14 Dicembre 2022

ESCLUSIVA PSB – Boscaglia: “Clotet a rischio? Con Cellino nessuno è stabile. La Serie A è nelle corde di Torregrossa”

Roberto Boscaglia, ex allenatore di Brescia e Palermo, è stato raggiunto in esclusiva dalla nostra redazione

Boscaglia Entella

Roberto Boscaglia, allenatore dellla Virtus Entella

Per analizzare questo complicatissimo campionato di Serie B e sviscerarne a fondo alcuni argomenti molto interessanti, la nostra redazione ha raggiunto in esclusiva Roberto Boscaglia. Il tecnico, formatosi in terra siciliana, ha poi presieduto sulle panchine di Brescia e Palermo. Con lui abbiamo analizzato il complesso momento societario e sportivo che sta vivendo il Brescia, il suggestivo incontro che attende le Rondinelle all'”Arena Garibaldi” contro l’ex Torregrossa e le difficoltà patite dal Palermo in questa prima fase. Queste sono le sue parole:

Mister, prima di addentrarci in quelle che sono le dinamiche dei club che lei maggiormente conosce per esperienza diretta, le chiedo un parere generale su questa Serie B.

“Fin qui ho visto il solito campionato di Serie B. Tanto equilibrio in classifica e molta imprevedibilità nel corso delle gare. Come al solito ci sono tante squadre che guardano alla vetta. Ancora non sono uscite tutte ma, alla lunga, emergeranno. Diverse squadre attualmente non stanno lottando per gli obiettivi prefissati ad inizio stagione, ma il tempo rimetterà ogni cosa al suo posto. Tatticamente ho visto cose molto interessanti. Gli allenatori bravi sono aumentati sensibilmente. In generale, però, è tutto il movimento ad esser cresciuto. Vediamo infatti tanti giocatori dalla Serie A scendere in B. Ci sono piazze troppo importanti: Reggina, Bari, Parma, Cagliari, Genoa, il mio Brescia. Attualmente non c’è una squadra che stia dominando il campionato. C’è il Frosinone che sta facendo buone cose, ma nel giro di pochi punti ci sono troppe squadre. Campionato difficilissimo.”

Andata in archivio anche la 17′ giornata, guardando la classifica il dato che fin da subito evince è che gerarchie vere e proprie ancora non se ne sono formate. Qual è la ragione principale? Inoltre, mettendo da parte la classifica, quali sono le squadre che per proposta hanno maggiormente intrigato il suo pensiero e quali deluso?

“Manca una squadra che riesca a dominare il campionato perché c’è molta competizione. Qui nulla è scontato e le squadre che ambiscono al massimo sono tante, per questo diventa molto difficile. Ci sono campi duri e ostili, indipendentemente dalla classifica. Il Frosinone sta avendo una buona continuità, ma dobbiamo dire che sono anni che questo club sta costruendo un’ideologia chiara. Dopo gli addii di Ciofani e Dionisi il club ha intrapreso un percorso chiaro. Grosso lavoro ormai da tempo lì e la società di anno in anno ha apportato le migliorie necessarie. Anche tatticamente propongono un buon gioco, con situazioni davvero molto interessanti. Sotto l’aspetto della proposta Genoa e Cagliari mi hanno deluso un po’. So che non è facile, perché la categoria la conosco. Penso però che queste due squadre abbiano offerto meno di quel che ci si aspettava. Anche dal Pisa mi sarei aspettato qualcosa in più, ma con D’Angelo stanno tornando ai vecchi fasti. In positivo invece Frosinone, Reggina e Bari mi stanno piacendo molto. Il Bari in particolar modo. Squadra organizzata, forte dei propri mezzi, anche fuori casa si esprime alla grande concedendo pochi spazi. Ricordiamo inoltre che stanno giocando senza Cheddira da diverso tempo. Il Frosinone è una squadra macina gioco, con uno spartito importante. Provano ad imporsi su ogni campo e lo fanno attraverso un’identità chiara. La Reggina di Inzaghi invece me la aspettavo proprio così. So come lavora Pippo e cosa chiede alle sue squadre, dunque non sono sorpreso. Gran campionato il loro, ad eccezione della sconfitta interna contro l’avversario diretto. Sta facendo un lavoro fantastico, dando mentalità ad un gruppo molto valido.”

Prosegue ormai da tempo e ad intervalli regolari il tira e molla che vede coinvolto Cellino a Brescia. Tale instabilità, a suo avviso, può influire sul rendimento della squadra? Pare che anche la posizione di Clotet sia a rischio.

