11 Ottobre 2016

ESCLUSIVA PSB – Vannucchi: “Tifosi, amate le vostre squadre. Su Salerno dico che…”

Alle volte per essere calcisticamente amati non bisogna obbligatoriamente vincere trofei, segnare caterve di gol, giocare in squadre prestigiose. “Basta”, se così si può dire, mostrare attaccamento alla maglia, gettare il cuore oltre l’ostacolo e regalare colpi di classe grazie al talento conferito al momento della propria nascita. Ighli Vannucchi incarna alla perfezione il prototipo di […]

Alle volte per essere calcisticamente amati non bisogna obbligatoriamente vincere trofei, segnare caterve di gol, giocare in squadre prestigiose. “Basta”, se così si può dire, mostrare attaccamento alla maglia, gettare il cuore oltre l’ostacolo e regalare colpi di classe grazie al talento conferito al momento della propria nascita. Ighli Vannucchi incarna alla perfezione il prototipo di giocatore descritto: trequartista come ora non se ne vedono in giro, tutto tecnica e classe, che in carriera ha regalato emozioni in piazze come Empoli e Salerno, e proprio con i toscani vanta una vittoria nel campionato cadetto (stagione 2004-2005). L’abbiamo raggiunto in esclusiva, ecco le sue dichiarazioni:

La Serie B è il campionato che ti ha visto calcisticamente nascere e cresce, prima di affermarti nella massima serie in particolar modo con l’Empoli. Quanto è stata importante per te la cadetteria?

Sai, ho sempre dato il giusto peso alla categoria, ma sono convinto che se ami fare calcio, la passione è intatta ad ogni livello nel quale militi. Ho giocato nei dilettanti, in Lega Pro, in Serie B ed in Serie A sempre con la stessa passione. Rigiro la domanda ai tifosi: amate la vostra squadra solo perché è in Serie A oppure la tifate a prescindere? Giusto porsi quest’interrogativo“.

La Serie B è un campionato che segui ancora?

Ti dirò, non seguo praticamente più nulla, tranne qualcosa che passa tramite gli amici ho sui social network”.

Un tuo ex compagno di squadra, tale Antonio Di Natale (un calciatore comune insomma) ha recentemente dichiarato che non vi sono più numeri 10, giocatori che sulla trequarti amano mandare i compagni di squadra in porta ma cercano anche la via del gol, alla Vannucchi insomma.

Dico a Totò che si sbaglia, un 10 esiste ancora ed è Francesco Totti. Dopo che si ritirerà lui, potrà ufficialmente affermare ciò”.

Salerno piazza che difficilmente avrai dimenticato, così come nessuno ha rimosso quel tuo gol contro il Vicenza. Che ricordo hai dei campani?

Gente passionale che mi ha trasmesso praticamente tutto sia nel bene che nel male. Non per essere ruffiani ma lo spettacolo che propongono all’Arechi non l’ho visto da nessuna parte. Sicuramente certe contestazioni sono state toste per i giovani calciatori di allora ma trasformate in positivo ti fanno crescere. Personalmente adoro comunicare e condividere ma nel calcio ci sono più muri che fili d’erba“.

Chiudiamo con una domanda off-topic: siamo nell’epoca del calcio 3.0, dei social, della tecnologia e dei media praticamente ovunque. Secondo te quanto è importante avere una passione, un hobby esterno al calcio con il quale “staccare la spina”? Faccio il tuo esempio con la pesca, che sicuramente ti avrà aiutato nei momenti calcisticamente più difficili nel corso della tua carriera.

Non ne faccio un discorso solo per i calciatori, vorrei invece estenderlo a chiunque. La società ci fa correre a velocità altissime e se non stacchiamo la spina scoppiamo come lampadine. Consiglio a tutti di ritagliarsi i propri spazi”.

 

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