29 Settembre 2023

ESCLUSIVA PSB – Franceschiello (giornalista Cosenza): “L’ambiente è fiducioso per il lavoro fatto sul mercato. Rispetto al passato la rosa è di rilievo”

La nostra intervista a Davide Franceschiello, giornalista del Corriere Sportivo di Calabria

Cosenza Calcio

Staziona a metà classifica il Cosenza di Caserta, che già nel week-end ha l’opportunità di ripartire dopo l’ultima sconfitta. Per analizzare il momento dei silani, la nostra redazione ha contattato in esclusiva Davide Franceschiello, giornalista di Cosenza. Di seguito l’intervista completa.

2 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte, l’ultima con la Cremonese nel finale di gara, 9 gol fatti e 8 subiti. Alla luce di questi numeri, come giudichi l’avvio di stagione del Cosenza?

«Se dobbiamo essere pignoli e guardare il pelo nell’uovo, rispetto all’organico che la società ha attrezzato insieme all’ottimo lavoro del ds Gemmi 8 punti in 7 partite sono pochi. Però, a onor del vero, c’è da dire che, analizzando la situazione in modo asettico, la squadra è nuova, l’allenatore è nuovo, molti giocatori sono arrivati sul gong finale del mercato. Vanno aggiunti alcuni infortuni come quello di Martino, fondamentale per la retroguardia rossoblù, la stessa assenza di Florenzi per molto tempo, lo stop di Zuccon che si è fatto sentire nell’ultima partita. Si tratta di scusanti da tenere in debito conto.

Tutto sommato c’è un ambiente sereno e fiducioso del lavoro della società. Nei precedenti 5 anni, il Cosenza, tranne il primo anno, ha sofferto molto rischiando la retrocessione. Diciamo che quest’anno ci si sta godendo il momento in attesa che i risultati arrivino perché la formazione è ritenuta di rilievo. D’altronde, nelle due vittorie citate, c’è quella a Palermo con una delle favorite del campionato e ciò ha lasciato il segno non solo qui, ma all’attenzione di tutti gli addetti ai lavori.

La sconfitta con la Cremonese ci sta, è stata una partita giocata a viso aperto con continui cambi di fronte, poi alla fine ha vinto la più forte, essendo i grigiorossi una squadra importante retrocessa dalla A, grazie ad un episodio a 10′ dal 90′ per un’uscita a vuoto di Micai. Si può recriminare comunque poco perché il portiere nelle altre gare ha sempre fatto il suo. Anche Venturi poteva fare di più su Coda che non può mai essere lasciato solo. Disattenzioni che hanno determinato il risultato. Comunque se sul contropiede precedente Tutino fosse andato in gol, nessuno si sarebbe lamentato. Tutto nella norma in attesa che la squadra piano piano si assesti nelle posizioni di classifica che gli competono quest’anno».

Dal mercato sono arrivati giocatori di categoria come Canotto, Forte e Tutino, il quale conosceva già bene l’ambiente. Cosa possono dare, a tuo avviso, a questa squadra?

«Tutino è nato calcisticamente a Cosenza, spiccando il volo con la vittoria del campionato di Serie C e la buona annata in B condita da dieci gol, che l’hanno posto agli onori della cronaca e da lì è partito per campionati più importanti. Adesso c’è stato il ritorno del figliol prodigo, molto ben accetto: non è un caso che con la Cremonese ha avuto anche la fascia di capitano, è perfettamente inserito nell’ambiente, sa che verrà sempre perdonato nel male e molto più che apprezzato nel bene. Potrà fare un campionato tranquillo da questo punto di vista.

