1 Dicembre 2022

Nicholas Bonfanti, potenza e imprevedibilità

Raccontiamo il giovane e talentuoso centravanti del Modena.

Modena F.C.

NICHOLAS BONFANTI MODENA – Il calcio contemporaneo ha amplificato la necessità di lavorare sui dettagli. La ferrea preparazione atletica, accompgnata dall’ausilio delle molteplici fonti di informazioni per osservare, studiare e preparare, hanno reso davvero sottile, ma decisivo, il margine per non poter essere decifrati e poter, così, disorientare le intenzioni degli avversari.

Un calcio che viaggia verso l’assenza di novità (?)

Oggi è relativamente abbordabile ricavare dati su calciatori, allenatori, protagonisti in senso lato del gioco. Dinamica che influenza e indirizza ogni ramo del calcio, dalla comunicazione alla preparazione delle partite. L’agiatezza dettata dalla tecnologia ha reso accessibile la conoscenza di ciò che si incontra, così come di ciò che si desidera essere in termini di collettivo, grazie alla stimolazione delle idee che l’abbattimento dei muri operativi ha generato.

L’intuizione che diventa costante originalità

Mentre, dunque, in passato la differenza era totalmente rimessa al genio, oggi le intuizioni devono essere obbligatoriamente soggette a continuo aggiornamento, perché il lasso temporale che ne precede la codificazione è realmente esiguo. Tutto ciò, dunque, avvalora ulteriormente quelle situazioni in cui una possibilità di intervento per occludere il talento non c’è, complice l’incertezza generata nel difendente dall’eventuale bagaglio inesauribile dell’opponente. È il caso – ma gli appassionati del campionato cadetto avranno già intuito – di Nicholas Bonfanti.

Perché Nicholas Bonfanti è speciale

Ricapitolare il percorso del giovane (classe 2002) attaccante del Modena (che l’ha accolto nella scorsa stagione, aspettato quando chiamato a convivere con problemi fisici e valorizzato tanto in C quanto finora in B) risulterebbe eccessivamente formato Wikipedia, dunque la sottolineatura del merito risiede nelle caratteristiche di un giocatore figlio dell’epoca in cui vive ma, al contempo, dotato degli strumenti necessari per non lasciarsi risucchiare dalla meccanizzazione del calcio.

La struttura di Nicholas restituisce immediatamente l’idea classica di centravanti: fisicamente roccioso, in possesso dei mezzi utili per guerreggiare nelle aree di rigore avversarie, feudi da conquistare, energico per non rigettare lo scontro quando necessario.

Season heatmap di Nicholas Bonfanti: fonte sofascore.com

Nicholas Bonfanti non è decifrabile

Oltre la conformazione, che va certamente salvaguardata e curata, così da ricalcare quanto descritto in apertura, c’è il talento, ed è su questo ponte che si edifica il passaggio alla dimensione superiore, quella dei grandi calciatori. Bonfanti ha doti traboccanti: legge il gioco, sa muoversi per eludere gli avversari e guidare le scelte dei compagni, interpreta le situazioni e gli spazi, ha i tempi del profilo navigato, pur essendo decisamente implume.

Tecnicamente validissimo, non disdegna la declinazione di bellezza del gioco fuori dalla sua comfort zone. Tra i tanti meriti da riconoscere a questo ragazzo, ce n’è uno che va particolarmente rimarcato: Nicholas calcia – e gioca – con il destro e il sinistro, pur essendosi palesato al calcio come mancino (non è un caso che sul web ci sia grande incertezza circa quale sia il suo piede naturale).

Una fattispecie, quest’ultima, che gli permette di personificare quel concetto di imprevedibilità prima sviluppato: non poter comprendere ex ante quale sarà la scelta dell’avversario rende davvero stressante la marcatura da applicare e la scelta da fare, perché la giocata inaspettata/controintuitiva è dietro l’angolo.

Bonfanti, dunque, non è globalmente contrastabile per coloro che sono chiamati ogni weekend a otturarne la vena realizzativa. Una base tecnico-tattica che, dunque, permette di immaginare una rigogliosa prospettiva.