19 Settembre 2019

ESCLUSIVA PSB – De Luca (“L’Inchiesta”): “Ad oggi manca stabilità, ma il Frosinone lotterà fino alla fine per la promozione”

ESCLUSIVA PSB – La redazione di PSB ha intervistato in esclusiva Roberto De Luca, giornalista per “L’Inchiesta”, con il quale il abbiamo tracciato un bilancio sull’inizio di campionato del Frosinone, soffermandoci sui reali obiettivi e sulle strategie estive del club ciociaro. Ciao Roberto, la stagione del Frosinone è cominciata in maniera tutt’altro che esaltante. Quali sono le […]

ESCLUSIVA PSB – La redazione di PSB ha intervistato in esclusiva Roberto De Luca, giornalista per “L’Inchiesta”, con il quale il abbiamo tracciato un bilancio sull’inizio di campionato del Frosinone, soffermandoci sui reali obiettivi e sulle strategie estive del club ciociaro.

Ciao Roberto, la stagione del Frosinone è cominciata in maniera tutt’altro che esaltante. Quali
sono le principali cause della difficoltà iniziali, dal tuo punto di vista?

«Gran parte delle difficoltà ritengo che siano da collocare sotto una prospettiva meramente
psicologica, come spesso rimarcato da Alessandro Nesta nelle conferenze pre e post gara. Sul
piano del gioco, considerando il cambio di modulo e di mentalità avvenuto nello sviluppo della
manovra offensiva rispetto alle stagioni precedenti, la squadra sta mostrando pian piano dei
miglioramenti. A mancare, ad oggi, è stabilità. Che poi può essere associata ai concetti di
tranquillità, leggerezza, lucidità nei momenti clou di un match e via discorrendo. L’ultima sfida di
Chiavari, del resto, lo dimostra in modo emblematico. I Ciociari hanno sciorinato un’ottima
prestazione ma son tornati a casa con zero punti. Determinanti, in tal senso, il rigore sbagliato da
Ciano e l’ingenuo fallo commesso da Salvi al 93’ in piena area che ha portato al penalty decisivo
per i biancocelesti. Ecco, nei momenti chiave dell’incontro è mancata quella freddezza a cui facevo
riferimento in precedenza. Recuperare l’entusiasmo e consapevolezza nei propri mezzi sarà
fondamentale».

Dopo la retrocessione pareva essersi chiuso un ciclo, ma invece la dirigenza ha puntato su un
blocco molto ampio di reduci dalle precedenti stagioni. Come interpreti tale scelta e che
ripercussioni sta avendo?

«Che la società abbia riscontrato delle difficoltà in uscita penso sia innegabile. Detto questo, le
permanenze di Ciano e Paganini, ossia due dei nomi più chiacchierati in estate, possono essere
lette anche in maniera positiva. Nella maniera più assoluta. Il trequartista di Marcianise, poi, ha
anche rinnovato il proprio contratto. Le operazioni in entrata portate a termine sono state
condotte per regalare a Nesta giocatori funzionali al suo 4-3-1-2. In questo senso ritengo che Haas
e Rohdén saranno elementi fondamentali ed imprescindibili, al pari di Szyminski in difesa che
praticamente ancora non è mai sceso in campo a causa dell’infortunio rimediato. In attacco, forse,
si poteva fare qualcosa di diverso ma si resta nel campo dell’ipotetico finora. Anche perché le
prime impressioni su Novakovich sono positive».

L’addio eccellente di Daniel Ciofani è stato colmato con l’arrivo del solo Novakovich, un giovane
che non conosceva il campionato e ha ancora tutto da dimostrare. Cosa si cela dietro la
decisione?

«Vero, ma si è deciso di fare un investimento utile per il presente ma soprattutto per ilil futuro. Con
Ciofani l’addio era divenuto inevitabile, come del resto ha spiegato lui stesso pochi giorni dopo
l’approdo alla Cremonese. Novakovich è un classe ’96 che i suoi gol li ha fatti, anche di recente
seppur in Olanda. Ma i luoghi comuni non mi piacciono: segnare non è mai semplice e scontato
come in molti sostengono. Bisogna dargli tempo senza addossargli troppe responsabilità ma è un
profilo interessante che son convinto farà bene. Già col Venezia me lo aspetto titolare. Per quanto
riguarda i suoi compagni di reparto, ritengo che Dionisi, Trotta e Citro non siano poi dei nomi da
buttar via. Anzi, direi tutt’altro. Emettere sentenze definitive ora sarebbe un atto approssimativo».

Mister Alessandro Nesta ha proposto sin da subito una rivoluzione tattica, puntando sulla difesa
a 4 e il rombo a centrocampo. Come procede l’assimilazione dei dettami? La rosa ti sembra
adatta a questo tipo di impostazione?

«Sì, anche se non mi sorprenderebbe se in futuro si decidesse di passare al cosiddetto “albero di
Natale”. Un 4-3-2-1 che sarei molto curioso di vedere a Frosinone. Certamente il tutto è legato al recupero totale a livello fisico di alcuni giocatori. Su tutti, mi riferisco a Rohdén. Ma ora Nesta
insisterà giustamente sul 4-3-1-2 ed i primi effetti si sono visti. Specie a livello di mentalità. La
squadra cerca sempre di imporre il proprio gioco, sviluppando la manovra in verticale e sfruttando
anche la catene laterali grazie alle spinte dei terzini. Gli attaccanti non danno mai punti di
riferimento, le mezzali attaccano costantemente lo spazio. Aspetti emblematici sui quali si dovrà
continuare a lavorare. Anche perché, ripeto, serve tempo. Come dice un altro allenatore in Serie A,
testa bassa e pedalare. Ma la rotta tracciata è quella giusta».

La Serie B, mai come quest’anno, è particolarmente competitiva. Concordi con chi sostiene che
ci sia stato un livellamento verso l’alto? Quali squadre potrebbero essere le principali sorprese?

«Concordo con questo tipo di analisi. L’Entella potrebbe essere la sorpresa del campionato perché
può contare su un ambiente tranquillo, una squadra competitiva e un ottimo presidente. Del
resto, le squadre che vengono da un campionato di Serie C ci hanno abituato nel corso degli anni
al doppio salto di categoria o comunque a stagioni sorprendenti».

Qual è la reale dimensione dei ciociari in una cadetteria così rinnovata? Pensi che la squadra
abbia i mezzi per competere per la promozione fino alla fine?

«Certo che sì, il Frosinone lotterà fino alla fine».