19 Settembre 2018

ESCLUSIVA PSB – Daniele Pagani: “Crotone, Spinelli potrà fare bene. Avrei voluto vedere Gianluca Mancuso in Italia”

Fondatore de “La Gazzetta di Don Flaco“, blog che cerca di alimentare quotidianamente il connubio calcio-narrazione, oltre a vantare diverse altre collaborazioni, Daniele Pagani è, oggi, una delle principali nuove leve dello storytelling calcistico nel panorama nazionale. Il suo grande amore per questo sport, in particolar modo quando il discorso si concentra sul Sudamerica, lo […]

Fondatore de “La Gazzetta di Don Flaco“, blog che cerca di alimentare quotidianamente il connubio calcio-narrazione, oltre a vantare diverse altre collaborazioni, Daniele Pagani è, oggi, una delle principali nuove leve dello storytelling calcistico nel panorama nazionale. Il suo grande amore per questo sport, in particolar modo quando il discorso si concentra sul Sudamerica, lo porta in esclusiva ai nostri microfoni. Tra il Crotone desideroso di ballare il tanto argentino, e la Salernitana che cerca invece nuova linfa verdeoro, sono diversi i profili di cui si è discusso.

Il Crotone darà la possibilità a Claudio Spinelli di ambientarsi nel calcio italiano, prima di rientrare al Genoa, società che lo ha prelevato in estate dagli argentini del Tigre: parliamo di un attaccante che nella passata stagione ha messo a segno 7 gol in 15 presenze in Primera División nonostante sia un classe 1997. Ritieni possa far bene in cadetteria?

“Assolutamente sì, infatti non è un caso che prima del Genoa lo seguisse con un occhio di riguardo anche il River Plate di Marcelo Gallardo, nonostante un reparto offensivo già di per sé completo tra Ignacio Scocco, Lucas Pratto e Rafael Santos Borré. Al San Martín, sotto la gestione di Néstor Raúl Gorosito, ha trovato lo spazio di cui necessitava per dimostrare i suoi colpi migliori. Mi piace molto il suo stile, in particolar modo per la sua innata capacità preveggente nella fase di aggressione dello spazio in verticale, effettuata quasi sempre con scelte di tempo pressoché perfette. Quando attacca la profondità sa davvero come diventare letale, ma anche negli uno contro uno e nel gioco di gambe non scherza. In casa Genoa, chiaramente, tutti sperano possa prendere la strada già battuta dai vari Milito, Palacio e Simeone, tanto per elencarne qualcuno. Molti addetti ai lavori lo hanno paragonato a Claudio Caniggia, lui dice di ispirarsi a Gonzalo Higuaín: la realtà, a mio modesto parere, è che ci ritroviamo di fronte ad un attaccante piuttosto atipico e tecnicamente costruito a suo modo, mentre dal punto di vista tattico dovrà ovviamente essere in grado di comprendere un calcio decisamente ostico come la serie cadetta italiana. Inoltre vi svelo una curiosità: nonostante abbia raccolto solo 2 presenze con il Tigre, dov’è ancora oggi il miglior marcatore nella storia delle giovanili del club di Victoria con 60 reti tra il 2011 e il 2016, più altri 10 nelle riserve, Claudio rappresenta ad oggi la cessione più remunerativa nella storia del “Matador”. Insomma: 3,6 milioni per l’80% del cartellino con appena 23 minuti di minutaggio. Ho sentito molti colleghi parlare anche della sua nota carriera da modello, ma a me interessa il campo. E non le chiacchiere. Spero sia all’altezza, ma credo che la speranza verrà ripagata se dovesse trovare spazio a Crotone”.

L’asse tra il Crotone e il Genoa ha coinvolto anche un altro argentino: Marcos Curado, difensore classe ’95 cresciuto nell’Arsenal de Sarandí: potrà rivelarsi un’arma utile per Stroppa?

“Senza nulla togliere a Curado, il Genoa, il grande colpo in prospettiva per la difesa l’ha fatto con il classe ’98 Cristian Romero, che piaceva molto anche all’Inter. Mi chiedo se dietro si nasconda una sinergia tra i due club. In quanto a Marcos è un ottimo talento, forse leggermente più pronto del suo connazionale, anche per questioni anagrafiche dato che ha tre anni in più. Come ben saprete doveva andare all’Avellino, ma la mancata iscrizione degli Irpini al campionato ha convinto il Crotone ad affondare il colpo. Bisogna considerare, oltre al fatto che può giocare sia in una linea difensiva a 4 che a 3, che ad appena diciannove anni Sergio Rondina l’ha lanciato nella mischia senza eccessive remore, rendendolo il leader della retroguardia dell’Arsenal de Sarandí. Una stigmate che nasconde non poche insidie, ma che Curado è stato in grado di sopportare con un carisma quasi inaspettato e benevolmente accolto. Anche lui, come Claudio Spinelli, avrebbe potuto continuare la sua carriera in patria: lo voleva il Rosario Central, che alla fine ha deciso di puntare su Miguel Barbieri, un mio caro amico, che saluto con un abbraccio, augurandogli il meglio con la maglia delle “Canallas”. La realtà dice che l’Arsenal è una società economicamente debole, che necessita di vendere ogni anno i suoi migliori talenti, e il Genoa è stato bravo a muoversi in anticipo sfruttando la situazione. Come biglietto da visita, sperando che sia di buon auspicio, Marcos si presenta in Italia con ben 75 partite sul curriculum e una discreta polivalenza tattica, dato che può essere adattato anche sull’out destro in una difesa a quattro. L’anno scorso ci si è messa anche la sfortuna, a dirla tutta, dato che svariati infortuni non gli hanno permesso di giocare con la regolarità che avrebbe meritato. La stagione che si appresta a vivere in quel Crotone non dovrebbe presentare ostacoli proibitivi, con Marchizza ed il finlandese ex SPAL Sauli Väisänen a fargli concorrenza. Detto della sua leadership, e dei problemi fisici, vediamo a fine stagione quale piatto della bilancia peserà maggiormente”.

