale. Il Parma sta aggiungendo muscoli e “sciabole” per usare una metafora. Se il Parma riesce a vincere le partite sporche, può tenere questo ritmo”.

Catanzaro e Como per molti sono due sorprese del campionato. Ti aspettavi che il cambio in panchina dei lariani potesse dare risultati immediati? Lato Catanzaro: la squadra di Vivarini si candida per la lotta promozione?

“Il Catanzaro è la vera sorpresa. Il Como è da tre anni in categoria, ha una società solida e una squadra ricca di nomi. Il Catanzaro già lo scorso anno aveva una squadra da Serie B. Il Catanzaro è una squadra divertente, anche da commentare. È una squadra ben pensata, che può fare un campionato senza pressioni. Se il Catanzaro non va in A non c’è nessun probema. Questa è un’arma in loro favore: sono belli da vedere, ben allenati ed estremamente pericolosi anche perché leggeri di testa. Io non credo che possano andare dritta in Serie A, ma il Catanzaro ai playoff ci va. Sarà la classica “scheggia impazzita”, eliminarli sarà un problema per tutti. Se il Catanzaro dovesse andare per via diretta in A, sarebbe davvero sorprendente. Ma ai playoff, il Catanzaro sarà la classica formazione che nessuno vorrà incontrare sulla gara secca. Ha solidità mentale, vince più di quanto perde da un anno e mezzo: sarà pericolosissima per tutti, dipenderà molto dalla gamba con cui arriverà ai playoff. Anche se lo vedo grande protagonista”.

“Como? Il cambio in panchna ha stupito tutti perché Longo stava facendo bene. Ci vorrà del tempo per vedere il calcio che dichiara di avere in testa Fabregas. I risultati consentono di lavorare con tranquillità, ma le prime due uscite non sono state semplicissime. Ma la squadra è buonissima, il Como farà un campionato da protagonista. Sarò curioso di vedere cosa faranno a gennaio, ma al momento la posizione di classifica è solida. È una di quelle 2-3 squadre che può insidiare la coppia in fuga alla lunga. Ma per vedere il cambio di Fabregas ci vorrà ancora tempo”.

Il Palermo ha dimostrato una certa discontinuità, dopo un inizio con il botto è calato notevolmente. Pensi che continuare con Corini sia la scelta più opportuna, al momento?

“Che ci sia uno scollamento tra ambiente e Corini mi sembra evidente. La fiducia verso Corini è andata un po’ a picco, è percepibile. A me è sempre piaciuto molto, ma che il Palermo sia in difficoltà è oggettivo. Il segreto è muovere la classifica e fare punti anche nei momenti di calo e questo a Palermo non sta succedendo. Io non so se sia giusto o sbagliato tenere Corini, non mi prendo questa quota di responsabilità. Ma penso che se il Palermo perderà a Parma, qualcosa succederà. Secondo me al Palermo basta una scintilla per riaccendersi. Se vince lo scontro diretto con il Parma riparte robusto, è una squadra che ha giocatori che sanno perfettamente come si va in Serie A. Secondo me Parma-Palermo è una partita-chiave per i rosanero e per Corini, è doveroso dirlo. Tra qualche mese può essere in posizioni di classifica molto più alte”.

Domanda sul Lecco: dopo l’arrivo di Bonazzoli la squadra ha conquistato vittorie di assoluto valore con squadre come Pisa, Parma, Palermo e Bari. Si aspettava un cambio di rotta così immediato dopo la decisione della società di operare con il cambio in panchina?

“Io sono di Lecco, conosco un po’ le dinamiche del calcio a queste latitudini. Questa è una squadra che aveva bisogno di trovare spirito. Il modo di stare in campo ora sta dando punti, ma il fulcro è come il Lecco sta ottenendo vittorie. Non ha grandi nomi, è la penultima squadra nella classifica del monte ingaggi. All’ultimo posto c’è il Cittadella, e io credo che il Lecco si stia ispirando proprio ai veneti. Il Lecco deve avere fame: adesso è una squadra con la bava alla bocca. A Lecco succedono cose straordinarie quando si innesca la lecchesità. Il significato è racchiuso in uno striscione dei tifosi che recita “solo dopo morti”: a Lecco si è accesa questa cosa a partire dalla gara contro il Pisa. Poi va tenuta in conto un’altra cosa: onestamente, il solo punto nelle prime 7 non era veritiero. Meritava già qualche punto in più sul campo, sarebbe bastata una scintilla. Ora è una squadra con spirito: magari cioò non basterà per prendersi una salvezza tranquilla, ma ora sta giocando da Lecco. È una squadra tosta, con un’anima clamorosa. I limiti sono ancora evidenti, soprattutto dal punto di vista di profondità di rosa, che dovranno essere sistemati a gennaio con la forza delle idee. Credo che il Lecco sia la favola di questo girone di andata: la vittoria con il Bari ha tirato in ballo tutti”.

