Garbato, ma non troppo – Il Frosinone non se lo meritava
Una retrocessione amareggiante
Di quanto accaduto a Empoli, dell’atteggiamento scanzonato e disinteressato della Roma si parlerà in questa primissima battuta e poi mai più: il tappeto giallorosso offerto ai toscani lascia tanta amarezza e le parole di Daniele De Rossi nel post-gara cariche di stima a Eusebio Di Francesco non leniscono la ferita ma rimarcano l’insensatezza della stessa. Non è stata una bella pagina, non perché sia un qualcosa di nuovo o inatteso ma perché da un mister sbarcato nella Capitale facendosi portavoce di un cambio d’attitudine ci si sarebbe aspettati una presa diversa sulla squadra nell’ultima giornata di campionato.
Asserire che il Frosinone non meritasse questo epilogo semplicemente adducendo come motivazione i fatti del Castellani, però, è assai riduttivo. L’unico club coinvolto nella lotta per non andare in Serie B che ha tentato attivamente di evitare la retrocessione è proprio quello ciociaro. A partire dall’intraprendente e intelligente mercato estivo, proseguendo con la stabilità data allo spogliatoio confermando DiFra anche nei momenti più difficili, concludendo con un discorso più ampio riguardo la sostenibilità e l’oculatezza del modello gialloblù.
A eccezione di un centrale di difesa in più a gennaio, la società ha compiuto ogni miglioria possibile rispetto alle precedenti due esperienze in Serie A al fine di difendere la categoria. Non si è fatta trovare impreparata quando Fabio Grosso ha salutato, ha intessuto fitte relazioni coi top club prendendo in prestito calciatori importanti, è riuscita laddove possibile a inserire clausole per tentare riscatti e patrimonializzare il capitale umano a disposizione. Ha uno stadio di proprietà, un centro sportivo all’avanguardia, un direttore dell’area tecnica tra i più capaci e visionari del panorama italiano, un allenatore capace sin da subito di dare la propria impronta a un gruppo tanto promettente quanto inevitabilmente slegato e acerbo nelle prime battute.
Il presidente Maurizio Stirpe ha dato l’ennesima lezione non soltanto di stile ma di comunicazione e visione sportiva parlando a caldo a seguito della sconfitta con l’Udinese al Benito Stirpe costata la Serie B. Assunzione di responsabilità, complimenti agli avversari, comprensione della rabbia dei tifosi, stima confermata a Di Francesco e attribuzione di merito a tutta la squadra per la stagione condotta. Parole che rappresentano una luce duplice: da un lato la certezza di una proprietà fortissima per idee, che ripartirà ancor più determinata con lo scopo di crescere ulteriormente, dall’altro la prospettiva di un lavoro tecnico in cadetteria in continuità con quello svolto in massima serie. Demolire è facile, riconoscere il buono in una stagione maledetta è qualità di pochissimi eletti. Il Frosinone non meritava la retrocessione, ma riemergerà. Perché in un calcio italiano miope e improvvisato chi sa costruire e sviluppare è destinato a vincere sempre.