Gli altri due sono giocatori di rilievo, due top player per la categoria: Canotto viene da un buon campionato col Frosinone prima e con la Reggina poi; Forte rientra tra quei bomber che il Cosenza non ha mai avuto in B tranne l’anno in cui ci si è salvati dopo la pandemia quando c’era Riviere, giocatore di tutto rispetto. Si tratta di 3 calciatori che possono e devono far la differenza perché tutti si aspettano molto da loro. Quando li vedevamo nelle altre squadre, a Cosenza erano “temuti”, quindi ritengo che qui possono dare qualcosa in più.

Tutino è stato il primo ad arrivare, è uno di quelli più in forma tanto è vero che gioca sempre; Canotto non è ancora al massimo della forma, lo stesso Forte. Comunque bisogna registrare un grande impegno di questi giocatori in un assetto tattico, come quello di Caserta, che richiede tanto sacrificio soprattutto in fase di non possesso con gli attaccanti che sono i primi difensori».

A proposito dell’allenatore, dopo le difficoltà riscontrate nell’esperienza al Benevento, Fabio Caserta è ripartito dal Cosenza, dove l’obiettivo di rilancio è comune ad entrambe le parti in causa. Tatticamente e umanamente, secondo te, è l’uomo giusto per i silani?

«Partendo dal presupposto che il Cosenza ha sempre avuto organici non adeguati alla Serie B – te lo dico in estrema sincerità – come ho scritto più volte, e allenatori esordienti nella categoria (Occhiuzzi, Zaffaroni, Viali) tranne il caso di Braglia nelle prime stagioni e Bisoli a stagione in corso due anni fa, quest’anno sia come organico che come tecnico ci sono basi di partenza più solide. Sulla stessa falsariga degli ultimi due citati, Caserta si presenta quantomeno come un allenatore che la Serie B la conosce.

È stato chiamato dal Benevento, dopo ottimi campionati con la Juve Stabia, a ripetere esperienze vincenti in B. Il primo anno è andato abbastanza bene; il secondo anno, secondo me, non aveva la stessa fiducia, forse qualcosa strideva nel rapporto con Vigorito, poi i risultati si sono visti. Non è che avesse perso chissà quante partite, ma l’andamento lento di inizio stagione ha portato al suo esonero. Segnali negativi poi sfociati nella retrocessione dei Sanniti.

Partendo da questa considerazione, Caserta per caratteristiche ed esperienza sembra l’allenatore giusto. Si è fatto rispettare dalla società e dal direttore Gemmi perché si è fatto costruire una squadra a sua immagine e somiglianza, visto che Canotto, Forte, Viviani sono ragazzi che avevano già giocato con lui. Quindi è da presumere, e fonti a me vicine lo confermano, che sono tutti giocatori richiesti da lui. C’è molta attesa e molta considerazione per l’allenatore».

A pari punti col Cosenza c’è il Pisa, prossima sfidante nel week-end. Che gara ti aspetti?

«In primis, a differenza degli altri anni dove c’era rassegnazione prima della partita, quindi si partiva sconfitti dall’inizio e non ci si aspettava molto dalle prestazioni del Cosenza, quest’anno sia da parte mia che da parte della tifoseria c’è molta attesa per risultati che possono arrivare, in quanto questa squadra è capace di vincere o perdere con chiunque. C’è sempre molta curiosità innanzitutto per come verrà schierata la squadra, perché Caserta ha un organico molto ampio e tantissimi giocatori sullo stesso livello, quindi può cambiare formazione, modulo, uomini da integrare in qualsiasi momento, di giornata in giornata.

Il potenziale offensivo può offrire, soprattutto fuori casa, un gioco basato sulla profondità sfruttando la velocità di Tutino, Canotto e Marras, giocatori veloci che possono fare molto male con spazio da attaccare. In considerazione di ciò anche in vista della partita con il Pisa – squadra costruita molto bene (vedi ad esempio l’acquisto di Vignato) che ha raggiunto le scorse annate risultati di primo piano – nel rispetto di un avversario molto forte, c’è sempre la speranza che il Cosenza possa prima o poi spiccare il volo in funzione dell’organico importante a disposizione».