“Il Brescia sta vivendo una situazione molto particolare. Le dinamiche societarie che si sono messe in mostra nell’ultimo periodo certamente non fanno bene. Normalmente, però, le squadre si compattano quando accadono queste cose. Alla lunga potrebbe creare problemi questa situazione. Instabile la panchina di Clotet? Con Cellino nessuno è stabile. Con Cellino non puoi stare mai tranquillo. Ricordo ai tempi di Corini quando per una sconfitta e un pareggio venne messo in dubbio il tecnico. Ma chi decide di lavorare a Brescia sa a cosa va incontro. Sono innamorato della città, che è magnifica, e della gente. Continuo ad essere apertamente un loro tifoso. Ma è chiaro che la realtà dei fatti è questa. Dal punto di vista professionale non si lavora facilmente con lui e ci vogliono gli attributi. Le correnti di pensiero che spingono un allenatore ad accettare l’incarico sono due: la prima è che, essendo una piazza importante, sai che può essere una svolta per la tua carriera, le risorse economiche sono elevate e sai che ti possono costruire una squadra a tua immagine e somiglianza; la seconda è che non si conoscono direttamente alcune componenti. Ma ciò che io non comprendo è chi poi ritorna a lavorare con lui. Se non lo conosci ci sta, ma una volta che vieni a conoscenza del suo modus operandi e ritorni non lo comprendo. Nel suo genio imprenditoriale, è una di quelle persone che vuole tenere tutto sotto controllo. Vuole partecipare in tutte le questioni, anche di campo. Con me non ha mai avuto modo di intromettersi in questioni tecniche, perché non gliel’ho mai permesso. Ci ha provato? Direttamente no. Non si limita alla sola gestione amministrativa. Personalmente non ho mai avuto problemi, ma il rispetto dei ruoli ci vuole.”

Le Rondinelle, dopo un avvio di stagione sprint, hanno conquistato una sola vittoria nelle ultime undici, ma la classifica li vede comunque settimi. E’ possibile tirare un primo bilancio della loro stagione?

“La squadra, nonostante il momento, non sta andando male. Certo qualche vittoria manca, ma il rendimento e le aspettative credo che fossero state sempre queste. Sono vivi, combattono. E’ chiaro che possono fare ancora qualcosa . L’organico è costruito bene, può raggiungere gli obiettivi che si sono prefissati ad inizio stagione. Ad oggi io penso che tutti, sotto l’aspetto sportivo, stanno rispettando le aspettative.”

Sabato, all'”Arena Garibaldi”, il Brescia troverà l’ex Torregrossa. Attaccante moderno, fiuto del gol innato e grandi capacità di giocare con e per la squadra, sono doti che non sono bastate a consentirgli di affermarsi anche in Serie A. Che spiegazione si è dato lei, che tanto bene lo conosce avendolo allenato e che ne conosce la famiglia stessa? Inoltre, che partita ci dobbiamo aspettare tra questi due schieramenti, con questo prezioso ex di giornata?

“Quando parlo di Ernesto sarò sempre di parte. Perché l’ho allenato, perché lo conosco da quando era bambino e sono molto amico del padre, siamo vicini di casa. Dunque ciò che mi lega a lui va oltre il fattore di campo. Quando è stato preso dal Verona, nei numerosi prestiti susseguitisi dopo ha avuto diversi problemi fisici. Nel momento in cui è stato bene ha fatto sempre grandi cose. Ha vinto campionati di B da protagonista, ha giocato in Serie A con Brescia e Sampdoria. Adesso sta giocando in Nazionale. Credo che gli sia mancata l’integrità fisica nei migliori anni per un calciatore, quelli in cui deve esplodere. Non ha mai avuto infortuni gravi, ma sempre piccoli problemini che ne hanno condizionato il percorso. La Serie A era ampiamente nelle sue corde, ma penso che possa ancora dare e prendere tanto dal calcio. Lo hanno messo per troppi anni in categorie che non gli competevano. Oltre ad essere forte calcisticamente, è poi un uomo buono, di spogliatoio. Pisa-Brescia? Fare pronostici in questo campionato è da folli, io ancora non lo sono.”

Un altro periodo particolare, qui maggiormente pronosticabile visto il salto di categoria, sta vivendo il Palermo. Quale idea si è fatto dei rosanero?

“La problematica del Palermo, a mio avviso, nasce dal fatto che la squadra sia stata costruita gli ultimi giorni di mercato. Rispetto alla passata stagione, il gruppo ha dovuto affrontare la nuova categoria con società e allenatore diversi, oltre ai vari acquisti effettuati. Se poi guardiamo ai nuovi innesti, non possiamo che apprezzarne il valore. Giocatori che hanno esperienza in questa categoria, qualcuno l’ha già vinta. Il problema è che fondere tante nuove personalità non è facile e necessita tempo. Il Palermo ha bisogno di tempo.”

Corini viene spesso “accusato” di essere eccessivamente rinunciatario, all’orizzonte potrebbe infatti esserci un cambio di modulo. Le chiedo: in un campionato così altalenante e complesso, trovare dei giusti equilibri quanto sarebbe importante?

“E’ sempre molto importante trovare equilibri giusti. Corini è un tecnico che lavora molto di gruppo e sul gruppo. Cerca di raggiungere una coralità precisa e di dare un’identità alla squadra. Quando il gruppo troverà ed imboccherà una strada definita, sono certo che tutti avranno problemi ad affrontarla. I rosanero credo che abbiano la necessità di trovare degli equilibri solidi in casa, dove qualche risultato ancora manca. Mentre decisamente meglio va fuori casa, con tutte le difficoltà del caso.”

I suoi obiettivi futuri?

“Sicuramente tornare ad allenare. Mi piacerebbe trovare una squadra seria, con un assetto societario solido, che mi dia fiducia e creda in me. Voglio lavorare come sono abituato a fare, con libertà di pensiero. I miei propositi sono questi, indipendentemente che sia una società di Serie A, B o C.”