1 Dicembre 2022

ESCLUSIVA PSB – Mutti: “A Cosenza manca l’amore necessario per far crescere il club. Occhio al Modena nella corsa play-off”

Per analizzare il campionato cadetto e conoscere un punto di vista in merito ad alcune delle principali squadre di questa Serie B, la nostra redazione ha raggiunto in esclusiva mister Bortolo Mutti

Photo by Mario Carlini / Iguana Press/Getty Images - Via One Football

Per analizzare il campionato cadetto e conoscere un punto di vista in merito ad alcune delle principali squadre di questa Serie B, la nostra redazione ha raggiunto in esclusiva mister Bortolo Mutti. Nel corso della sua lunga carriera, infatti, il tecnico è stato protagonista sulle panchine, tra le tante, di Cosenza, Palermo, Reggina, Modena e Bari. Di seguito le sue parole.

Mister, prima di addentrarci nel dettaglio in questo campionato, le andrebbe di fornirci la sua chiave di lettura in merito a quanto fin qui visto in Serie B?

“Questa Serie B, rispetto alle ultime, non presenta particolari novità. C’è tanto equilibrio, un grande appiattimento di valori, lo dimostra la classifica che vediamo. Fin qui solo il Frosinone ha mantenuto una certa costanza nei risultati. Per il resto vediamo un continuo alternarsi di squadre che salgono e scendono. Ci vuole maggiore continuità, perché siamo già alla 14′ giornata. Ho visto tanta sofferenza nei top club, partite sbagliate. Squadre come Parma, Genoa, Cagliari stanno soffrendo. Stesso Perugia e Venezia che si trovano nei bassi fondi della classifica. Il Benevento. Sono squadre che alla vigilia dovevano lottare per altro. Il Sudtirol invece mi ha sorpreso in positivo. Ha cambiato allenatore dopo le prime difficoltà e Bisoli ha dato una forma e un carattere a questa squadra.”

Il Cosenza, nonostante sia alla quinta partecipazione consecutiva in Serie B, continua a palesare evidenti limiti progettuali e di continuità tecnica. Quale crede siano i motivi? E, per allenatore e giocatori, quanto è complicato lavorare in questo modo?

“Il Cosenza ha sofferto tanto negli ultimi anni, è stato anche ripescato. Diciamo che ne ha passate tante. Ma il punto è che non c’è l’amore necessario affinché si possa far lievitare e crescere questa squadra. Chi deve gestire il fenomeno, chi devo progettare, organizzare e pianificare deve essere lungimirante. Invece a Cosenza non succede. Non si possono fare tutti gli anni campionati del genere, in cui si aspetta l’aiuto della Dea bendata. Se vogliono fare calcio in una certa maniera devono sicuramente cambiare registro. Se si vuol andare avanti così bisogna accettare che può accadere di tutto. In una piazza importante come Cosenza, dove il serbatoio di tifoseria è ampio, perché io l’ambiente lo conosco bene, sarebbe bene programmare qualcosa di importante. Mettere dei paletti chiari e definiti e piano piano costruire un progetto serio e duraturo nel tempo, non stravolgere ogni anno. Perché per gli addetti ai lavori non è facile. Quest’anno mi aspetto lo stesso campionato di sofferenza degli ultimi anni.”

Il Palermo, con la scelta di affidare a Corini la guida tecnica, ha dimostrato di voler dare vita ad un progetto chiaro, desideroso di sviluppare un’identità ben precisa. Gli ultimi risultati, però, non aiutano. Crede che attualmente i rosanero siano questi, oppure c’è del potenziale inespresso?

“Il Palermo, essendo una neopromossa, deve sempre mantenere una situazione di allarme. Le difficoltà sono molteplici e, a mio avviso, quest’anno deve consolidare quanto ottenuto nella passata stagione. Palermo con Corini ha fatto una scelta chiara e ha tutte le intenzioni di consolidare nel tempo questo progetto. Certo è che la piazza è tra le più prestigiose del campionato e sicuramente ambisce ad obiettivi importanti. La rosa, dal mio punto di vista, non è pronta in questo momento a competere per i palcoscenici più importanti. Qualche rinforzo è necessario. Anche perché un campionato del genere non dà ampi margini di recupero. In questo momento mancano alcuni risultati, ma la squadra ha fatto vedere buone cose. Ci vuole pazienza.”

