8 Ottobre 2020

ESCLUSIVA PSB – Empoli, Accardi: “Dionisi il profilo giusto. Mercato? Raggiunti tutti gli obiettivi”

ACCARDI EMPOLI – Il nuovo Empoli targato Alessio Dionisi è pronto a spiccare il volo seguendo le idee di un allenatore giovane, ambizioso e preparato. Il mercato, abbinato a una base importante, ha aiutato il tecnico a ottenere i profili giusti per implementare le proprie idee. Il dialogo con il direttore sportivo Pietro Accardi è […]

ACCARDI EMPOLI – Il nuovo Empoli targato Alessio Dionisi è pronto a spiccare il volo seguendo le idee di un allenatore giovane, ambizioso e preparato. Il mercato, abbinato a una base importante, ha aiutato il tecnico a ottenere i profili giusti per implementare le proprie idee. Il dialogo con il direttore sportivo Pietro Accardi è stato costante, sicuramente giornaliero e, ascoltando le dichiarazioni rilasciate in esclusiva ai nostri microfoni dal DS dei toscani, certamente efficace.

Il mercato dell’Empoli ha portato diversi nuovi innesti, ma la percezione che il focus sia stato sulla funzionalità piuttosto che sul grande nome per scaldare la piazza. Questo dimostra, dall’esterno, consapevolezza, fiducia e totale immersione nel nuovo progetto tecnico, perché sembra si sia deciso di rinunciare al rumore per concentrarsi sulla sostanza.

“Questo è l’indirizzo che abbiamo seguito. Siamo partiti da una base importante e solida, costituita dai ragazzi che abbiamo confermato. Dopodiché, insieme all’allenatore, abbiamo cercato i profili consoni al suo credo calcistico. Siamo contenti del nostro operato, perché i calciatori arrivati corrispondono proprio agli obiettivi prefissati”.

Come avete programmato una sessione di mercato sicuramente atipica? Quant’è cambiato, se è cambiato, il vostro modus operandi rispetto alle abitudinarie dinamiche di questi periodi?

“È stato un calciomercato anomalo, noi addetti ai lavori abbiamo navigato sott’acqua, senza mai staccare, dato che l’Empoli ha terminato il campionato il 4 agosto e subito dopo è partita la programmazione per la stagione attualmente in corso. Ci siamo adeguati a quello che è il momento, il lavoro è stato notevole. Ho la fortuna di essere in una società dove sono costantemente supportato da collaboratori straordinari con i quali, in un mese, ho corso contro il tempo”.

Cosa ricerca l’Empoli in questo nuovo progetto tecnico?

“L’Empoli ha preso un allenatore il cui modulo è un nostro marchio di fabbrica, il 4-3-1-2, che portiamo avanti da oramai 7-8 anni, eccezion fatta per il parziale cambiamento avvenuto nella scorsa annata con Marino, oltre all’esperienza con Iachini in Serie A. Per il resto, da Sarri a Giampaolo, passando per Andreazzoli, la filosofia è risultata essere questa. Detto ciò, Dionisi non è stato ovviamente scelto per il modulo, bensì perché crediamo nelle sue potenzialità e siamo convinti che sia la persona giusta per tirare fuori il meglio dall’organico. In più, rispetto agli anni scorsi, all’interno dei venticinque giocatori abbiamo 6-7 elementi che provengono dal nostro settore giovanile e di ciò siamo davvero orgogliosi. L’Empoli vuole ripartire, cercando di non ripetere gli errori commessi nella passata stagione. Vogliamo crescere, migliorare e metterci in discussione”.

Quanto siete stati vicini alla cessione di Ricci e quant’è stato importante trattenerlo?

“La nostra struttura implica la necessità di ascoltare, come sempre, le offerte avanzate. Nella sessione di mercato appena conclusasi, però, non avevamo necessità di vendere, motivo per il quale abbiamo deciso di goderci Samuele per un’altra stagione, così da accompagnarlo ulteriormente nel suo percorso, dato che deve crescere ancora molto”.

Per concludere, dato che a bocce ferme magari è possibile sbilanciarsi: c’è un’operazione non conclusa che rappresenta un rimpianto?

“No, perché gli obiettivi che avevamo in testa, come detto in apertura, sono stati raggiunti. Di solito, quando si mette nero su bianco la programmazione della squadra che sarà, sono valutate due-tre piste per profilo e caratteristiche e, al triplice fischio della sessione, riteniamo di aver fatto un buon lavoro”.

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