26 Gennaio 2024

ESCLUSIVA PSB – Mastroianni (DAZN): “La Serie B mix di passione ed imprevedibilità. Allo Spezia problemi societari”

L'intervista completa al telecronista di DAZN

Dario Mastroianni, giornalista e telecronista per DAZN, è intervenuto ai nostri microfoni per parlare della stagione in corso di Serie B. Di seguito l’intervista completa.

Ci sono in palio due posti per andare in Serie A senza passare dai playoff, ma sono tante squadre ad essere ancora in corsa per strappare quei biglietti. Chi pensi possa arrivare tra le prime due a fine stagione?

“Il Parma sicuramente perché è la squadra più pronta e ha alle spalle un progetto che dura da più di due stagioni e soprattutto ha investimenti che stanno già pagando, perché ci sono tanti ragazzi giovani che sono già cresciuti e credo che anche in un contesto più elevato come la Serie A possano starci. I Crociati hanno un allenatore che è all’avanguardia e che gioca un bel calcio. Cambia di partita in partita con degli accorgimenti tattici sempre corretti. Il secondo posto è aperto a chiunque, a chi troverà più continuità nel girone di ritorno. Mi ha impressionato la Cremonese e il buon lavoro fatto da Stroppa. Per rosa e per qualità del gioco in questo momento è una di quelle squadre che possono arrivare lì in promozione diretta”.

In ottica salvezza, nessuno può stare tranquillo, anche chi al momento è fuori dalla zona playout, e sono tante squadre ad avere questo obiettivo. Chi non ti aspettavi che navigasse nelle parti basse della classifica e chi pensi possa uscire indenne da questa lotta?

“Lo Spezia: gestire una retrocessione dalla A non è facile, ma allo stesso tempo è difficile vedere una squadra che retrocede avere così tanti problemi e soprattutto portarli avanti per così tanto tempo. È arrivato un allenatore molto bravo, D’Angelo, che però ha bisogno di lavorare. Lui è un lavoratore puro sul campo. A Pisa ha fatto cose strepitose, però probabilmente in questo momento se c’è qualcosa che non funziona non è solo sul campo, ma a livello di società. La Sampdoria si è tirata fuori, ma ha delle difficoltà oggettive ormai da qualche anno. Ora c’è un nuovo progetto e credo che ce la possa fare. Ha alternato negli ultimi due mesi grandi momenti a classiche difficoltà di inizio stagione, però c’è una linea diretta che si può portare avanti”.

Poi vale tutto lì in zona retrocessione. Oggi c’è il Cosenza che è vicino ai playout, ma che nella prima parte di stagione era vicino alla zona playoff e sembrava poter fare cose straordinarie. La Ternana vive un momento un po’ di transizione. Può capitare di tutto, il mercato può dare una grossa mano, chi azzecca i colpi fa la differenza”.

È passata solamente solamente metà stagione, ma diversi giocatori si sono già messi in luce e presi la scena. Chi pensi sia pronto per il grande salto in un campionato maggiore? C’è qualche giovane che sta sbocciando e che ti incuriosisce?

“Lato Parma ci sono nomi facili come Bernabè, Benedyczak e Man. Il rumeno sta vivendo il miglior momento di forma da quando è in Italia. Ho visto dei ragazzi con qualità: si parlava già bene a livello di primavera di Marcandalli, che ha avuto qualche giro a vuoto anche in questa stagione con la Reggiana, ma si vede che ha colpi importanti. A Bari mi aspettavo forse qualcosa di più a livello di gol da Nasti, ex primavera del Milan: si vede che ha colpi da attaccante, ma è mancata continuità. Alla Sampdoria, nella prima parte di stagione, malgrado le difficoltà, ha fatto vedere cose ottime Estanis Pedrola, che viene dalla cantera del Barcellona. Mi piace molto il modo con cui è stato costruito il Modena, anche se adesso sta avendo un po’ di problemi. C’è un ragazzo che sta crescendo, che è Edoardo Duca, è del 1997 e ha avuto bisogno della gavetta, ma secondo me è una mezzala moderna che ha qualità. Ci sono tanti giocatori che possono fare bene ad alto livello in questi anni”.

