30 Giugno 2022

Le seconde squadre non decollano: il nuovo provvedimento che fa discutere

SECONDE SQUADRE SERIE B – Il tema delle seconde squadre in Italia, tanto dibattuto prima del loro avvento ed altrettanto sul banco delle discussioni ora che sono in vigore (con la sola Juventus a rappresentarle), si alimenta di nuove prospettive. Con un comunicato uscito in data odierna, infatti, la FIGC ha tolto alcuni vincoli come […]

Jonathan Moscrop/Getty Images - Via One Football

SECONDE SQUADRE SERIE B – Il tema delle seconde squadre in Italia, tanto dibattuto prima del loro avvento ed altrettanto sul banco delle discussioni ora che sono in vigore (con la sola Juventus a rappresentarle), si alimenta di nuove prospettive.

Con un comunicato uscito in data odierna, infatti, la FIGC ha tolto alcuni vincoli come ad esempio il limite massimo di partite disputate in Serie A oltre cui non poter andare per poi giocare in Serie C con la seconda squadra: da 10 gettoni si è passati a 50, un numero molto elevato che cambia gli scenari. Se dapprima infatti era facile trovare elementi con 10 presenze, trovare giovani con più di 50 presenze è davvero complesso e così facendo in seconda squadra potranno essere “trasferiti” calciatori dalle indubbie qualità che potranno essere “prestati” per il campionato di Serie C. Un esempio, considerando le voci di mercato che lo vedono diretto alla Juve, è Cambiaso che nonostante l’ottima stagione al Genoa e dunque il salto alla Vecchia Signora, ha “solo” 23 presenze in Serie A: meno della metà della nuova soglia che potrebbe permettere tranquillamente all’esterno difensivo di essere dirottato nella squadra under 23.

Resta confermata, invece, l’impossibilità delle seconde squadre di disputare lo stesso campionato della prima. In Italia, considerando il fatto che la sola Juventus abbia preso parte a questo progetto che non ha mai visto le altre big minimamente interessate, questo provvedimento è una sorta di rivoluzione che potrebbe sancire il definitivo fallimento dell’idea delle seconde squadre in ottica della valorizzazione dei giovani.

Continuando a prendere in oggetto la Juventus, unico metro di paragone su questo tema, negli anni nessun prospetto è stato promosso dall’U23 alla prima squadra con quegli elementi formati in C che sono stati spesso utilizzati per la Primavera ma con risultati poco esaltanti. Così facendo, in conclusione, il tutto appare più congeniale alle possibilità di riutilizzo dei calciatori fuori rosa che alla crescita ed alla valorizzazione dei giovani.

Un tema caldo che gli ultimi provvedimenti hanno contribuito a far diventare rovente.