26 Agosto 2018

Chi si accontenta gode? Cremonese e Perugia, le due facce del difensivismo

CREMONESE PERUGIA – Sia il primo anticipo della B, disputatosi venerdì alle 21, che Cremonese-Pescara di ieri pomeriggio si sono concluse con un 1-1 agguantato in extremis. Le somiglianze tra i due match, se li si analizza, sono anche più profonde di così. Nonostante due andamenti della gara opposti, la squadra di Mandorlini e il Perugia hanno interpretato la gara in maniere abbastanza […]

Mandorlini

Mandorlini, allenatore ex Verona e Cremonese

CREMONESE PERUGIA – Sia il primo anticipo della B, disputatosi venerdì alle 21, che Cremonese-Pescara di ieri pomeriggio si sono concluse con un 1-1 agguantato in extremis. Le somiglianze tra i due match, se li si analizza, sono anche più profonde di così. Nonostante due andamenti della gara opposti, la squadra di Mandorlini e il Perugia hanno interpretato la gara in maniere abbastanza analoghe.

Sebbene il tentativo, di venturiana memoria, di impostare costantemente il gioco dalle retrovie ci sia stato, l’undici di Nesta ha tirato in porta solo in occasione del pareggio su rigore. Più densa di occasioni da rete è risultata, invece, la prestazione grigiorossa. I cambi, tuttavia, fanno riflettere: Mirko Carretta, migliore in campo per distacco, ha lasciato il terreno dopo poco più di 60 minuti per far spazio ad un mediano come Castagnetti e nel finale il baricentro dei padroni di casa si è ulteriormente abbassato con l’uscita di Castrovilli per Kresic.

Il comun denominatore, dunque, è facile scorgerlo nel difensivismo, ma proprio quando sembra di poter carpire il punto d’unione si scorge la differenza. Il Grifo, imbottito di arrivi last-minute sin dal primo minuto, affrontava in trasferta il Brescia, una delle più serie accreditate alla promozione. Restare a galla per tutta la durata del match piuttosto che esporsi al rischio di un doppio svantaggio è una scelta ideologicamente discutibile, ma coerente con le difficoltà della rosa e l’obiettivo di raccogliere punti subito. L’inconsistenza offensiva palesata anche in seguito alla superiorità numerica e al cambio di modulo dà ragione all’ex difensore del Milan, probabilmente conscio dei meccanismi ancora tutti da oliare in attacco.

Per la Cremonese questo discorso non può affatto valere. I calciatori si allenano insieme già da qualche settimana e, soprattutto, hanno dato saggio della propria pericolosità dinanzi alla porta avversaria ogni volta che ne hanno avuto occasione. Se a ciò si aggiunge che, anche sulla carta, il Pescara visto allo “Zini” non rappresentava un ostacolo insormontabile, diviene complicato individuare cause razionali che spieghino le scelte tattiche. Privarsi di un uomo dotato di strappi, e perciò contropiedista per natura, come Carretta è un segnale difficile da decifrare per dei giocatori pronti a pungere in ripartenza. Lo schiacciarsi all’indietro promosso da Mandorlini ha permesso ad un Delfino apparso abbastanza abulico di presentarsi dalle parti di Radunovic, il quale ha poi commesso l’errore fatale e dilapidati i primi due punti della stagione.

Partite diversissime e finali uguali, atteggiamenti uguali e ragioni diversissime.