Arrivati a metà stagione è tempo di bilanci, ti ha stupito l’andamento di qualche squadra? Sia da un punto di vista positivo che da un lato negativo.

“Il Catanzaro ha stupito tutti e quest’anno mi ha impressionato subito. Adesso ha bisogno di ritrovare un po’ di equilibrio, perché alterna alcune partite in cui domina ad altre in cui difensivamente concede troppo, come successo settimana scorsa con la Feralpisalò. Il Modena mi piace, aveva già una struttura valida l’anno scorso, con l’arrivo di Bianco è cresciuto e ha giocatori di qualità. Il Como è una squadra che ha un progetto economico importante e che sta continuando a crescere. Stava facendo bene già con Moreno Longo e quello che ha portato Fabregas è un proseguo di un lavoro che era stato iniziato nella maniera corretta. Mi aspettavo di più dal Palermo, che continua ad essere incostante e che potenzialmente ha la rosa per stare lì con il Parma”.

Fino ad ora abbiamo visto allenatori che si sono affermati e che stanno facendo molto bene, ma anche ben 9 esoneri. Quale tecnico ti ha colpito particolarmente per idee di calcio e lavoro con la squadra? Quale cambio in panchina ti ha sorpreso di più e quale è stato giusto per dare una svolta?

“Mi ha sorpreso il cambio di Mignani, per tempistiche e perché c’erano ancora le condizioni per lavorare con lui. Mi ha stupito anche la scelta di Pasquale Marino, che aveva avuto due ultime esperienze non straordinarie. È comunque un allenatore che conosce bene la categoria e a volte ci sta virare su un allenatore così esperto. Il lavoro di Mignani a livello tattico mi era piaciuto tanto. Non mi stupisce il Cittadella di Edoardo Gorini, che era il fedelissimo vice di Venturato e quindi quel modo di giocare lo conosce a memoria. Ha giocatori in squadra come Simone Branca, che il mondo Cittadella lo conosce da anni. Per tutto quello che stanno facendo, i granata non stupiscono più nessuno. Il Cittadella ha una forza nel lavorare con le idee che va oltre la disponibilità economica degli altri club”.

Stroppa non mi stupisce, mi è sempre piaciuto anche a Crotone e Monza. Adesso sta facendo un buon lavoro. Oltre a Vivarini, che fa divertire, Pecchia è il più avanti, perché ha capacità tattiche in questo momento straordinarie che in Serie B raramente vengono pareggiate sul campo dagli altri. La sua squadra cambia, lui propone sempre qualcosa di diverso e fa accorgimenti di partita in partita. I risultati arrivano anche per quello”.

Cambiare categoria è, quasi, sempre difficile. Tra le squadre retrocesse lo scorso anno dalla Serie A, l’unica che si trova nella parte alta della classifica è la Cremonese. Come ti spieghi queste differenze di prestazioni tra grigiorossi, Sampdoria e Spezia? Cosa c’è di diverso in Serie B rispetto al maggiore campionato italiano?

“Le differenze nella stagione tra la Cremonese e le due liguri nascono dalla situazione dirigenziale, l’assetto della Cremonese è più solido. Il modo di lavorare da la sensazione di una ricerca costante della serenità, della serietà e della tranquillità. Allo Spezia, questa cosa in stagione non è accaduta, mentre la Sampdoria è dovuta ripartire da zero. Essendo un periodo di ricostruzione e di ripartenza, ci sono delle difficoltà oggettive anche nel costruire la rosa, perché bisogna badare prima di tutto ai conti“.

La differenza tra Serie A e Serie B è enorme: il campionato di A è più fisico e qualitativo, quello di Serie B è più frenetico. In questo momento inizia quasi ad esserci una suddivisione fra giocatori. Chi è in Serie A e scende in Serie B fa fatica perché deve adattarsi ad un tipo di calcio totalmente diverso e soprattutto ad una mentalità diversa. Non si può mollare di mezzo millimetro, questo perché il ritmo è a tratti davvero frenetico, magari un po’ più confusionario. Bisogna calarsi in una realtà che è completamente nuova”.

