22 Aprile 2020

Perinetti: “Io credo che il calcio dovrebbe tentare di riprendere perchè diversamente i problemi si sposterebbero”

PERINETTI DICHIARAZIONI – Il Corriere dello Sport ha intervistato diversi addetti ai lavori a quali sono state poste le “classiche” domande di questo periodo. Di seguito le  una parte delle parole di Perinetti partendo dalla conclusione della stagione: “Io credo che il calcio dovrebbe tentare di riprendere perchè diversamente i problemi si sposterebbero e non […]

PERINETTI DICHIARAZIONI – Il Corriere dello Sport ha intervistato diversi addetti ai lavori a quali sono state poste le “classiche” domande di questo periodo. Di seguito le  una parte delle parole di Perinetti partendo dalla conclusione della stagione: “Io credo che il calcio dovrebbe tentare di riprendere perchè diversamente i problemi si sposterebbero e non si può attendere che arrivi un vaccino per giocare. C’è una situazione straordinaria e serve una risposta straordinaria in un clima di emergenza. Certo il protocollo della è complicato da rispettare in B e C. Ma, intanto, la può riprendere per dare un impulso al sistema. Giù ci sono problemi economici che vanno scongiurati provando a concludere la stagione. – continua – L’ipotesi di cristallizzare la classifica e limitare le gare solo dove gli obiettivi sono contendibili, aiuterebbe a evitare il caos. E’ un compromesso che salva il merito sportivo e limita gli eventuali contenziosi che vengono già minacciati.”

Sulle gare al sud: “Ottima idea. E’ una strada percorribile. Poi c’è un’altra questione. C’è un rischio oggettivo di fuga per tanti giocatori. Perchè se altrove si gioca e da noi no, rischiamo che in A tutti vadano altrove, magari con un transfert provvisorio motivato dagli Europei 2021.”

Come limitare l’impatto economico: “Magari con una maggiore mutualità anche della A, perchè diversamente C e D spariranno.” 

Sui contratti: “Trasformare il termine perentorio del “30 Giugno” in “fine campionato”. “

Altri rischi: “C’è il il rischio che il calcio diventi virtuale. All’indigenza per la perdita di tanti posti di lavoro, aggiungeremmo la dispersione di tutta un’attività che ha un impatto sociale enorme. La reggerebbe comunque. Ma in altre categorie non ci sono i Ronaldo. C’è una passione popolare che permea il Paese reale e fa parte del nostro DNA di cui bisogna tener conto. Come ha sottolineato Gravina va considerata tutta l’attività minore di base che è un propellente del nostro movimento. Un calcio elimitario con Super Leghe e l’annullamento definitivo del merito sportivo non serve a nessuno. La bellezza del calcio p che anche i piccoli possono battere i grandi. L’Atalanta che vince in Champions incentiva l’emulazione. Altrimenti vincono solo i budget e la passione popolare muore.”