6 Maggio 2020

ESCLUSIVA PSB – Calaiò: “La vedo dura per la ripartenza della B. Felice della mia carriera ma ho qualche rimpianto a Napoli e Parma”

EMANUELE CALAIO’ ESCLUSIVA PSB – La nostra redazione ha contattato in esclusiva Emanuele Calaiò. La ripartenza del campionato, la sua carriera e il suo nuovo ruolo da responsabile del settore giovanile della Salernitana sono solo alcuni dei temi trattati nella chiacchierata con l’ex attaccante di Napoli, Parma e Siena. Pensi ripartirà il campionato di Serie […]

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EMANUELE CALAIO’ ESCLUSIVA PSB – La nostra redazione ha contattato in esclusiva Emanuele Calaiò. La ripartenza del campionato, la sua carriera e il suo nuovo ruolo da responsabile del settore giovanile della Salernitana sono solo alcuni dei temi trattati nella chiacchierata con l’ex attaccante di Napoli, Parma e Siena.

Pensi ripartirà il campionato di Serie B? Se sì, che campionato ti aspetti?

“La vedo dura. La vedo veramente dura perché si fa fatica a riprendere anche il campionato di Serie A. Poi, in Serie B ci sono società piccole che non riescono a sostenere spese importanti, come quelle che servirebbero per rispettare i nuovi protocolli o per trovare un impianto per fare gli allenamenti in sicurezza. Secondo me si può sospendere e far ripartire tutto a Settembre. In questo momento le società non hanno introiti. Quindi, hanno troppe spese da sostenere.”

Hai conquistato tante promozioni. Qual è quella che ti porti nel cuore?

“Ho conquistato ben sette promozioni. E, ognuna di queste mi ha dato delle emozioni. Tutte mi hanno riempito di gioia. Penso alla doppia promozione di Napoli e Parma o alla vittoria del campionato con il Siena o il Pescara. Tra queste, ho nel cuore Napoli, Siena e Parma perchè sono società importanti e in cui sono stato più a lungo. Poi, sono piazze che hanno fatto la storia.”

A proposito di conquista, in una recente intervista hai detto di “essere riuscito a conquistare i cuori dei tifosi scoccando la freccia, o meglio i gol, proprio come Cupido”. Quali sono le caratteristiche che credi abbiano fatto “innamorare” di te i tifosi?

“Ogni piazza in cui sono stato ho lasciato il segno sia a livello tecnico sia a livello umano. Sono molto contento dell’affetto che provano per me. Anche se ho smesso, quando esco di casa, c’è sempre qualcuno che vuole scambiare due parole o che vuole una foto insieme.  Qual è il mio pregio? Riesco a farmi voler bene da tutti per la persona che sono. E, penso che sia la cosa più bella per un essere umano.”

Hai qualche rimpianto nella tua vita calcistica?

“No, non ho rimpianti. Sono abbastanza contento della carriera che ho fatto. Ma, ho qualche rammarico: non ho avuto l’opportunità di dimostrare il mio valore in Serie A con la maglia del Napoli e del Parma e non aver giocato in Nazionale maggiore. A Napoli non l’ho potuto fare, o meglio l’ho potuto fare poco perchè Reja preferiva un attaccante con caratteristiche differenti dalle mie. Mentre, a Parma non l’ho potuto fare per la squalifica. E, come ho detto, non ho avuto la fortuna di giocare con la Nazionale maggiore. Oltre alla bravura, nel calcio ci vuole anche tanta fortuna. Quando stavo per essere convocato, mi sono rotto il perone nella stagione più bella della mia carriera, in cui giocavo in massima serie con la maglia del Siena. “

Quanto è difficile dire addio al rettangolo di gioco e appendere gli scarpini?

“E’ stata molto difficile. C’è un’inizio e una fine di tutto. L’età e gli acciacchi si iniziavano a sentire. Poi, ci si è messa anche la mentalità. Quando hai 38 anni, arriva il momento in cui devi fare la scelta di lasciare spazio ai giovani. La cosa importante è che, quando decidi di smettere, devi iniziare a fare qualcosa che ti tenga impegnato e non ti faccia pensare al fatto che hai smesso. A Salerno mi hanno dato questa opportunità. E, sono contento perchè, nonostante sia dura, ho iniziato una nuova carriera con i ragazzi giovani. Avendo 25 anni di carriera, posso mettere a disposizione di questi l’esperienza e il carisma. Ed è motivo di grande orgoglio per me.”

Quanto è cambiato il calcio?

“E’ cambiato veramente tanto perchè, dieci anni fa, la Serie B era diversa, era una sorta di A2. C’erano tante squadre importanti e tanti giocatori importanti. Il livello della Serie A si è abbassato. Prima, chi aveva molto disponibilità, investiva senza pensarci troppo. Ora, invece, le società “piccole” stanno più attente. Infatti, si vedono molti meno top player del campionato italiano rispetto a prima.”

Ora sei diventato il responsabile del settore giovanile della Salernitana. Hai qualche consiglio per i giovani?

“Il mio consiglio ai giovani è di non smettere mai di sognare, di divertirsi e  soprattutto di sacrificarsi. Quando arrivi a una certa età, bisogna divertirsi, ma soprattutto crederci e aver passione. All’età di 15 anni ho deciso di lasciare la mia famiglia. Non è stato facile stare lontano da loro e crescere da solo, ma l’ho fatto perchè sapevo che volevo fare quello. Quando esordisci e segni in Serie A, raccogli i frutti di tutti i sacrifici che hai fatto. Poi, voglio dare un consiglio anche alle società. Devono investire di più sui giovani perchè loro sono il futuro. In Italia ci sono tanti talenti che hanno bisogno di fiducia e di poter dimostrare il loro talento nelle categorie superiori.”   

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