3 Novembre 2021

Pisa, Corrado: “L’inizio ci dice che la A è raggiungibile. Lucca? Se lo cediamo a 20 milioni Knaster è già rientrato dell’investimento”

CORRADO PISA LUCCA CORRADO PISA LUCCA – Il presidente del Pisa Giuseppe Corrado ha rilasciato una lunga e significativa intervista alla Gazzetta dello Sport toccando non solo temi contingenti alla stagione che stanno disputando i toscani ma anche relativi al sistema calcio in generale. “I successi della squadra vengono dopo quelli della società. Non è un dettaglio. Il calcio non […]

CORRADO PISA LUCCA

CORRADO PISA LUCCA – Il presidente del Pisa Giuseppe Corrado ha rilasciato una lunga e significativa intervista alla Gazzetta dello Sport toccando non solo temi contingenti alla stagione che stanno disputando i toscani ma anche relativi al sistema calcio in generale.

“I successi della squadra vengono dopo quelli della società. Non è un dettaglio. Il calcio non è più quello dell’imprenditore locale che per
soddisfare il proprio ego metteva soldi nella squadra. Il calcio è un’attività industriale. Il calcio fattura 3 miliardi di euro a fronte di quasi 5 di debiti. Le gestioni e le vecchie abitudini sono rimaste. Pensate a tanti ds esperti di calcio applicati alla gestione dell’azienda: dovrebbe essere il contrario, manager laureati con esperienza nel calcio. E si pensa ancora che una vittoria sia la panacea di tutti i mali.

L’Inter dopo il Triplete s’è ritrovata con enormi problemi. Come il Milan o Sensi e Cragnotti. Alla vittoria devi arrivare attraverso un piano industriale. Con le idee trovi i soldi, ma con i soldi non compri le idee. A dicembre 2016 abbiamo preso il club per circa 10 milioni, poi in 4 anni abbiamo fatto investimenti per altri 5. Siamo retrocessi e risaliti, abbiamo dato valore al club e azzerato i debiti. Per questo è venuto a cercarci un investitore come Alex Knaster, che ha preso il 75% del vecchio socio Enzo Ricci per quasi 22 milioni.

Se sei una società a posto sono gli investitori a venirti a cercare e ad aggiungere valore. Knaster ha scelto noi e siamo subito andati d’accordo. Lui ha chiesto di accelerare per il centro sportivo: a inizio 2022 partono i lavori, in un anno sarà pronto. Ha chiesto che fossimo ancora noi della famiglia a gestire il club: siamo 11esimi come monte stipendi e abbiamo comprato Lucca, Cohen, Tourè e altri ragazzi, con gli ammortamenti ci costano solo 2 milioni l’anno.

Lucca lo voleva anche il Sassuolo. La richiesta del Palermo era di 3 milioni, noi ne offrivamo 2. Knaster ha detto: “Se il giocatore è forte, 2 o 3 non cambia. Cosa ha il Sassuolo più di noi? La Serie A: facciamo capire a Lucca che con lui ci possiamo arrivare”. E abbiamo chiuso: il Sassuolo si è ritirato e con i bonus abbiamo soddisfatto il Palermo. Non so ora quanto valga, ma se facciamo 20 milioni Knaster si è già ripagato l’investimento. Non abbiamo ancora un progetto su di lui, di sicuro genera valore all’impresa e le opportunità si creano attraverso le prestazioni. L’importante è mantenere equilibrio.

Purtroppo i tifosi non capiscono, soprattutto quelli del calcio di una volta. Ma un imprenditore è come il tifoso, le aspettative sono alte. Non possiamo stare 10 anni in B così. A chi non piacerebbe andare in A? Però con le basi giuste, come il Sassuolo che è l’esempio che seguiamo. Sapendo che Pisa è una piazza molto più grande. Queste cose le disse Gazidis quando prese il Milan e i risultati si vedono. Ho sentito Agnelli dire che i parametri zero sono i nemici di una sana gestione: nel 2006 Berlusconi mi chiese consigli e dissi la stessa cosa, era meglio l’investimento di 21 milioni per Gilardino che il parametro zero Cafu, che guadagnava 5 volte di più senza dare valore al club. Rese di più Cafu, ma per il valore del Milan è stato più importante Gilardino.

In B pochi creano valore. Eppure ci sono proprietà forti: Arvedi e Vigorito non ragionano come nelle loro aziende e vengono coinvolti dall’emotività. Vogliamo crescere e migliorare, l’inizio ci ha detto che l’obiettivo promozione è raggiungibile: l’importante è arrivarci con le basi solide e un progetto sportivo serio. Quello costruito con D’Angelo si abbina perfettamente alla nostra idea. Mio figlio dg? Giovanni è cresciuto coni miei principi etici e professionali. Ha rifiutato altre proposte per non tradirmi, quando l’ho saputo gli ho detto che sarebbe stato giusto andare. Anche io in carriera ho cambiato diversi settori.

Calcio diverso da tutte le altre aziende? Bisogna aver provato più settori per dirlo. Un palo può cambiare le sorti di un campionato, ma non di una società. Se tutto è fondato sul risultato, è finita.”