A causa di alcuni problemi legati al tesseramento, è saltato l’arrivo di Gianluca Mancuso al Foggia, con l’affare che era stato addirittura ufficializzato. Credi che un calciatore con le caratteristiche del ventenne centrocampista del Vélez Sarsfield potessero fare al caso dei “Satanelli”?

“Devo dirlo, un po’ mi spiace, perché il Vélez di Heinze si sta dimostrando un’interessante miniera di talenti: mi basta pensare a Mancuso, Matías Vargas, Nahuel Arena, Nicolás Delgadillo ed ultimo in ordine cronologico Thiago Almada, che è addirittura un classe 2001. Piaceva anche a Venezia e Brescia, tant’è che simpatizzando fin da piccolo per le “Rondinelle” mi avrebbe intrigato non poco vedere un’accoppiata Mancuso-Tonali davanti alla difesa. Il primo a distruggere, il secondo a creare con quella divina semplicità che lo contraddistingue. Di Gianluca cosa dire? Il classico “volante de cinco” alla Claudio Pizarro: rapido e mai banale nella giocata, sagace nella leggere con anticipo la fase di transizione difensiva. Gioca al Vélez da quando ha 7 anni e in “Quinta División” è stato un elemento fondamentale nei meccanismi della squadra che tuttavia, alla fine, s’è classificata dietro al Boca Juniors. Diciamo che in un’epoca di transizione come quella attuale dell’Argentina, con il CT ad interim Scaloni, non è facile essere un centrocampista con caratteristiche difensive. Tutti sono in attesa di un nuovo Cambiasso o un nuovo Mascherano. In tal senso sta rispettando le grandi attese Santiago Ascacíbar dello Stoccarda, meno Esteban Rolón ed Emanuel Cecchini, che al Málaga non hanno trovato spazio, e attualmente stanno cercando di ritrovare la propria identità rispettivamente con il Banfield e il Genoa. Il Vélez chiaramente non è certo dispiaciuto del tramonto dell’affare con il Foggia. Lui, intanto, sembra aver superato il dispiacere e ha raccolto le prime due presenze con la prima squadra in campionato. Dice di aver studiato da Gago e Mascherano, suoi idoli d’infanzia, e di voler vincere tanti trofei con il Fortín. Ribadisco, comunque: un peccato non vederlo all’opera in Italia”.

Quando pensi al calcio brasiliano non può non venirti in mente il settore giovanile del Santos, tra i migliori – se non il migliore – dell’intero Paese. Senza scomodare i grandi del passato cosa ne pensi di André Anderson, classe ’99 portato in Italia dalla Lazio, che l’ha prontamente girato in prestito alla Salernitana? Nelle giovanili ha praticamente sempre indossato la numero dieci, il cui peso specifico è rilevante.

Igli Tare è un grande dirigente, questo va detto, dato che il contratto di André con il Santos sarebbe scaduto il prossimo ottobre. Ovviamente non vi dico nulla di nuovo, ma mi sembra giusto rinnovare i complimenti a colui che di anno in anno veste i panni del regista nella lungimiranza della Lazio di Claudio Lotito. Il Santos ha detto di volersi rivolgere alla FIFA per questo affare, poiché i “Peixe” sostengono di avere diritti contrattuali e di valorizzazione che non sono stati rispettati. Vedremo in che modo si chiuderà la vicenda. Tornando al ragazzo: in patria lo ricordano tutti per aver dominato la classifica marcatori della Copa do Brasil 2017 e del campionato di categoria, affermandosi come capocannoniere in entrambe. Chiaramente, poi, a dare continuità alla sua ascendente fama è arrivata la chiamata con la Sub-18 della Seleçao. Marcos Maturana, che fa da coordinatore per le giovanili del club da tempo immemore, giura di aver visto pochi ragazzi con simili qualità. In tal senso non è una novità l’appeal delle Juvenil del club Santista, nonostante la generazione di Zeca, Thiago Maia e Gabigol non sia riuscita a ripetere i successi di quella timonata da Neymar, Ganso, Alex Sandro e Felipe Anderson. Oggi parlano tutti di Vinicius e Rodrygo, acquistati dal Real Madrid per una cifra complessiva che supera i 90 milioni, ma chi dimentica ragazzi di talento come André e Lincoln del Flamengo commette un errore madornale a mio parere. A tal proposito Cuca può contare su Lucas Veríssimo e Victor Yan, ma anche Yuri Alberto e Arthur Gomes. La Lazio ha fatto come il Real in un certo senso, ma con un modus operandi orientato al low cost: se i blancos si sono assicurati i due talenti di punta di Santos e Flamengo, i biancocelesti si sono focalizzati sulle due occasioni che le due società offrivano, André e Luan Capanni, che peraltro sarebbero due calciatori complementari in un reparto offensivo. Vediamo come cresceranno: uno alla Salernitana, l’altro nella Primavera di Valter Bonacina. La peculiarità di Anderson nel saper ricoprire diverse posizioni nello scacchiere offensivo mi fanno ben sperare ma Salerno, pur essendo un ambiente provinciale, tutto si potrebbe definire fuorché tranquillo. Lì hanno grandi aspettative. Spero che non sia un fattore deterrente per la crescita del ragazzo”.

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Fonte foto: profilo Facebook privato Daniele Pagani