31 Agosto 2022

ESCLUSIVA PSB – Adriano Mezavilla: “Pisa? D’Angelo l’avrei tenuto a vita. Caserta tra i migliori. Su Castori e la Reggina…”

ESCLUSIVA PSB MEZAVILLA – Il campionato di B è giunto alla terza giornata: sono già emersi i primi verdetti e non mancano le sorprese. Di sicuro la stagione si prospetta molto divertente e con continui capovolgimenti di fronte. Di questo ed altro abbiamo parlato, in esclusiva, con Adriano Mezavilla, ex centrocampista di Perugia, Pisa e […]

Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images - Via One Football

ESCLUSIVA PSB MEZAVILLA – Il campionato di B è giunto alla terza giornata: sono già emersi i primi verdetti e non mancano le sorprese. Di sicuro la stagione si prospetta molto divertente e con continui capovolgimenti di fronte. Di questo ed altro abbiamo parlato, in esclusiva, con Adriano Mezavilla, ex centrocampista di Perugia, Pisa e Reggina. Diversi anche i tecnici e i compagni avuti nel corso della sua carriera  che militano attualmente in cadetteria. Di seguito l’intervista completa.

Ciao Adriano, partiamo subito da una delle tue ex squadre, ovvero il Perugia. Gli umbri sono partiti malissimo e attualmente occupano il penultimo posto in classifica. Ti aspettavi questo avvio così difficoltoso?

«Gli avvii della Serie B sono sempre difficili perché comunque le squadre sono tutte livellate. Ci sta, secondo me, che anche una squadra forte come il Perugia possa partire male, però il campionato è talmente lungo e equilibrato che hanno tutte le possibilità di riprendersi pure già da subito».

A guidare i biancorossi c’è Fabrizio Castori, tuo allenatore ai tempi del Cesena e protagonista 2 anni fa della straordinaria promozione della Salernitana. Che tecnico è? Ti sei trovato bene con lui?

«Il Mister è quello che mi ha fatto acquistare in Italia e mi ha fatto debuttare in Serie C e in Serie B. Sono stato con lui a Lanciano e dopo mi ha portato con sè al Cesena. Lavora molto, è una persona molto umile e semplice, ha bisogno come tutti gli allenatori di tempo per imporre il suo modo di vedere il calcio, che è un modo molto semplice però pratico. Non guarda a tante cose “belle” ma alla sostanza. Mi ha insegnato tanto e posso soltanto ringraziarlo».

Non se la passa meglio il Pisa che, al pari del Grifo, ha raccolto un solo punto in classifica. I nerazzurri, pochi mesi fa, raggiungevano la finale play-off, sfiorando la A contro il Monza. Da lì un reset quasi totale. Cosa pensi di questo cambiamento radicale? Avresti tenuto D’Angelo in panchina?

«Sicuramente, a questo punto, il Pisa sta pagando il livello psicologico, perché dopo essere arrivato ad un passo dalla A non è facile riprendere mentalmente. Siccome ho avuto anche Mister D’Angelo, l’avrei tenuto tutta la vita: è una persona che lavora, dà molta serenità al gruppo. Come detto prima, l’aspetto mentale è la principale causa della crisi, appena riescono a capire che ormai è andata e bisogna rifarsi quest’anno cambiando la chiave di volta, cominceranno di nuovo a fare risultati».

La Reggina, invece, è partita bene. Inzaghi, qualora ce ne fosse stato bisogno, in B continua a dare conferme. Il pubblico del “Granillo” inoltre rappresenta il valore aggiunto del club amaranto. A livello personale che ricordi conservi del periodo a Reggio?

«A Reggio sono stato pochissimo, è stato un anno molto difficile, c’era un’altra proprietà e abbiamo avuto tanti problemi, quindi a livello sportivo non ho dei bellissimi ricordi, però è una piazza che si commenta da sola in senso positivo. È una città dove, se la gente va allo stadio e spinge la squadra, si gioca veramente con un uomo in più. Il pubblico è caloroso e appassionato di calcio. La Reggina già da un paio di anni ha allestito un’ottima squadra. Partire bene crea ancora più entusiasmo e ciò è un fattore importante specie in una piazza così. Gli amaranto possono dare fastidio a tutti, guidati da un allenatore che ha confermato durante questi anni che può tranquillamente fare la B a grandi livelli».

Nell’esperienza alla Juve Stabia sei stato allenato da Fabio Caserta, attualmente al Benevento. Qual è il suo rapporto con i giocatori e che tipo di calcio propone a tuo avviso?

«Fabio l’ho avuto sia come compagno che come allenatore: è molto preparato, ha un calcio molto propositivo, fa girare bene tutta la squadra. Ha avuto un po’ di problemi lo scorso anno e qualche basso ma soltanto per un periodo. Se la squadra segue la sua testa e lui prova a farla ragionare come lui, a trasmettere le sue idee ai ragazzi, può fare solo che bene. Secondo me lo aspetta un futuro importante. È uno degli allenatori più forti che ho avuto».

In ultimo, della tua carriera hanno fatto parte tanti compagni che adesso militano ancora in Serie B. In questo lungo elenco (Canotto, Elia, Calò, Beretta, Branca, Zampano ecc) spiccano tre prime punte: Pavoletti, Falcinelli e Forte. Come li giudichi a livello tecnico e umano?

«Sono tutti e tre ragazzi eccezionali. Pavoletti, quando l’ho avuto da compagno a Castellammare, era ancora agli inizi, aveva tanto ancora da imparare, poi ha fatto un botto di miglioramenti incredibili e merita quello che ha raggiunto fino adesso. È un attaccante fortissimo in area di rigore che butta giù la porta. Anche Falcinelli l’ho avuto per un periodo a Castellammare, è fortissimo, sa giocare spalle alla porta, tecnicamente bravo. Diciamo chi sono io per parlare di loro?! Hanno grande qualità, sono centravanti validissimi per la categoria. In merito a Francesco Forte, è un bomber, sta lì, aspetta la sua occasione e la butta dentro; inoltre è un ragazzo eccezionale. Tutti e tre sono molto umili, con tanta voglia di lavorare e migliorarsi ogni giorno. Sono contento per quello che stanno facendo e continuo a seguirli e a tifare per loro».