27 Febbraio 2019

ESCLUSIVA PSB – Montefusco: “Tutino, Cosenza la scelta giusta. Ricordo con piacere l’esperienza al Foggia”

Una vita dedicata al pallone e al rettangolo verde, prima da atleta e poi da allenatore. Vincenzo Montefusco ha vissuto il calcio di allora ma non si tira indietro quando c’è da analizzare situazioni odierne. Queste le sue dichiarazioni rilasciate in esclusiva ai nostri microfoni. La sua carriera, sia da calciatore che da allenatore, è […]

Una vita dedicata al pallone e al rettangolo verde, prima da atleta e poi da allenatore. Vincenzo Montefusco ha vissuto il calcio di allora ma non si tira indietro quando c’è da analizzare situazioni odierne. Queste le sue dichiarazioni rilasciate in esclusiva ai nostri microfoni.

La sua carriera, sia da calciatore che da allenatore, è indissolubilmente legata al Napoli. Nonostante ciò, ha conosciuto e vissuto un’altra importante piazza del sud come Cosenza, dove adesso è protagonista un napoletano come lei: Gennaro Tutino. Cosa si sente di dire ad un ragazzo che pare essere definitivamente sbocciato?

“Sta mostrando le proprie qualità in una piazza come Cosenza che conosco molto bene, avendo allenato lì per due stagioni. Per la sua crescita un’esperienza così può servirgli. Bisogna però capire una cosa: per un giovane cresciuto nel Napoli è difficile poter avere sin da subito un’opportunità in prima squadra, perché gli azzurri adesso sono una compagine altamente competitiva. È quindi giusto che questi ragazzi vadano a maturare altrove, così da poter perfezionarsi sotto ogni punto di vista”.

Restando in tema Cosenza, è innegabile come il periodo di forma del calabresi stia facendo alzare l’asticella degli obiettivi stagionali. Si è partiti con la salvezza, ora i playoff sono ad un passo. Quale deve essere l’approccio ad avere in momenti così emotivamente intensi?

“Ogni componente della società,  dai calciatori all’allenatore, deve mostrare la giusta mentalità. Quando si è nella condizione di giocarsi qualcosa, bisogna continuare a seguire il proprio percorso. Nel caso del Cosenza, non avere l’obbligo di vincere ogni partita può essere un vantaggio, in quanto il carico di stress è visibilmente ridotto. Si sono create determinate aspettative, è giusto tentare di perseguirle con la massima dedizione e consapevolezza dei propri mezzi”.

Ha giocato per una stagione in una compagine dalla grande storia come Foggia. Erano altri tempi ed un altro calcio, ma che ricordi ha di quell’esperienza?

“Quello fu uno dei migliori periodi della mia carriera, dato che ero nel giro della Nazionale. Il discorso fu il seguente: andai al Foggia perché il Napoli aveva bisogno di soldi, difatti si parlava di cifre importanti per l’epoca. I partenopei riuscirono quindi ad allestire una squadra competitiva, a patto che ritornassi nella stagione seguente. Mi trovai molto bene in rossonero. L’allenatore era Maestrelli, c’erano calciatori come Bigon, Saltutti, Bigon. Ricordo con piacere quei momenti. Il calcio di allora non è come quello odierno, oggi ci sono altri interessi ed altre dinamiche, capisco che ciò è importante ma ho nostalgia di quei tempi”.

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