17 Maggio 2023

Garbato, ma non troppo – Fretta, confusione e presunzione: così Tacopina ha affondato la SPAL

Una retrocessione inattesa e per molti versi imperdonabile

La reazione di Joe Tacopina nei confronti della Curva Ovest e in conferenza stampa chiude nel peggiore dei modi la stagione orribile della SPAL, retrocessa in Serie C contro ogni pronostico. Il presidente, al secondo anno di gestione e al primo in cui poteva programmare, sulla carta aveva battuto terreni sicuri. Un ds con cui aveva un rapporto strettissimo anche sul piano lavorativo come Fabio Lupo, un allenatore che la Serie B la conosceva benissimo come Roberto Venturato e una rosa, con diversi elementi di spicco, costruita dall’uomo mercato proprio in funzione del credo tecnico-tattico del mister. Che l’esonero sia stato avventato lo si era detto subito, ma data la posizione di centroclassifica che il club occupava allora e il fondo della graduatoria attuale appare persino sciagurato. Al netto di possibili frizioni ambientali, che andavano appianate e non radicalizzate dalla società, ciò che spicca in negativo è la fretta. La convinzione di aver assemblato un ottimo parco giocatori ha reso lo stato maggiore impaziente dinanzi alle prime sconfitte. La stagione ci ha poi insegnato che la competitività del campionato era tale da non permettere a nessuno di non incappare in fasi negativa, ma le decisioni sono state prese prima che si potesse mutuare la lezione.

Le successive scelte di Daniele De Rossi e Massimo Oddo hanno poi mostrato il parente più prossimo della sopracitata fretta: la confusione. Scommettere su un esordiente (che comunque ha mostrato idee e carattere) prima e su un allenatore poco indicato a subentrare per tentare il tutto per tutto nel finale di stagione poi è sintomo di una bussola ormai persa. Fa riflettere anche la scelta di allontanare l’ex calciatore della Roma in seguito alle divergenze con Lupo durante il mercato di gennaio per poi esonerare anche il ds poche settimane più tardi. Poca riflessione, troppo impeto, una moltitudine di teste inutilmente cadute e di rapporti compromessi. Responsabilità, tante, vanno però anche addossate a chi è sceso in campo. Il 2023 di Andrea La Mantia è stato orribile così come quello dei tanti centrocampisti teoricamente di esperienza e categoria della rosa. Aver dovuto scoprire un 2003 come Matteo Prati e un 2004 come Nicolò Contiliano è certamente una bella notizia per il futuro della società, ma anche deresponsabilizzante verso i tanti e lautamente pagati elementi che componevano la mediana estense. L’organico qualche limite lo aveva, ma possedeva anche la qualità, la profondità e la conoscenza del campionato per tamponare le problematiche interne e una sessione di riparazione tutt’altro che brillante.

Dai colpi a effetto come Radja Nainggolan, Giannis Fetfatzidis, Giuseppe Rossi o lo stesso Daniele De Rossi la Serie B ha dimostrato di essere satura. Per ripartire proficuamente dalla C e tornare a fare calcio come nelle proprie esperienze migliori Joe Tacopina dovrà innanzitutto abbassare i toni ma anche e soprattutto mettere a frutto quanto compreso negli ultimi 12 mesi: per ottenere risultati servono idee chiare, calma e programmazione e se una di queste tre caratteristiche manca è il progetto complessivo a essere messo a repentaglio.