La Reggina, dopo i guai giudiziari di quest’estate, si trova ad un passo dal vertice della classifica e, fin qui, si è confermata tra gli organici che meglio hanno espresso il potenziale a disposizione. Appurate le difficoltà cui ha dovuto far fronte ad inizio stagione, può definirsi una sorpresa questo percorso? Quanto merito di Inzaghi c’è in tutto ciò?

“Sorpresa non tanto. E’ chiaro che dopo che il terremoto è passato, tutto l’ambiente si è ricompattato, grazie soprattutto alla nuova proprietà. Sono state fatte delle scelte tecniche particolari, a partire da Inzaghi, che per la categoria è una garanzia, uno che sposta equilibri e che sa trascinare. E’ stato fatto un mercato importante perché è partita con l’intento di fare un campionato da protagonista. Non sarà facile, ma io penso che gli amaranto abbiano tutte le carte in regola per giocarsi la Serie A. La concorrenza è tanta, dobbiamo aspettarci il ritorno delle big, ma questa rosa può giocarsela con tutti. Inzaghi è sicuramente un fattore in Serie B. Ha tanto merito in questa cavalcata. Ha portato entusiasmo, ha dato nuovi stimoli all’ambiente e ha recuperato tanti giocatori importanti. Poi sotto l’aspetto tecnico-tattico ha costruito una squadra a sua immagine e somiglianza: organizzata, compatta, alla continua ricerca della profondità e che vuole detenere il controllo del match. Poi ha un modo di fare che ha esaltato tutto l’ambiente.”

Il Modena, guidato dall’esperto Tesser, dopo le difficoltà di inizio campionato ha ritrovato la quadra, portandosi abbondantemente fuori dalla zona retrocessione. Per quanto presto sia ancora per parlare di classifica, che impressione le ha fatto la squadra?

“Per me il Modena è una di quelle squadre che, piano piano, può inserirsi nella corsa ai play-off. E’ capitanata da un allenatore esperto e preparato, un ottimo gestore. Tesser conosce bene la Serie B e le dinamiche del campionato. E’ la persona ideale per dei progetti di questo tipo, a lungo termine. Ciò rende il Modena, a mio avviso, una mina vagante. Ci sono diversi giovani interessanti. Mi sta piacendo molto Bonfanti, ma non è il solo. Poi ci sono gli esperti, Diaw, Falcinelli, gente pronta a fare la differenza subito. Il reparto offensivo di questa squadra è importante. Dunque io ci presterei molta attenzione.”

In ultima istanza, tra le sue conoscenze nel campionato cadetto, c’è il Bari. Dopo un avvio sprint, la squadra di Mignani sta palesando qualche difficoltà nel portare a casa la vittoria. La società, come dichiarato a più riprese, ha ambizioni nobilissime. Crede che quello dei pugliesi, quest’anno, debba essere un campionato di assestamento prima di puntare a qualcosa di più o ci sono di già i presupposti per guardare alle zone alte della classifica?

“Visto l’equilibrio che c’è, penso che il Bari possa inserirsi nella corsa ai play-off. I pugliesi come neo promossi hanno inizialmente sorpreso tutti. Adesso manca un po’ di tranquillità e alcuni risultati. Ma credo che in ottica futura un campionato tranquillo e di assestamento adesso possa aiutare. Bari è un ambiente caldo, ha una tifoseria importante, ciò potrebbe accrescere ambizioni e possibilità di arrivare in alto. I tifosi spesso riescono a dare una spinta importante alla squadra. Non mi sento di escludere la squadra di Mignani dalle papabili alla corsa promozione.”

E’ da poco giunta la notizia che la Ternana, settima in classifica e a soli quattro punti dal secondo posto, ha sollevato dall’incarico Lucarelli. Come valuta questo esonero?

“Penso che sia stato un grande errore esonerare Lucarelli. La squadra stava facendo molto bene, insieme avevano costruito un percorso importante. Poi, se ci sono dinamiche interne che noi non conosciamo, è un altro discorso. Se guardiamo progetto, lavoro e classifica, la scelta mi sembra un po’ fuori dalle regole.”

I suoi progetti per il futuro quali sono?

“Attualmente sono fermo. Mi limito a guardare e commentare le partite. Spero di potermi mettere ancora in gioco in futuro e di divertirmi ancora un po’.”