Manca ancora qualche giorno alla fine del calciomercato, ma ci sono già stati tanti acquisti in Serie B. Quale squadra si è rinforzata maggiormente e quale compagine ha fatto il grande colpo?

“Negli ultimi giorni si può ancora ribaltare tutto. Il mercato di Serie B è sempre complicato. Mi è piaciuto il colpo del Pisa, prendere Bonfanti è una bella intuizione. A Modena si era incrinato qualcosa e non riusciva più a rendere al suo 100%. Secondo me é un giocatore con grandissime potenzialità da attaccante. Era giusto cambiare aria. La Cremonese è una squadra che vuole provare a risalire subito e ha preso Falletti, giocatore di qualità, esperto e che conosce un campionato. Tra l’altro entra in un contesto già tecnico, dove c’è il “mudo” Vazquez con Coda. Pereiro alla Ternana è romantico, al PSV in Olanda faceva brillare gli occhi a tutti. Sarebbe bello ritrovarlo costantemente a buoni livelli, era uno che poteva stare al top del calcio europeo”.

Sempre in tema calciomercato: molte squadre si sono mosse molto attivamente e hanno cambiato una gran parte della rosa. Per chi potrebbe essere stata una strategia vincente quella di intervenire così tanto e chi potrebbe risentirne di questa scelta, almeno all’inizio?

“Chi sta bene cambia poco, se devi cambiare tanto hai notato che ci sono tante cose migliorabili. Il campionato è talmente livellato, soprattutto nella zona playout, che chi azzecca il mercato rischia di stravolgere in positivo la sua stagione. Non è facile fare mercato a gennaio e ribaltare la squadra in poche settimane. Vuol dire però che ti sei fatto un esame di coscienza e hai capito che la struttura iniziale era sbagliata e hai provato a rimettere a posto le cose”.

“Sul Lecco? Ha dovuto tirare su a squadra in fretta e furia, perché poi l’ammissione definitiva al campionato è arrivata in ritardo, con le altre squadre che avevano già quasi completato le rose. La partenza era già ad handicap, Bonazzoli e Malgrati, che è un uomo storico dentro il club e che conosce bene lo spogliatoio, hanno fatto un grande lavoro. È una squadra che sta bene in campo e sa giocare, ma per vincere determinate partite mancavano giocatori di categoria. Il salto dalla C alla B non è scontato, quindi ce lo si immaginava che questa squadra avrebbe avuto bisogno di un intervento così massiccio sul mercato. Tra gli arrivati, ci sono giocatori che hanno bisogno di rilanciarsi, come Salcedo, e allo stesso tempo ci sono giocatori che possono portare tranquillità nella gestione di determinati momenti e di partite che si possono complicare”.

Quali emozioni ti suscita il campionato di Serie B? Quale è l’ingrediente che rende questo campionato così bello ed emozionante?

“La Serie B è imprevedibile, perché ogni weekend ci sono ribaltoni che non ti immagini, ed è passionale, infatti ci sono piazze strepitose. Chi ha avuto la fortuna di viverle come me anche in altri campionati, sa che passione c’è attorno a determinate squadre, come Bari, Sampdoria o Palermo per esempio. Mi ricordo le trasferte straordinarie al Barbera di Palermo”.

È un campionato che mette insieme storia, passione, tifoserie straordinarie, imprevedibilità e un livello tecnico che sicuramente mette il campionato su un filo di equilibrio che è complicato anche da leggere. Tutte le partite sono diverse, verso la fine del campionato sale la tensione. Sfide significative per il percorso promozione ti emozionano, vedendo le tifoserie e i giocatori in campo. Partite da retrocessione, la tensione che c’è in campo e l’ansia arrivano. A seconda di quello che accade in un modo o nell’altro ci si emoziona, si hanno delle sensazioni ed emozioni forti”.