Le squadre neo retrocesse che erano partite con altri obiettivi, vedasi Sampdoria e Spezia, cosa stanno pagando rispetto alla Cremonese?

“Tutte le suadre retrocesse devono inevitabilmente superare un periodo di adattamento. Arrivano con le scorie della retrocessone, con l’umore sotto i tacchi e devono riambientarsi. La B è un campionato molto diverso dalla Serie A. C’è un abisso, un modo differente di stare in campo, di interpretare e di vivere il terreno di gioco. In B devi prima arrivare sul pallone e poi giocarlo: è la regola. Sono tre storie diverse, Cremonese, Samp e Spezia. La Samp ha rischiato di non iscriversi. Avere l’aspettativa di una squadra che solo per il nome deve lottare per la A è un po’ alta. Dobbiamo essere realisti e capire che la Samp ha rischiato di sparire. Una volta salvata, bisogna capire come rimettersi in pista. C’è un progetto di un certo tipo, giovani intriganti e giocatori esperti che si sono calati nella parte. La risalita è cominciata, io non penso che terminerà. La Samp risalirà in campionato e potrà candidarsi a qualcosa di piu elevato di una semplice salvezza, ma non dimentichiamo che a giugno la Samp era più fuori che dentro”.

“La Cremonese ha avuto un rimbalzo rispetto alle altre anche perché dalla B è mancata solo un anno. Tutto sommato si è rimessa in ritmo, poi con Coda è cambiato tutto. È un giocatore che “indossa” la categoria alla perfezione. Poi occhio allo Spezia: contro il Parma è stato bene in campo. Lo Spezia deve coinvolgere giocatori, capire cosa fare a gennaio. Come ha detto D’Angelo, capire chi se la sente e chi no e ripartire. Ma la B è sempre stata così per le neo retrocesse: arrivando dalla Serie A, sei lo scalpo eccellente, gli avversari danno il triplo solo perché stanno in campo contro di te. Poi c’è un periodo di riadattamento. Capire la lunghezza di quest’ultimo, fa capire se un campionato sarà più o meno tranquillo. Ma la B può cambiare già da qui a gennaio, poi ci sarà anche il mercato: la classifica è corta. Il Lecco determina la linea playout. Il Cosenza è nono a tre punti e ora ci sono tutti scontri diretti. È lunghissima“.

Molti sostengono che la Serie B sia un campionato sottovalutato per le emozioni che regala e la sua imprevedibilità. Ti rivedi in questa opinione sul campionato cadetto?

“A me la Serie B piace tantissimo proprio perché è estremamente imprevedibile. Io penso che nel campionato di Serie B le idee possano fare davvero la differenza. In A le prime 7-8 hanno un budget talmente superiore che sicuramente non possono sbandare in 4-5. In B vale tutto, vale che il Lecco batta il Parma. Va preso in esempio il Cittadella: sta facendo una serie infinita di campionti di B, sempre fedeli alla propria linea. Ha pescato giocatori che avevano bisogno di una chance e che l’hanno sfruttata. È un club in cui puoi permetterti di sbagliare ma che ti permette di arrivare. Esalta per il modo di stare in questa categoria e la B è bellissima proprio per questo. Le salite e discese della classifica ti tengono costantemente sulla punta della sedia, in tensione. Poi magari dal punto di vista dello spettacolo è meno esaltante della A, ma la forza delle idee predomina in B. In passato dalla B sono emerse squadre pazzesche come il Sassuolo. Io non credo che sia sottovalutato dagli italiani. Il seguito c’è, basta vedere come le grandi piazze riempiono gli stadi. Le partite sono di altissima tensione e talvolta spettacolo. È un campionato pazzesco. Ora, con la regola dei 18 over, consente a qualche U23 di avere la chance di starci in questo campionato. Ci sono allenatori coraggiosi e tante cose per cui entusiasmarsi, sarebbe un peccato non seguirlo e infatti io sono innamorato della B da tempo“.