6 Settembre 2018

Dazn, poche gioie e tanti dolori: la Serie B ne uscirà danneggiata?

DAZN SERIE B – Il 2018 è stato, e continua ad essere, l’annus horribilis per il “campionato degli italiani”, la Serie B. Una serie lunghissima di eventi e malefatte che hanno preso la scena nei tribunali, nelle banche e tra i bilanci societari. Dai playoff rimandati per le ritenute non versate dal Bari, i casi […]

DAZN SERIE B – Il 2018 è stato, e continua ad essere, l’annus horribilis per il “campionato degli italiani”, la Serie B. Una serie lunghissima di eventi e malefatte che hanno preso la scena nei tribunali, nelle banche e tra i bilanci societari. Dai playoff rimandati per le ritenute non versate dal Bari, i casi Calaiò e Frosinone-Palermo, i crack di Cesena e Bari, i pagamenti in nero del Foggia, le fideiussioni dell’Avellino, fino al blocco dei ripescaggi imposto dalla Lega B e l’ira delle papabili ripescate.

A questo continuo susseguirsi di ricorsi e accuse, si aggiunge un cambio (se vogliamo epocale) nella gestione dei diritti tv del campionato cadetto. Dalla accogliente e esosa Sky, si passa a Dazn, una sconosciuta e nuova idea di immaginare il calcio in tv, o meglio in streaming e on demand. Dazn si aggiudica per 3 anni l’esclusiva sulla trasmissione di tutte le partite di B su una piattaforma interamente in streaming che, negli auspici dei vertici della stessa, suole ispirarsi a Netflix. La Lega B, dopo lunghe trattative, raggiunge gli accordi con Perform e con Rai (diritti per l’anticipo del venerdì) sulla base di 29 milioni di euro totali a stagione, con un aumento di quasi il 30% rispetto al triennio precedente targato Sky. Non c’è che dire, un significativo aumento di fatturato.

LE GIOIE

Messa così tutti contenti. Più introiti alla Lega significano più mutualità ai singoli club che, capeggiati dai vari Lotito e Cellino, hanno di ché festeggiare. Non solo. Anche i tifosi avranno i loro vantaggi: per seguire la B dovranno solamente sborsare 9,99€ al mese per vedere tutte le partite in programma; ci sarà un anticipo in chiaro su reti Rai, e potranno rivedere in qualsiasi momento le partite del campionato cadetto per intero. Tutti servizi da fruire attraverso rete internet. I telecronisti vengono ripescati da Mediaset con l’amatissima Diletta Leotta che fa da capofila. Si apre, solo a parole, la nuova era del calcio a basso costo.

I DOLORI – Problemi tecnici

La rivoluzione su base “netflixiana” parte invece male: i problemi tecnici dell’esordio, causati dalla stessa Dazn, si mescolano a problemi di più ampio respiro. Problemi strutturali che possiamo riassumere in 3 temi principali: Dazn e i suoi servizi (server), la rete italiana, i dispositivi utilizzati.

Senza addentrarci in rapporti tecnici, Dazn all’avvio della sua esperienza in Italia ha avuto difficoltà soprattutto causate dall’enorme gestione dei flussi di dati in uscita; alla prima di campionato non aveva abbastanza server a disposizione, cosa che nell’ultima giornata sembra essere migliorata, ma che ancora non è a livelli ottimali. Molto dipenderà, quindi, dalla stessa azienda e dagli investimenti che intenderà proporre per la gestione dei suoi servizi.

Per quanto riguarda la rete di distribuzione italiana, quest’anno il rapporto DESI (Digital Economy and Society), lo studio della commissione europea che valuta la qualità dei servizi internet e della diffusione tecnologica nei vari paesi membri, relega l’Italia agli ultimi posti, prima solo di Bulgaria, Grecia e Romania (qui il link al documento). Un paese, quindi, che ha una struttura carente (soprattutto in provincia) e limitate ai grandi centri urbani.

Si aggiungono normali e consueti problemi minori di gestione dei singoli dispositivi, dove persone comuni, poco incrini alla risoluzione di tematiche informatiche, necessiterebbero di assistenza. La guida di Dazn, inviata tramite mail agli utenti, sembra quantomeno riduttiva. Di particolare rilievo può essere l’età dei dispositivi che vengono utilizzati per la visione (tanto che Dazn, raccomanda Smart Tv e altri dispositivi recenti), e la connessione di tipo wi-fi, che renderebbe meno fluida la fruizione del servizio.

Tre tematiche che raccolte insieme hanno la capacità di apportare numerosi disservizi all’utente finale.

Visibilità

Altra novità rispetto agli anni precedenti, è il trasloco degli slot televisivi: dal buon vecchio sabato della B, allo spezzatino che parte da venerdì e termina al lunedì. Una questione che pare essere stata ampiamente sottovalutata. La scelta che fece Sky, quella di far giocare la maggior parte degli incontri cadetti al sabato pomeriggio, si è rivelata nel tempo azzeccata: uno slot che non si sovrapponeva a nessun altro campionato nazionale e che metteva in vetrina un campionato da sempre combattuto e imprevedibile. Invece in questa stagione, almeno fino all’ottava giornata, le gare si disputano in contemporanea con la più quotata e seguita Serie A, andando a immischiarsi in un confronto con un vincitore già designato.

Contenuti

Altro tema è la scarsità dei contenuti. Se durante le partite il servizio offerto dalla redazione Dazn (al netto delle criticità di cui sopra) è di ottimo livello, si attraversa un buco nero in tema di approfondimenti e programmi specifici: non esistono pre e post-partita, interviste dedicate, sintesi della giornata, canale diretta-gol, tutto quello che un amante di questo campionato vorrebbe vedere. Solo i novanta minuti. Davvero troppo poco per un calcio moderno.

 

LEGA B: MEGLIO L’UOVO OGGI

Il pacchetto Dazn è stato voluto dalla Lega di B chiaramente per una questione di vantaggio economico. Un rendimento che, ad oggi, è migliorativo ma su cui sorgono notevoli dubbi se guardiamo da quì a 3 anni. Quella della LegaB sembra la più classica delle scelte all’italiana: meglio l’uovo oggi che la gallina domani. Un vantaggio nell’immediato che non tiene conto dei possibili risvolti futuri in termini di coinvolgimento e attenzione degli appassionati. Già, gli appassionati: tifosi comuni delle realtà meno vistose che escono con le ossa rotte da un’estate vissuta solamente nelle stanze dei bottoni, rincorrendo notizie da tribunali e enti di controllo. Relegati a ruolo di comprimari, quando, invece, sono la reale benzina nella macchina del calcio.

Se allarghiamo poi lo sguardo anche alla Serie A, il quadro diventa ancora più fosco: per assistere anche alle partite della massima serie, occorre addirittura il doppio abbonamento Sky e Dazn, con parallelo aumento di costi e disservizi. Una questione su cui si sta muovendo l’Antitrust in difesa dei consumatori ma, comunque, di difficile risoluzione.

Purtroppo non si è fatto un salto verso il progresso e la digitalizzazione della nostra società ma, più semplicemente, si è risposto ad un’esigenza in termini di opportunità e egoismo. Una politica, quella della Lega di B, che viene confermata anche nella gestione della querelle-ripescaggi: cavalcando un’ipotetica riforma dei campionati, vince l’opportunità di avere più risorse e più vantaggi.

Se si rivelerà una scelta miope, lo sapremo presto, ma l’orizzonte è tutt’altro che sereno.