17 Ottobre 2023

Il pensiero del Direttore – Fabio Caserta è un vincente che ha ribaltato il Cosenza. Ma il calcio ha la memoria corta

Il pensiero del Direttore su Fabio Caserta

Cosenza Calcio

Tra le squadre che più hanno catturato l’interesse generale in questo primissimo scorcio di Serie B c’è il Cosenza. I Lupi, considerando la netta identità non solo dello scorso anno ma dei precedenti anni, è la squadra il cui cambiamento è visibile in modo più nitido ed immediato.

Da squadra di lotta, battaglia e poco palleggio, il Cosenza si è trasformata nel giro di poco in una compagine che fa della lotta e della battaglia sempre il proprio tratto distintivo ma che, dopo anni, abbina anche un’idea di calcio propositiva, fatta con calciatori offensivamente validi e guidati da un allenatore le cui doti, probabilmente, sono sottovalutate.

Due campionati vinti ed un esonero: il calcio ed il solito problema di memoria

Fabio Caserta è, numeri alla mano, un allenatore vincente. Ha vinto due volte la Serie C con Juve Stabia e Perugia, a Benevento ha raggiunto i playoff in un campionato in cui fare di più non era possibile con una squadra reduce da una retrocessione folle e poi avviatasi alla discesa in Serie C concretizzatasi lo scorso anno.

Le idee di un allenatore che dopo Benevento era stato quasi messo da parte dalla maggior parte delle critica sono forti e nette ed il fatto che dopo pochissimi mesi di campionato una squadra storicamente difensivista come il Cosenza sia ad oggi una che più ha da proporre e da far discutere la dice lunghissima sulle qualità di Caserta.

Due campionati vinti in tre anni nel calcio di oggi non hanno la stessa valenza di un campionato sottotono che, nella riflessione generale, emerge come prima cosa da sottolineare e non come contorno di una carriera, ancora breve, ma già significativa (la retrocessione a Castellammare maturata nel mini campionato post lockdown ha milioni di attenuanti).

Il Nativo di Melito Porto Salvo sta sfruttando al meglio l’enorme e prezioso lavoro di Gemmi sul mercato. La rosa è un mix di elementi da battaglia uniti a giovani interessantissimi (Zuccon e Florenzi) che lasciano poi lo spazio in avanti a chi di questa categoria conosce segreti ed insidie e che, negli anni, ha imparato a dominarla come Tutino, Forte e Marras.

Voca

Il risultato più incredibile ed impattante Caserta lo ha avuto da Voca, mediano vecchio stile fino a qualche mese fa, incursore pericolosissimo e collante tattico perfetto dall’avvento dell’allenatore a Cosenza. Il kosovaro classe 1997 sta rilanciando la sua carriera in un ruolo ibrido che è uno dei segreti di questo Cosenza: un calciatore di funzionalità e tatticismo puro a cui son state date istruzioni da 10, atipico ma da 10 ed i risultati si vedono.

Il Cosenza punta alla salvezza: legittimo dopo gli ultimi anni e sicuramente tutti nell’ambiente sanno che il primo passo sarà raggiungere la fatidica quota 40 (che in Serie B spesso e volentieri non basta). Così come tutti sanno che l’obiettivo è salvarsi, gli stessi “tutti” sono anche consapevoli che a questo giro la musica è profondamente diversa. Il maestro d’orchestra ha nella sua bacchetta fatta di lavoro e qualità tutti gli strumenti per far sì che questo Cosenza possa ruggire non più in zona playout ma con uno splendido sguardo sulla zona playoff.