POCHESCI SOTTIL TREMOLADA – Reduce da una parentesi sulla panchina del Carpi, dove ha valorizzato i tanti giovani presenti in rosa e avrebbe sicuramente meritato un epilogo differente, Sandro Pochesci, allenatore che ha conosciuto la Serie B con la Ternana, è intervenuto nel corso di B-Analizziamo, trasmissione ideata e condotta dalla nostra redazione.
Luca Tremolada, subito protagonista con la maglia del Cosenza, è stato un calciatore di Pochesci proprio nel corso dell’esperienza in quel di Terni: “A Brescia Tremolada è stato determinante in tante partite. Le Rondinelle avevano una rosa importante e sappiamo che spesso il trequartista è visto più come il marcatore del play avversario. Luca, invece, è l’uomo in più: vede il gioco, ha un ottimo tiro, sa fare assist e gol. A Cosenza è tornato a giocare in quella posizione che l’ha reso un calciatore decisivo. A Pordenone, con tutto il rispetto, aveva tutto per essere titolare nel suo ruolo. Mi dispiace che non sia riuscito a imporsi in un contesto di alta classifica, perché lui le qualità da Serie A le ha. I numeri 10 per gli allenatori sono croce e delizia, ma io di Tremolada in squadra ne vorrei due o tre“.
Andrea Sottil sta facendo benissimo con l’Ascoli, compagine che sta risollevando dopo un traumatico inizio di stagione. Ecco le considerazioni di Pochesci sul tecnico: “Sottil a livello caratteriale è stato bravo, è un sanguigno. L’ho incontrato in un Siracusa-Fondi, campionato di Lega Pro 2016/2017, match al termine del quale arrivammo quasi allo scontro fisico negli spogliatoi. È un allenatore che dà tanto e pretende tanto. Ci sono tecnici forti con i deboli e deboli con i forti, Sottil non è così, ha il giusto atteggiamento e vuole la sostanza. L’Ascoli è molto migliorato, ha preso giocatori forti e ha sfoltito la rosa, ma sottolineo in particolar modo l’approdo in bianconero di un profilo in grado di fare la differenza in cadetteria, ovvero Federico Dionisi che, a onor del vero, pensavo fosse in fase calante, ma non è così“.
Chiusura con due temi importanti quali la tecnologia in Serie B e l’utilizzo dei giovani: “Non ci sono i fondi, servono molti più arbitri e tecnologie che costano. La Serie B lasciamola ancora com’è, non è ancora ad un livello tale per farlo. In Serie B si dovrebbe avere più coraggio per lanciare ragazzi giovani, anche se secondo me dovrebbero giocare anche in Serie A. Sono stanco di vedere nove, dieci ed a volte undici stranieri in campo. Vorrei vedere un po’ più di italianità, un po’ più di Made in Italy. Per molti anni abbiamo insegnato calcio a molte nazioni“.
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